A Chiuduno

Giancarlo, Barbara e Daniele E la casa diventa un ristorante

Giancarlo, Barbara e Daniele E la casa diventa un ristorante
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«Scusa il disordine, ma sai com’è…». Ci mancherebbe, del resto mica siamo in un ristorante. Anche se la gente, qua, ci viene per mangiare. L’ambiente mette a proprio agio, come fossimo a casa. E in effetti quella di via Kennedy a Chiuduno è una casa, quella di Giancarlo. Giancarlo ha 33 anni e il sorriso affabile di chi sa come conquistare la simpatia delle persone. Una qualità tanto utile quanto necessaria se decidi di aprire le porte del tuo appartamento a degli estranei. Insieme agli amici di sempre Barbara e Daniele, infatti, Giancarlo ha trasformato la sua abitazione nel primo home restaurant bergamasco. Il fenomeno parte da lontano, essendo nato tra Cuba e New York, ed è arrivato in Italia da circa due anni. Le abitazioni private diventano luoghi in cui consumare informalmente del cibo preparato dai proprietari, in compagnia di persone sconosciute, condividendo il menù, le spese e soprattutto la compagnia.

 

WelcHome Restaurant Chiuduno Barbara, Giancarlo e Daniele (5)

 

Il primo home reastaurant bergamasco. Quello di Giancarlo, Barbara e Daniele si chiama WelcHome Restaurant ed è nato a inizio estate 2015, quando gli amici, ammaliati dalla loro cucina, iniziarono a portare a casa di Giancarlo conoscenti e amici degli amici per gustare qualcosa di buono in un ambiente informale. La prima cena completamente aperta a “estranei” c’è stata fine gennaio 2016 ed è stata un successo. Giancarlo è un tipo simpatico: «I veri cuochi sono Barbara e Daniele, io metto a disposizione la casa e… la mia oratoria, con cui intrattengo gli ospiti». Al primo piano c’è la cucina, mentre i commensali mangiano al piano di sopra: un ampio spazio dominato da un tavolone in grado di accogliere fino a 15 persone. Vicino un biliardino. Aprendo la porta finestra, poi, si accede a una bellissima terrazza che guarda le montagne, dove nelle serate estive viene spostato il tavolo. «Lo spazio ce l’avevo, i cuochi anche. Perché non partire all’avventura?» dice Giancarlo mentre torniamo in cucina.

Come tutto ebbe inizio. Suona il citofono. È Barbara, 30 anni e celiaca. Non un particolare da poco quando ami cucinare. Proprio questa intolleranza l’ha obbligata ad ampliare le proprie conoscenze culinarie e a indagare nuovi prodotti che spesso usa nei suoi piatti. Dopo essersi presentata si mette subito ai fornelli: «Scusa, devo mettere su il brodo». Poco dopo arriva anche Daniele, il terzo della banda. Daniele detto Mauri, «anche se non ho mai capito bene il perché». Un ragazzone che, a prima vista, pare tutto l’opposto di Barbara: lei delicata e loquace, lui più taciturno e schietto. Un vero bergamasco insomma. Insieme, i tre formano un bellissimo mix di personalità che, come spiega Giancarlo, traspare anche dalla loro cucina: «Barbara ama i risotti, i sapori più educati e meno intensi. Daniele, invece, ama i gusti forti, che esplodono in bocca. Dietro ai fornelli trovano un equilibrio incredibile». L’affiatamento è palese, del resto si conoscono da una vita: tutti e tre di Chiuduno, tutti e tre (più o meno) della stessa età. Non sono però sempre stati così amici. L’amicizia vera, quella che li ha portati dove si trovano ora, è iniziata nel 2011, quando quasi per caso si sono ritrovati e hanno iniziato a uscire di nuovo in compagnia. Poi hanno scoperto la passione comune per il mangiare bene e per la cucina: «Quando si decideva di andare a cena fuori, gli amici ci costringevano a cucinare per tutti» ci dice Daniele. Da diversi anni, insieme ad altri ragazzi, curano anche l’organizzazione della manifestazione Rock in Rili, che nel 2016 compie 6 anni.

