10 frasi in dialetto

Altro che "fase 2", qui «gh’è ‘ntùren amò tròpa zét». Nessuno vuole accelerare i tempi

Altro che "fase 2", qui «gh’è ‘ntùren amò tròpa zét». Nessuno vuole accelerare i tempi
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di Vecchio Daino

Adesso che sembra di avvertire, ma lo diciamo con tutta la prudenza del mondo, un leggerissimo rallentamento nella progressione della pandemia che ha sconvolto e sconvolge il nostro territorio, si comincia a ipotizzare cosa succederà nella famosa "fase 2", quella che dovrebbe riportarci alla nostra quotidianità. C’è da dire che la maggior parte di noi, forse perché così colpita, non intende certo accelerare i tempi.

1. I ospedài i è amò pié

Frastornati dai numeri forniti ogni giorno dalla Protezione Civile, incerti su come interpretare la diminuzione della tendenza all’aumento dei contagi, ricorriamo a un dato di fatto che non ha bisogno di troppi calcoli. E valutiamo che, se le cose stanno così, è meglio stare a casa. [Trad. Gli ospedali sono ancora pieni]

2. A m’gh’à de maià

Vero è che la salute è il bene primario, ma c’è chi giustamente pensa anche a come riempire la dispensa se il forzato isolamento si protrarrà ancora a lungo. Una posizione che non si può certo biasimare a priori. [Trad. Dobbiamo mangiare]

3. Mèi stà seràcc sö

Spesso chi risiede nei comuni più colpiti dalla pandemia non ha nessuna voglia di anticipare il rientro al lavoro e la conseguente moltiplicazione dei contatti. E si rifugia tra le rassicuranti pareti di casa. [Trad. Dobbiamo stare chiusi dentro (casa)]

4. Se n’parla mia fina a löi

C’è sempre chi è più pessimista di un altro. E pensa che la strada sarà ancora lunga. Molto lunga. C’è solo da augurarsi che non abbia ragione lui, perché qualcuno sta cominciando a soffrire di claustrofobia. [Trad. Non se ne parla fino a luglio]

5. A m’gh’éra de serà prima

Ormai è risaputo che la mancata chiusura di alcuni paesi bergamaschi all’epicentro della diffusione del virus ha causato danni incalcolabili. C’è da dire però che gli stessi fautori della zona rossa all’epoca non ne sembravano così convinti. [Trad. Dovevamo chiudere prima]

6. I scöle i dèrv piö

Rassegnati alla presenza continua dei pargoli a casa, i genitori si stanno assuefacendo alle lezioni online, ai compiti via WhatsApp, ai giochi da inventare per tranquillizzare i figli. Magari qualcuno ha scoperto che gli piace anche. [Trad. Le scuole non riaprono più]

7. Gh’è ‘ntùren amò tròpa zét

Siamo sempre stati attenti osservatori dei vizi altrui, e anche in questa circostanza non manchiamo di denunciare, a volte sui social, altre alle Forze dell’Ordine, chi sgarra. C’è chi però ha perso il senso della misura. [Trad. C'è in giro ancora troppa gente]

8. Gh’ò quase pura a ‘ndà fò

Dopo più di un mese di segregazione c’è venuta un po’ di sindrome del carcerato, che ha passato un tempo così lungo in cella da temere il rilascio. Si ha il sospetto comunque che il suo timore non abbia ragione di esistere, almeno per un po’. [Trad. Ho quasi paura ad uscire (di casa)]

9. Sé, ma töcc coi guàncc e mascherina

La prudenza non è mai troppa, e fa parte del nostro DNA. Così, quando ci accingiamo a pensare come potrebbe essere il ritorno alla vita «normale», non manchiamo di rilevare che questo non potrà avvenire senza gli opportuni strumenti di protezione. [Trad. Sì ma tutti con guanti e mascherina]

10. Ó sèmper lauràt

Per qualcuno semplicemente non ha senso parlare di ripresa dell’attività, visto che non ha mai smesso. Che sia un infermiere, un corriere, un addetto alla vendita in negozi o supermercati, un farmacista o semplicemente l’operaio di un’azienda che non ha chiuso, non avrà il trauma del rientro, ma ha già avuto quello della prosecuzione. [Trad. Ho sempre lavorato]

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