Fino al 30 novembre la mostra sul Sentierone

Bergamo 2.035, così si progetta la città intelligente del futuro

Bergamo 2.035, così si progetta la città intelligente del futuro
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Sedersi attorno a un tavolo per immaginare la città di domani: è l’obiettivo che si sono posti i partecipanti del laboratorio Bergamo 2.035 – A new urban concept. Il progetto – a lungo termine, a giudicare dal nome - ha preso il via nel Gennaio 2013 grazie alla collaborazione tra l’Università di Bergamo, la Fondazione Italcementi e la Graduate School of Design di Harvard. Il programma è ambizioso: “respirare” i problemi della città, immaginare delle soluzioni intelligenti e progettarle, per rendere Bergamo un modello di smart city da esportare all’estero.

Un laboratorio aperto, più che una mostra. I risultati dei primi due anni del progetto di ricerca sono esposti sul Sentierone, a Bergamo, fino al 30 Novembre, al BG 2.035 Exhibition Lab con poster, proiezioni e installazioni video. Nello spazio espositivo dedicato, docenti e ricercatori sia bergamaschi che americani presentano i problemi emersi e le soluzioni proposte per una città più “intelligente”. Ma attenzione: non si tratta di una mostra, almeno nel senso letterale del termine. L’iniziativa è stata pensata per diventare un laboratorio aperto, che consenta di interagire direttamente con i ricercatori e che permetta ai cittadini, alle aziende e alle istituzioni locali di presentare le proprie idee e le proprie soluzioni. I cittadini e la società civile, dunque, vengono chiamati in causa e diventano parte attiva nel progetto. La parola chiave è coinvolgimento.

«La sfida che gli autori della ricerca hanno saputo individuare è quella di un approccio multi-prospettico, cogliendo le visioni, sensibilità e interessi di una pluralità di attori del territorio, che spesso mancano di occasioni per trovare una visione comune»: queste le parole di Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi e membro del comitato di direzione del progetto, alla presentazione dello studio presso l’i.lab, al Parco Scientifico e Tecnologico del Kilometro Rosso, il 30 Settembre scorso. A rappresentare l’Università, nel comitato direttivo, anche il rettore Stefano Paleari.

smartcityjam

Le sette direttrici fondamentali. Sono sette i filoni di ricerca principali: Bergamo logistica, Bergamo creativa, Bergamo salute, Bergamo mobile, Bergamo consum-attore, Bergamo responsabile, Bergamo tecnologica. Sette strade diverse che conducono tutte, nell’intento dei partecipanti, all’idea di una città più a misura d’uomo. I ricercatori, infatti, hanno sviluppato idee e proposte per ognuno di questi ambiti.

  • Bergamo logistica. L’obiettivo è quello di condurre un’indagine sul tema del trasporto delle merci nell’area urbana. Nonostante gli interessi degli attori in gioco si siano rivelati a volte conflittuali, le idee pervenute sono numerose. Le più interessanti? Il miglioramento del sistema di piazzole di carico e scarico in centro con prenotazione elettronica, la razionalizzazione delle ZTL (per «permettere alle aziende di trasporto di pianificare più semplicemente i giri di consegna risparmiando su tempi, costi, consumo di energia e emissioni di inquinanti»), la creazione di una piattaforma internet per la raccolta e la condivisione dei dati. Fino all’ipotesi di istituire un Centro Distribuzione Urbano appena fuori da Città Alta: consentirebbe l’approvvigionamento di un centro storico soggetto ad evidenti limiti architettonici (strade strette, porte d’ingresso alla città) ma allo stesso caratterizzato dalla presenza di un gran numero di esercizi commerciali al dettaglio.
  • Bergamo creativa. Ha come obiettivo la creazione di una “città educativa” che permetta una diffusione più rapida della conoscenza. A questo proposito, gli interventi chiave sono stati individuati nella necessità di mettere in rete le iniziative esistenti, spesso isolate e incapaci di fare sistema.
  • Bergamo salute. L’intento di costruire una città della salute, pensata come uno spazio destinato a promuovere comportamenti e stili di vita più salutari, ha portato all’ideazione di uno dei progetti più significativi: l’HomeLab Bergamo. Il laboratorio, inteso come un «ambiente di innovazione aperto», coinvolgerà in prima persona gruppi di cittadini volontari. Consentirà infatti a ricercatori scientifici e aziende del territorio di svolgere ricerche e sperimentazioni all’interno di case di cura e di abitazioni di gruppi di anziani, per favorire lo sviluppo di tecnologie che abbiano la capacità di migliorare la loro salute, il loro benessere e la loro indipendenza, con la possibilità di valutare in loco la sicurezza e l’efficienza delle soluzioni utilizzate.
  • Bergamo mobile. Il progetto si pone l’obiettivo di analizzare e migliorare gli strumenti di gestione della mobilità urbana e allo stesso tempo di comprendere le esigenze dei cittadini. Si è giunti così a una serie di proposte: fra tutte, la necessità di dotare gli abitanti di dispositivi di infomobilità che possano raccogliere e condividere dati e di dotare la città di una rete di sensori fissi e mobili per monitorare la mobilità e l’accessibilità dei servizi. L’intento finale è quello di sviluppare il Mobility Mapping, come sistema di gestione e di raccolta di dati e informazioni in tempo reale. Non solo: dal punto di vista infrastrutturale, la proposta si concentra sull’incentivare sistemi smart: l’utilizzo di tecnologie pulite e sistemi di condivisione dei mezzi di trasporto, come il car-sharing di quartiere.
  • Bergamo consum-attore, che ha come obiettivo la sensibilizzazione nei confronti di meccanismi di produzione e consumo “responsabile” nella filiera agro-alimentare. Lo scopo è promuovere un «sistema locale del cibo», valorizzando le iniziative dal basso che sono numerose, ma non coordinate: produzioni a basso impatto ambientale e a filiera corta, agricoltura biologica, prodotti a “chilometri zero”. Un tassello importante nello sviluppo della città futura. Da sfruttare, secondo i ricercatori, il volano di Expo 2015, che fa del tema del cibo il suo cavallo di battaglia.
  • Bergamo responsabile. Punta a promuovere il concetto di responsabilità sociale delle aziende del territorio, chiamate non solo a produrre ricchezza ma anche equità e inclusione sociale e a rispettare l’ambiente. Tale progetto dovrebbe essere applicato sensibilizzando cittadini e imprese sull’argomento e creando occasioni di dialogo tra le aziende per condividere le conoscenze e le competenze necessarie.
  • Bergamo tecnologica. Questo filone della ricerca ruota integralmente attorno al concetto di Fabbrica Urbana. Secondo i ricercatori, infatti, negli ultimi anni alcune tecnologie come le stampanti 3d e software open source come Arduino hanno consentito di ampliare enormemente le potenzialità di attività artigianali e manifatturiere tradizionali, rendendo possibili attività produttive di alta tecnologia anche in un contesto urbano. Le proposte sono rivolte ad una diffusione maggiore di simili tecnologie. Tra le iniziative, spicca l’ipotesi della creazione di un Centro di Competenze istituzionale che consenta a tutti di accedere a questi mezzi, spesso costosi e misconosciuti.
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