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Poi, più o meno un anno fa, Barbara legge qualcosa su questa nuova moda degli home restaurant, sbarcata anche in Italia. Tra il serio e il faceto, ne parla con i due amici. L’avventura ha inizio: «Dalle cene con soli amici, quelle di Natale in cui per gioco provavamo a dare vita a piatti gourmet – racconta la ragazza –, siamo passati a vere cene per compleanni o ricorrenze degli amici. Poi a cene per amici degli amici. E ora eccoci qua». Il viaggio di WelcHome Restaurant è iniziato da poco, con un sito e una pagina Facebook. Prima di cominciare, però, i tre hanno dovuto passare una prova fondamentale: «Abbiamo invitato i nostri genitori e abbiamo cucinato per loro come se fossero degli ospiti – dice Daniele –. Gli abbiamo chiesto cosa ne pensavano. Erano entusiasti. Quello è stato il momento in cui, credo, abbiamo capito che potevamo provarci».

 

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Non chiamatelo ristorante. «Molti pensano che questa sia un’attività. Ma non è così – precisa Giancarlo –. Qui non c’è niente di professionale, semplicemente condividiamo la nostra passione con persone che hanno voglia di mangiare bene in un ambiente informale. Mi piace definire le nostre cene come cene tra amici prossimi. Nel senso che se non si è ancora amici, dopo aver mangiato qui lo si diventa». Gli ospiti pagano tra i 25 e i 30 euro in base al menù, che comprende sempre numerose portate e ingredienti di prima qualità, provenienti dal territorio bergamasco: frutta e verdura di produzione locale, vini di un giovane viticoltore del posto, carne e salumi della Macelleria Magri, formaggi dell’azienda agricola Marchetti. Alla fine in tasca ai tre non rimane nulla, se non il recupero della spesa fatta per la cena. Al momento, dati gli impegni, le cene organizzate non sono mai più di una o due al mese, ma se la domanda dovesse aumentare… «Per ora stiamo facendo più interviste che cene» scherza Giancarlo. Eppure, vedendo la passione con cui raccontano la loro avventura e l’attenzione che ripongono nei dettagli, viene da chiedersi se il loro futuro non sia proprio nel mondo della ristorazione. Giancarlo inarca le sopraciglia; Barbara allarga le braccia; Daniele scuote decisamente la testa: «Macché lavoro, di lavoro facciamo altro. Se tutto questo diventasse un lavoro perderemmo quel lato ludico che è invece quello che ci piace tanto».

Certo non deve essere facile aprire le porta di casa a degli sconosciuti: «In realtà all’inizio c’è sempre un po’ di imbarazzo. Sia da parte nostra che da parte degli ospiti. Capita che a cenare siano magari piccoli gruppi diversi di amici. Per questo, mentre Barbara e Daniele cucinano, io cerco di rompere il ghiaccio con i presenti. Tempo mezz’ora e tutti mangiano e scherzano insieme. A volte si mettono pure a giocare a biliardino». Il risultato finale di questa ricetta è un piatto gustoso e lontano da quello offerto dai ristoranti: «Siamo proprio una cosa diversa – conclude Giancarlo –. È semplicemente una cena tra amici che unisce persone alle quali piace cucinare e persone alle quali piace mangiare».

 

 

Piatti che raccontano la loro storia. Una delle cose più belle del cenare da Giancarlo, Barbara e Daniele è che si entra in diretto contatto con le loro passioni. I loro piatti sono spesso frutto di esperimenti, di tentativi, di abbinamenti di sapori inediti, un mix di tradizione e novità. Libertà che un cuoco di un ristorante non si prenderebbe mai, mentre loro hanno deciso di puntare proprio su quello. Ogni piatto è una piccola storia, che nasconde un aneddoto o un viaggio: «La prima vera cena aperta a tutti che abbiamo fatto è stata la cena “chiudovalenciana” – racconta Barbara –, che unisce la cucina tipica del nostro paese, Chiuduno, con la città spagnola di Valencia, in omaggio all’ultimo viaggio che abbiamo fatto insieme in bicicletta. Siamo rimasti così affascinati da quei sapori che abbiamo pensato di riproporli in una cena cucinata da noi». Un racconto attraverso i loro piatti, i quali, a loro volta, raccontano anche le eccellenze del territorio bergamasco: «Durante le cene spieghiamo sempre anche da dove arrivano i prodotti – dice Giancarlo –. Ci teniamo alla qualità. Quando andiamo a fare la spesa, invece che un’ora ce ne mettiamo tre perché parliamo con i fornitori, sono amici oramai. E questo rapporto credo si veda anche nei piatti che proponiamo».

