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Bevete e non uscite “nel bómbo del cóld” (no, non è un servizio di Raidue)

Siamo nel periodo più caldo e ci difendiamo anche coi modi di dire in bergamasco

Bevete e non uscite “nel bómbo del cóld” (no, non è un servizio di Raidue)
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Di Ezio Foresti*

Eccoci nel periodo del sul in liù, in cui le temperature si alzano e noi cominciamo a sbuffare, non vedendo l’ora di raggiungere il fresco serale, o quello dei nostri boschi. Una condizione climatica che proprio non ci piace, perché col frècc te pödet quarcias zó, mentre l’afa non ha vie di scampo, se si escludono i moderni ritrovati tecnologici. Che alcuni di noi evitano perché li ritengono malsani, altri per l’attitudine alla parsimonia che ci contraddistingue.

Per distrarci proviamo a passeggiare tra le pagine del vocabolario, scoprendo subito che esistono modi efficaci e pittoreschi per descrivere le reazioni del nostro corpo in estate.

Deleguàs del cóld indica, con un’immagine vivida, il senso di scioglimento che ci prende quando passiamo troppo tempo sotto il sole. Altrettanto immediata è la frase lüs del cóld, che evoca il brillio della nostra pelle quando è ricoperta da un velo di sudore. La più definitiva è però mör del cóld, capace di comunicare lo stato fisico di quando ci troviamo vicini al collasso.

Se è sempre consigliabile evitare di passare troppo tempo all’esterno, è indispensabile non farlo mai durante il bómbo del caldo, cioè il momento di maggiore intensità dei raggi, le spère de sul. Se passiamo dal sostantivo all’aggettivo, abbiamo un’espressione come èss cóld che vuol dire, secondo Antonio Tiraboschi, “essere in lussuria” e si applica a cavalli, cani e altri animali.

Nel modo di dire èss cóld del vì il calore proviene dal ’interno, ed è dovuto alle eccessive libagioni. Tösla cólda è invece l’atteggiamento di chi si infervora in qualche attività o affare, di solito senza trarne alcun beneficio. Tösla cólda per vergü indica il nobile comportamento di chi si prende a cuore le sorti di un’altra persona, e ne assume le difese. Un piccolo quadro lessicale, come al solito ricco di luci e ombre. O meglio, di vicende öna cólda e öna frègia.
*in memoria