Le bellissime foto d'archivio che raccontano la Bergamo del '900
Mercoledì 28 gennaio, nella Sala Capitolare del Convento di San Francesco in Città Alta si è festeggiato l’arrivo di tre nuovi fondi fotografici – Pesenti, Terzi e Bugarella – che documentano la storia bergamasca del Novecento. Queste importanti raccolte sono confluite nella Fondazione Sestini e, di riflesso, nella Fondazione Bergamo nella Storia, che diventa ancor di più la fototeca della città, luogo di conservazione e archiviazione delle immagini dei bergamaschi.
Cos'è la Fondazione Sestini. La fondazione viene creata nel 1987, in occasione del 60esimo anniversario della nascita di SIAD, uno dei principali gruppi chimici italiani fondato a Bergamo nel '27 da Quirino Sestini, suo figlio Bernardo, Emilio Engel, Stefano D'Este e Davide Zerbi. L’istituzione si propone, fin da subito, di organizzare manifestazioni culturali, sostenere il mondo medico-scientifico, provvedere alla pubblicazione di materiale di studio e di divulgazione tecnico-scientifica e professionale, organizzare corsi per tecnici e laureati e sostenere borse di studio.
Per fare un esempio, la Fondazione Sestini ha acquisito, nel 2006, l’archivio fotografico di Domenico Lucchetti, fotografo e collezionista (il suo studio era in Piazza Vecchia a Bergamo) che in anni preziosi di attività e passione aveva raccolto oltre 20mila stampe originali (negativi e foto dal 1880 ad oggi) e un centinaio di apparecchi fotografici. Dunque, per fortuna che il suo archivio, date le particolari necessità di conservazione, è stato depositato presso la Fondazione, la quale, due anni dopo, ha organizzato la mostra fotografica La città visibile proprio in memoria di Lucchetti.
Un altro esempio? Il collegamento fra la Fondazione Sestini e Bergamo nella storia, inoltre, ha permesso di mettere a disposizione della città un ricco patrimonio di immagini digitalizzate e catalogate e fatte conoscere attraverso mostre e iniziative aperte al pubblico.
Le nuove acquisizioni. In realtà ricevere e prendersi carico di un archivio fotografico non è cosa di qualche ora. Ci sono voluti mesi di lavoro per ordinare il materiale e capire quale fosse il reale valore delle acquisizioni giunte al Museo storico di Bergamo. Si tratta di tre nuovi fondi fotografici di rilevante interesse per la storia dell’area bergamasca nel Novecento: Pesenti, Tito Terzi e Nicola Burgarella.
Il fondo Pesenti, acquisito dal fotografo Elio Velardita Pesenti grazie al contributo della Fondazione Sestini, si compone di circa 100mila immagini. Sono negativi su lastra e pellicola e stampe realizzate nel corso di un secolo, sino agli anni Novanta del Novecento, dallo studio fotografico Pesenti di Ponte San Pietro, di cui Angelica, mamma di Elio Velardita, fu pioniera e anima. Si tratta di materiale storico documentario relativo all’Isola Bergamasca, tra cui spiccano le fotografie del Campo di aviazione di Ponte San Pietro e del Miracolo delle Ghiaie di Bonate. Numerosi sono anche gli scatti relativi a ritratti, a chiese e ville e a cerimonie religiose, nonché i reportage commissionati da aziende, ad esempio dall'industria tessile Legler.
Il fondo Nicola Burgarella deve il suo nome al fotografo attivo tra Zogno e Serina dalla seconda metà degli anni Cinquanta con lo studio Foto Niko. Delle 2000 immagini donate al Museo storico dagli Eredi la maggior parte si riferisce a eventi e cerimonie pubbliche, a visite di personalità politiche quali Aldo Moro e Alcide De Gasperi, alla fiera zootecnica di Serina, a gare sportive di calcio e ciclismo, alla vita di valle con matrimoni, funerali, feste religiose. Oltre a queste, alcuni scatti documentano la passione di Burgarella per la fotografia artistica, con immagini dedicate a vedute naturalistiche e al folklore locale.
Il fondo Terzi raccoglie circa 42mila diapositive realizzate da Pier Achille “Tito” Terzi, promotore della rivista Orobie e di numerose pubblicazioni monografiche dedicate al territorio montano bergamasco. Terzi intraprende dagli anni Settanta la professione, unendo due passioni, quella per la montagna e quella per la fotografia. Il suo intento è valorizzare gli aspetti paesaggistici, sociali e culturali delle Orobie, documentandone la vita e le trasformazioni. L’archivio si compone di immagini particolarmente curate dal punto di vista artistico, nelle quali luce, ombre, colori, presenze animate e inanimate sono state accuratamente studiate, senza arrivare a costruire scene artificiose, ma esercitando lo sguardo, la capacità di cogliere ed esaltare la realtà attraverso la fotografia. Ordinato dallo stesso Terzi, il fondo è suddiviso per aree geografiche: le valli Seriana, Brembana, Taleggio, Serina, Brembilla e Imagna; i laghi di Iseo ed Endine; Bergamo; i paesi della provincia.
La valorizzazione della raccolta e gli impegni del 2015. Oltre al già citato fondo Lucchetti, l'archivio raccoglie anche il materiale della collezione Asperti; in questo modo la Fondazione Sestini raggiunge un patrimonio di circa 700.000 immagini e, in collaborazione con la Fondazione Bergamo nella Storia, ha stilato un programma di valorizzazione della preziosa raccolta.
Innanzitutto saranno creati nuovi ambienti di deposito. Grazie ai lavori di sistemazione del tetto del Convento di San Francesco – attualmente in corso – ad opera del Comune di Bergamo, sarà infatti possibile allestire tre sale riservate all’archivio fotografico, dotate di impianti di controllo microclimatico essenziali alla conservazione, di impianti di allarme per la sicurezza e di strumenti per la gestione dell'intero patrimonio. I lavori saranno realizzati grazie al contributo della Fondazione Sestini, che sosterrà i costi per le opere e al Comune di Bergamo, che si farà carico delle pratiche relative alla prevenzione incendi.
Nel frattempo, proseguiranno il riordino e l’inventariazione dei fondi in vista della loro collocazione definitiva all’interno dei nuovi ambienti. Saranno a cura dello staff del Museo storico, e in particolare di Cristiana Bagattini e Adriana Bortolotti, che hanno seguito un percorso di formazione qualificato in materia di fotografia storica presso la fondazione Alinari di Firenze. Per terminare l'opera di digitalizzazione e la creazione di un museo fotografico visibile dagli utenti, sia fisicamente che online è stata creata una partnership con BiG TLC, l’operatore di telecomunicazioni bergamasco che ha infrastrutturato in fibra ottica il territorio provinciale.