I bimbi del Palamonti: schiene dritte La nuova bella parete d'arrampicata
Gli occhi puntati all’insù, le mani stringono forte la presa, i piedi saldi pronti a spingere per salire, ancora più in alto. La parete di dieci metri sembra quasi infinita, soprattutto se vista da un'altezza di 110 centimetri, ma a Tommaso, 5 anni e le scarpette con le lucine che si accendono ad ogni passo, le sfide piacciono. E poi la mamma è a terra che guarda orgogliosa, mentre documenta l’impresa con il telefonino. Giulia è piccola, ma sfrutta le prese come una veterana; ha iniziato a settembre, racconta la mamma, eppure come un agile ragnetto, noncurante dell’altezza, in pochi minuti tocca la cima e il suo sorriso soddisfatto da quaggiù è uno spettacolo. Niccolò è titubante, lui di anni ne ha sette, ma è la prima volta che prova ad arrampicare e non è tanto sicuro che questo sistema di corde funzioni: se si staccassero proprio quando è quasi in cima? «Dai Nico, ancora un passo e sei su», lo incita Ivan, istruttore Climberg, l’associazione di arrampicata dilettantistica che da oltre due anni organizza corsi al Palamonti di Bergamo.
Il progetto arrampicata al Palamonti. È domenica, in tanti sono accorsi nella sede bergamasca del CAI per provare le nuove pareti. Il Palamonti si è rifatto il look durante la chiusura natalizia, ma il restyling non è solo per proporre qualche novità agli appassionati, alla base c’è un progetto più vasto di avvicinamento alla montagna che parte dai più piccoli. I percorsi, in particolar modo nelle due nuove pareti installate in palestra, sono studiati per offrire livelli diversificati di difficoltà e aiutare chi affronta per la prima volta l’arrampicata a prendere confidenza con placche, corde e imbracature.
Uno sport completo. «L’arrampicata è uno sport completo – spiega Enrico Canali, istruttore di Climberg, laureato in scienze motorie – vengono interessati diversi gruppi muscolari in maniera uniforme: gli arti inferiori servono per spingere, dorsali e addominali per mantenere l’equilibrio e dare stabilità, braccia e spalle per sostenere la presa. È uno sport che sviluppa la coordinazione e la flessibilità e si rivela molto utile per uno sviluppo armonico del fisico, in particolare per i ragazzi in fase di crescita, ma anche per quei soggetti che soffrono di scogliosi o problemi posturali, perché rinforza la struttura muscolo-scheletrica di schiena e l'addome».
C’è poi un’importante componente psicologica: quando si affronta una salita, la sfida è innanzitutto con la propria mente e le proprie paure. «Nell’arrampicata l’avversario è la parete, ma è anche lo strumento per sondare le abilità e mettere alla prova i propri limiti – continua Canali. E poi c’è il gioco di squadra, più che in tanti altri sport, perché la mia sicurezza è letteralmente legata al mio compagno a terra che gestisce la corda. È un concetto fondamentale che va imparato sin da piccoli, per costruire la fiducia nell’altro e al contempo per responsabilizzarsi».
Corsi di arrampicata. L’associazione Climberg lavora a fianco del CAI di Bergamo per allargare la platea di appassionati della montagna: dal 2014 organizza corsi di arrampicata indoor e in falesia, allenamenti di gruppo, gite e vacanze sportive, percorsi didattici per i bambini che, ad oggi, rappresentano la metà dei 280 iscritti. «I bimbi sono naturalmente portati per l’arrampicata – spiega Enrico Canali – si tratta di uno schema motorio di base che è inscritto nel nostro Dna, ma è importante apprendere alcune tecniche per evitare comportamenti non sicuri e movimenti sbagliati, che possono generare problemi muscolari. L’età migliore per iniziare è intorno ai 5-6 anni, quando si comincia ad acquisire confidenza con il proprio corpo e le proprie capacità».
Una casa per imparare. In due settimane il volto della palestra è cambiato: via l’area boulder con gli alti tappeti per attutire l’atterraggio, sono sorte due pareti da sette metri che si ergono parallele e una torre a forma di camino rovesciato dotata di terrazzino di stazionamento a cinque metri d’altezza, che regalano nuove sfide e un inedito punto di vista sull’intera palestra. L’intervento, costato 80mila euro e finanziato al 49 percento attraverso un bando comunale, ha consentito un incremento di diciotto percorsi, per un totale di 170 metri quadrati scalabili e un pannello modulare per il potenziamento e l’allenamento a secco, oltre ad un moderno impianto di illuminazione a led a risparmio energetico.
Il Palamonti, come cita il cartello che campeggia all’ingresso, è “una casa per la montagna”, che regala l’ebrezza della roccia quando viverla davvero, per il freddo e le condizioni meteo avverse, non è possibile. Lo sanno bene i bergamaschi che dal 2005, grazie all’impegno e alla passione del Cai, si possono allenare sulle sue pareti: «Quando abbiamo pensato allo slogan per questa sede, cercavamo una frase che raccontasse la volontà di renderla un luogo ospitale e accogliente per tutte le realtà che si occupano di montagna e per coloro che la vogliono conoscere, anche attraverso diverse attività di divulgazione e la vasta biblioteca della montagna che ospitiamo», racconta Piermario Marcolin, presidente del Cai di Bergamo.
I soci del club alpino in bergamasca sfiorano attualmente i diecimila: «La maggior parte dei nostri iscritti sono adulti – sottolinea Marcolin – ma è importante che sin da piccoli i nostri figli e nipoti imparino a conoscere la montagna e le sue bellezze, ma anche i suoi pericoli. Per questo abbiamo avviato i corsi di alpinismo giovanile outdoor dagli 8 ai 16 anni: si tratta di un buono strumento educativo, perché a contatto con l’ambiente naturale montano imparano ad apprezzare la fatica, la disciplina e l’autocontrollo».