Tocca i 2.535 metri

Monte Chierico, ma dov'è costui?

Monte Chierico, ma dov'è costui?
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A spartiacque tra Carona e Foppolo si erge una sagoma erbosa e appuntita: è il monte Chierico. Tozza e massiccia, spesso sottovalutata per i più famosi Corno Stella e Pizzo Zerna, questa bella elevazione, che tocca i 2535 metri, permette un giro ad anello tra le valli Sambuzza e Carisole, toccando nel percorso numerosi laghetti di origine naturale. Il tutto in mezzo ai panorami mozzafiato che solo le Orobie sanno regalare. Scopriamolo insieme.

1 - Scorci sul sentiero
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2 - Il monte Chierico in veste autunnale
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Il monte Chierico in veste autunnale

Il monte Chierico in veste autunnale

3 - La cascata di Valsambuzza
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La cascata di Valsambuzza

La cascata di Valsambuzza

4 - Baita Vecchia
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Baita Vecchia

Baita Vecchia

La partenza. Il percorso più semplice vede il suo via da Carona, e ricalca nel primo tratto la strada agrosilvopastorale che sale al suggestivo borgo di Pagliari. Lasciato quest’ultimo alla nostra destra, proseguiamo raggiungendo la cascata della Val Sambuzza, in questi ultimi mesi oggetto di lavori di messa in sicurezza. Una ripida salita ci porta ai 1475 metri che ospitano la Baita Birone dei Dossi, dove una panchina e una fontanella ci invitano a qualche minuto di riposo. Alle nostre spalle un cartello, marchiato dal segnavia CAI 209, segnala la nostra prossima destinazione: il Passo del Publino. Il sentiero entra nella bella e dimenticata Val Sambuzza, che in questo periodo dell’anno assume le caratteristiche tinte dell’autunno. Si risale con pendenza costante tra i pini fino a costeggiare la Casera, struttura di proprietà degli Amici Escursionisti di Sforzatica, e successivamente, usciti dal bosco, raggiungiamo Baita Vecchia (metri 1860), vecchio ricovero dei pastori e punto di partenza per il giro ad anello alla scoperta della nostra montagna.

Il periplo del monte Chierico. Alla nostra sinistra il segnavia CAI 208 (che ignoriamo) ci invita a proseguire per Carona e la Val Carisole. Noi proseguiamo diritti, seguendo le indicazioni per il Passo del Publino e il maestoso Pizzo Zerna. Si continua in falsopiano, alternando brevi salite a verdi spianate, pascoli tranquilli e silenziosi dove il tempo sembra essersi fermato. Passo dopo passo, raggiungiamo il lago di Valsambuzza, bacino di origine naturale che dà il nome alla vallata e alla sua bellissima cascata, il cui salto abbiamo potuto osservare cinquecento metri più a valle. Un segnavia ci invita a salire ancora, piegando qualche centinaio di metri prima del Bivacco Pedrinelli in direzione dei laghetti di Caldirolo (metri 2257), altri specchi di origine naturale. Prestando attenzione, imbocchiamo il sentiero che risale il versante orientale del monte Chierico, ben visibile davanti a noi e che raggiungiamo con un ultimo, ripido strappo. In vetta, a 2535 metri, troviamo un piccolo omino di pietre e un panorama bellissimo sulla valle sottostante, sui laghi di Caldirolo e sul lago di Valsumbuzza, sui vicini Corno Stella, Pizzo Zerna e Monte Masoni.

5 - In Valsambuzza
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7 - Creste e nuvole in cresta
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9 - Autoscatto in vetta tra le nuvole
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Autoscatto in vetta tra le nuvole

Autoscatto in vetta tra le nuvole

10 - Il bivacco Pedrinelli
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Il bivacco Pedrinelli

Il bivacco Pedrinelli

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12 - Panorama
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Il ritorno. Ora possiamo decidere di concludere la nostra gita con un breve giro ad anello, che ci porterà lungo il versante meridionale della montagna. Con attenzione, percorriamo la cresta in direzione opposta, raggiungendo prima un ripido intaglio, successivamente gli scivolosi prati che distinguono il crinale sud. Con ripide serpentine perdiamo quota fino a raggiungere il fondovalle e il fiume, che attraversiamo con l’ausilio di un ponticello di legno. Abbiamo raggiunto i 1850 metri che ospitano Baita Vecchia, punto di partenza del nostro giro ad anello alla scoperta del monte Chierico. Il ritorno avviene sul percorso comune all’andata.

Concatenamenti e informazioni. Per questa escursione non mancano i punti di appoggio, fruibili in caso di maltempo, e nemmeno i concatenamenti con vette vicine, quest’ultime riservate agli esperti e agli alpinisti. Chi non volesse raggiungere la cima può comunque godere delle bellezze e della riservatezza che la Val Sambuzza sa regalare. Con partenza da Pagliari, si può raggiungere il bellissimo laghetto che contraddistingue la valle, che a sua volta riceve le acque dal soprastante lago di Varrobio, posto a 2250 metri di quota. Poco più a ovest troviamo i già citati laghetti di Caldirolo, quattro piccoli specchi d’acqua collocarti tra le quote di 2200 e 2260 metri. A spartiacque tra questi bacini sorge invece il bivacco Flavio Pedrinelli (metri 2335), sempre aperto e lasciato alle cure degli escursionisti stessi. Da quest’ultimo si snoda la via di salita al Pizzo Zerna, altra bellissima montagna riservata agli esperti.

Conclusioni. Il monte Chierico è una vetta sottovalutata, un angolo delle nostre Orobie perfetto per una gita tra la pace e la tranquillità. Il percorso ad anello descritto, fruibile da tutti gli escursionisti con un minimo di allenamento, tocca i venti chilometri e i 1400 metri di dislivello positivo, per un totale di sei ore di cammino, andata e ritorno.

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