Borgo Palazzo, la lunga via storica dove si è contenti «di vivere qua»

«Le dico la verità: a me sembra un sogno essere qui, nel senso che ci sto benissimo. Ho un negozio dedicato alle unghie, un nail center, qui a metà della parte vecchia della via e sono contenta della gente, dei clienti, dell’atmosfera che si respira». Daniela Ferraris viene da Vercelli, per qualche anno ha avuto un negozio di estetica a Cisano Bergamasco, poi tre anni e mezzo fa la scelta di venire in città, in Borgo Palazzo. Daniela Ferraris è il segno del nuovo, che piaccia o meno: un negozio dedicato alle unghie, ricostruzione compresa, fino a vent’anni fa non era immaginabile. Continua: «Noi ci occupiamo anche di e-commerce, cioè di vendite via Internet, vendiamo prodotti per questo tipo di attività in tutta Italia. Ma tornando al Borgo voglio dire che qui sembra di vivere in un paese, cioè che si sente molto il senso di comunità, con la gente è facile conoscersi, salutarsi, parlarsi. I bar continuano a essere un punto di riferimento, un luogo di socialità».
Piazzetta Sant'Anna
La via e la storia. Il vecchio e caro Borgo Palazzo, quello dell’Olimpia, di piazza Sant'Anna, della Morla con quel ponte seicentesco con su la statua di San Giovanni Nepomuceno, al quale era affidato il compito di evitare inondazioni troppo rovinose (che in questa zona non mancavano). La via lambisce altri quartieri come San Francesco, Clementina, Celadina. Oltre tre chilometri di strada che parte con le costruzioni antiche sviluppate tra la roggia Serio (sotto via Camozzi) e la Morla. Si trova in questa zona il Palazzo Camozzi con uno dei chiostri-cortili più antichi di Bergamo, le cui colonne risalgono al Trecento. Vicino al ponte della Morla si trovava il palatium romano e poi longobardo, da cui il nome che è rimasto al Borgo.
Il lounge bar giovane. Luca Remondini è titolare dell’I Lounge bar, vicino all’incrocio con via Torretta. Spiega: «Io sono qui da sette anni, vengo da Seriate. Il nostro bar è un punto di riferimento soprattutto per i giovani, nelle ore serali. Ma nel resto della giornata entrano persone di tutte le età, un bar tradizionale». Sono le undici della mattina e ci sono al banco degli uomini che bevono il classico calice di rosso, una signora sorseggia una birra e dice: «Io penso che il Borgo sia migliorato, nel senso che oggi si vive meglio di prima. Guardi, io ho 73 anni, vivo qui da sempre, e dico che oggi c’è più rispetto fra le persone, più comprensione. Io vengo in questo bar gestito da giovani, si sta proprio bene, c’è un bel senso di accoglienza... fra i giovani c’è meno pregiudizio rispetto al passato». Luca Remondini sorride, spiega: «Teniamo aperto dalle 7.30 alle 21.30, nel fine settimana anche fino alle 2 di notte. Il modello è Borgo Santa Caterina, locali che coinvolgono tante persone, tanti giovani. Noi però ci siamo anche al mattino, per tutto il resto della popolazione. Il cappuccino con la brioche è importante come la birra del birrificio Otus di Seriate - davvero buonissima - o come i cocktail che prepariamo la sera... Per la festa del Borgo organizziamo il gazebo con birra alla spina, sangria, porchetta, arrosticini...».