Conosciamoli meglio. Per tenervi informati sulla loro avventura, sulle date delle prossime cene e su tutte le novità, potete consultare il loro sito oppure la loro pagina Facebook. Ma visto che si tratta sempre di andare a mangiare a casa di sconosciuti, abbiamo pensato di raccontarvi un po’ più di Giancarlo, Barbara e Daniele attraverso delle simpatiche schede e una proposta di menù composto dai loro piatti forti.

 

BARBARA

Età: «30 anni».

Professione: «Educatrice in un asilo nido».

Piatto forte: «I risotti, un po’ tutti. Mi dicono che sono brava. Però me la cavo con i primi in generale. Essendo celiaca per me è sempre una sfida provare a creare primi piatti dai sapori particolari».

Piatto preferito: «Mi ripeterò, ma amo i risotti».

La cena perfetta: «Ambiente e compagnia fanno tanto. Ma a tavola io voglio essere sorpresa. Amo quei casi in cui non sai mai cosa aspettarti e rimani estasiato dai sapori e dagli abbinamenti provati. Il segreto della cena perfetta, secondo me, si nasconde nei sapori e nelle sensazioni che questi ti fanno vivere».

Sogno nel cassetto: «Mi piacerebbe aprire un’azienda agricola tutta mia, dove poter insegnare ai bambini come trattare gli ingredienti, come cuocerli, come abbinarli tra loro. Una sorta di “agrinido” diciamo».

 

WelcHome Restaurant Chiuduno Barbara, Giancarlo e Daniele (3)DANIELE

Età: «34 anni».

Professione: «Operaio».

Piatto forte: «La carne, decisamente. Alla griglia credo di dare il meglio di me, ma in generale me la cavo con diversi tipi di cotture».

Piatto preferito: «Vorrei dire carne alla griglia, ma se vogliamo fare i fighi dico medaglione di filetto di maiale con pancetta croccante».

La cena perfetta: «Amo la natura, quindi la mia cena perfetta è all’aria aperta. In campeggio, o ancora meglio in un bosco. Un falò acceso e via. Buona compagnia e cose semplici da mettere sotto i denti».

Il sogno nel cassetto: «Amo viaggiare e andare in bici. Ho già fatto qualche viaggio pedalando, ma il sogno sarebbe girare il mondo in sella alla mia bicicletta».

 

 

WelcHome Restaurant Chiuduno Barbara, Giancarlo e Daniele (4)GIANCARLO

Età: «33 anni».

Professione: «Commerciante».

Piatto forte: «I veri cuochi sono loro, ma io credo di non essere male a fare il pane. Ah, e anche le crostate! Ne ho fatta una qualche tempo fa con una marmellata di kiwi fatta da me che era squisita».

Piatto preferito: «Gnocchi burro e salvia, senza dubbio. Semplice, ma se fatto bene è la fine del mondo. Naturalmente per gnocchi intendo quelli fatti in casa».

La cena perfetta: «Pochi amici, ma buoni. Piatti semplici, ma curati. Ho ancora negli occhi e nel cuore una cena fatta in un rifugio ai piedi del Monte Bianco. Ecco, quella per me è stata la cena perfetta».

Il sogno nel cassetto: «Ho fatto teatro per 10 anni e mi piacerebbe tantissimo riuscire a portare sul palco uno spettacolo scritto da me, curandone anche la regia».

IL MENU DI GIANCARLO, BARBARA E DANIELE

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Antipasti:

Spiedino di pere Williams caramellate al miele, puzzina (un formaggio di Credaro) e paprika dolce.

Crostino fatto in casa con culaccia, fichi secchi e riduzione di aceto balsamico.

Primo:

Riso venere con gamberi, crema di zafferano e zucchine.

Secondo:

Medaglione di filetto di maiale con pancetta croccante.

Dessert:

Mousse di ricotta con confettura di fichi e arancia e scaglie di cioccolato.

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