Tradizione

Barzizza, frazione di Gandino, si sveglia... con i fiori: riecco i "Pendolocc"

Nella notte fra l'11 e il 12 maggio, sono comparse delle decorazioni floreali attorno a piazza Duca d'Aosta e nei pressi della parrocchiale

Barzizza, frazione di Gandino, si sveglia... con i fiori: riecco i "Pendolocc"
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di Giambattista Gherardi

Un’antichissima tradizione tornata a vivere, dopo gli anni della pandemia, nel contesto di un borgo tutto nuovo. È tornata dopo anni a Barzizza, frazione di Gandino, nella notte fra sabato 11 e domenica 12 maggio, l’antica tradizione dei “Pendolocc”. Un piacevolissimo ritorno che fa il paio con i lavori del Comune (sostenuti da Regione Lombardia per 700 mila euro) che hanno dato al borgo, negli ultimi mesi, un volto completamente rinnovato e unanimemente apprezzato.

«Ogni anno - sottolinea in uno studio il prof. Pietro Gelmi unitamente al barzizzese Battista Suardi - nella settimana in cui cadeva la festa dell'Ascensione, si svolgevano a Barzizza le Rogazioni, processioni a carattere propiziatorio, per impetrare dal cielo la fecondità dei campi e la protezione contro le intemperie. Erano la riesumazione cristiana di antichissimi riti pagani legati al culto della terra, la “Grande Madre”. Le Rogazioni si tenevano dal lunedì al mercoledì, seguendo un ordine e degli itinerari ben definiti, consacrati dalla tradizione».

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«La festa dei Pendolòcc, termine dialettale, caratteristico ed esclusivo, col quale si indicano a Barzizza i fiori del maggiociondolo, si celebrava furtivamente nella notte fra il mercoledì e il giovedì (la notte dell'Ascensione). I maschi, celibi e sposati, ma in prevalenza giovani, tappezzavano la piazza dell'arengo (l'attuale piazza Duca d'Aosta) e le strade del centro urbano con rami fioriti di maggiociondolo. Un'attenzione del tutto particolare era riservata alle porte e alle finestre delle ragazze da marito e delle zitelle. I rami erano stati recisi nel corso della giornata e accuratamente riposti in grossi fasci, affinché i fiori potessero conservare la loro freschezza per la notte della festa». (...)

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