La cartoleria Bonfanti

I lounge bar

I negozi storici e nuovi. Un Borgo che è ancora borgo, dove le classi sociali si mescolano, dove il tessuto popolare resiste, dove la rete del commercio non soccombe sotto i colpi della grande distribuzione. Anzi: la catena Pam ha aperto proprio in questa settimana un piccolo supermercato, un Pam Local, nel cuore del Borgo, vicino al bar Flavio, che lo stesso Flavio gestisce dal 1980, cioè da quando aveva ventidue anni ed era appena tornato dal servizio militare. Il bar Flavio è punto di riferimento soprattutto per le persone di una certa età. La rete commerciale è fondamentale per la vitalità del Borgo, lo è sempre stata.
Lo sa bene Sergio Poli della Casa della Borsa: «Noi siamo qui dal 1975, prima mia madre, Giovanna Pedroni, adesso io che sono entrato quando avevo quindici anni. Anche il Borgo si evolve, diverse botteghe storiche sono scomparse, ad esempio, qui di fronte c’era la bottega che vendeva il vino sfuso... Il caffè dei Cacciatori è diventato il bar I Lounge perché cambia anche lo stile dei nomi, c’era il Caldara dei casalinghi, il formaggiaio... adesso ci sono i solarium, il negozio delle unghie, sono tornate le sarte... Ma devo dire che a me sembra che il Borgo si sia anche un po’ ringiovanito, ci sono diverse coppie con bambini piccoli...».
Lo storico ristorante
Essere borgo significa essere comunità, gente che si conosce, che si parla, magari che si aiuta. Carmen Rosa Rondon è testimone del mondo che cambia: viene dal Perù, ha aperto un piccolo centro di estetica sempre nel cuore della vita, pratica massaggio connettivale e linfodrenante.
Pierluigi Scarpellini è nato sopra la trattoria Balicco, accanto al ponte della Morla, 59 anni fa. «Non mi sono mai mosso dal Borgo, ho lavorato per tanti anni anche qui, nella cartoleria Bonfanti, un altro punto di riferimento. Entrare in questa cartoleria mi riporta indietro nel tempo, è rimasta come era cinquant’anni fa». La cartoleria Bonfanti si trova all’incrocio con via Torretta, i titolari sono subentrati da pochi anni, ma hanno mantenuta la linea tradizionale. Il lavoro non manca. Dice la titolare: «Ci sono le scuole vicine, e ci sono le vecchiette del borgo che hanno sempre bisogno di block notes, di fogli e buste, di scatole per riporre maglie e vestiti».
Il ponte sul torrente Morla
Gli abitanti: qualche numero. Il Borgo mantiene negli anni la sua popolazione, segue i ritmi della città: si oscilla fra gli otto e i novemila abitanti (solo la via principale ospita 3.423 persone). Il calo della natalità è presente anche qui, ma un po’ meno della media cittadina: bambini e giovani da un giorno a diciannove anni oggi sono 548, nel 2010 erano 637. Segno che negli ultimi sei anni la natalità ha segnato il passo. È sceso anche il numero degli abitanti fra i venti e i quarantaquattro anni mentre le persone sopra i sessantacinque anni sono rimaste stabili (sono 602 nella via).
La parrocchia e l'associazione sportiva. Ma il cuore di Borgo Palazzo è sempre la parrocchia, in particolare con il suo oratorio e la sua associazione sportiva, l’Olimpia. Dice il parroco, don Eliseo Pasinelli, settantadue anni, da dodici in Sant’Anna: «L’Olimpia è importante, certo, è una realtà che svolge un ruolo decisivo per la qualità della vita nel quartiere, per la permanenza e il continuo rinnovo dell’identità di queste vie, di queste persone. Oggi l’Olimpia è un’associazione indipendente, ma comunque mantiene il suo legame con la parrocchia». L’associazione conta quasi cinquecento iscritti fra ragazzi, allenatori, dirigenti. Si occupa di calcio, pallavolo, tennis tavolo, sci, atletica. Dice il vicepresidente, Enrico Bonaldi: «Nel nostro operare abbiamo sempre presenti i valori di fondo, l’importanza di formare i cittadini di domani. Dobbiamo ringraziare chi ci aiuta, a cominciare dalla parrocchia. Fra i nostri allenatori c’è anche un ragazzo islamico, è bravissimo: rappresenta un segno della qualità del nostro quartiere, della capacità di accogliere e valorizzare le persone».
La parrocchiale di Sant'Anna
Il volontariato e l'accoglienza. Dice don Eliseo che i gruppi di volontariato in parrocchia sono ventuno, che sono duecentocinquanta le persone che si danno da fare, tutte della via o dei dintorni. «Borgo Palazzo finora ce l’ha fatta a restare borgo, comunità; è riuscito persino ad accogliere i tanti stranieri: sono ben mille e 850, di cui settecento islamici. Ma non è sempre stato così... all’inizio ci sono state tensioni, abbiamo avuto anni non facili, ci sono state critiche anche per l’accoglienza che la parrocchia ha sempre portato avanti, anche nel bar dell’oratoro». E che il Borgo oggi sia vivo e aperto lo si vede proprio qui, nel grande cortile dell’oratorio: ci sono mamme e bambini, ragazzini che giocano insieme, che corrono. E sono bianchi, e neri, e olivastri, e altri ancora hanno gli occhi a mandorla. Tutti insieme corrono dietro a un pallone.