La "Principe Umberto"

La cioccolateria di Ghiaie di Bonate come un salottino di casa

La cioccolateria di Ghiaie di Bonate come un salottino di casa
Pubblicato:
Aggiornato:

42 (2)

 

Pareti dalle tinte calde, divanetti accoglienti e, tutt’intorno, mensole in legno. Si sta parlando di un intimo salottino di casa? No, ma poco ci manca. Perché una volta varcata la soglia della Cioccolateria Principe Umberto, la sensazione di trovarsi ospiti a casa di amici è garantita. Rintanati in questo posticino ubicato nel cuore delle Ghiaie di Bonate Sotto, proprio di fronte alla Chiesa, perfino il tempo malinconico dell’autunno si trasforma in un piacere.

Chiusa soltanto il primo dell’anno, il pomeriggio di Natale e il pomeriggio di Pasqua, nei 362 giorni rimanenti la Cioccolateria offre un servizio quasi non-stop: le porte sono aperte dalle sei e mezza della mattina fino alla mezzanotte (ad eccezione del lunedì, in cui gli ingranaggi vengono spenti nel pomeriggio per poi essere riattivati alle 20.00), e anche se il periodo di maggior attività corrisponde ai freddi mesi dell’autunno e dell’inverno, tra le specialità della casa non manca qualche escamotage per attirare anche i clienti che cerchino di sfuggire alla calura estiva. «Il locale lavora soprattutto di inverno, è vero», racconta Lorenzo, titolare insieme al fratello Corrado, «Ma anche a giugno e luglio c’è un buon  via e vai per le colazioni, senza contare che con granite, gelati, centrifughe e succhi naturali, è possibile accontentare i gusti di chiunque».

3 (2)
Foto 1 di 12
57 (2)
Foto 2 di 12
67 (2)
Foto 3 di 12
70 (2)
Foto 4 di 12
71 (2)
Foto 5 di 12
75 (2)
Foto 6 di 12
78 (2)
Foto 7 di 12
80 (2)
Foto 8 di 12
81 (3)
Foto 9 di 12
106 (2)
Foto 10 di 12
92 (2)
Foto 11 di 12
93 (2)
Foto 12 di 12

Un’offerta poliedrica, quella della Cioccolateria, che ha saputo trovare nella varietà dei suoi prodotti la formula vincente per conquistare tutti, senza però rinunciare al dettaglio della qualità: «Il successo è dovuto al fatto che non è il solito posto dove c’è chiasso e birra. Qui sì, c’è anche la birra, ma è comunque un locale “trasversale”, frequentato da chiunque. Le compagnie di ogni età si trovano a proprio agio, qui. Hanno l’impressione di entrare in un soggiorno intimo e accogliente».

Nel menù, diverse tisane, gelati, pasticcini e altre specialità, come lo sfizioso o il golosino. E, ovviamente, il cioccolato, che arriva fumante nelle tazze dei clienti, trasportando con sé un sapore internazionale e artigianale insieme. Il cacao è infatti importato dal Belgio e dall’Olanda e viene poi lavorato e miscelato con la fecola e lo zucchero. Una procedura, questa, portata a compimento direttamente da Lorenzo e Corrado che, prima di mettersi alla guida del locale nel 2007, hanno fatto una vera e propria full-immersion nella cultura del cioccolato, frequentando corsi, visitando cioccolaterie ed estrapolando segreti agli artigiani esperti del settore: la base è sempre quella, e sembra semplice, ma il trucco sta nell’aggiunta degli aromi. «Dopo i primi corsi, abbiamo acquisito le nostre essenze e le abbiamo introdotte nel menù». Ecco dunque le più gettonate cioccolate (classica, fondente, bianca), accompagnate da ricette che vedono sposare il cacao a gusti più azzardati: è il caso, per esempio, delle cioccolate allo zenzero, alla cannella, al peperoncino, alla noce moscata. Connubi che stimolano la curiosità dei palati più avventurosi e audaci. Anche se, a quanto dice Lorenzo, la cioccolata con il maggior successo - quella più venduta - resta la classica al latte.

1 (2)
Foto 1 di 4
2 (2)
Foto 2 di 4
12 (2)
Foto 3 di 4
82 (2)
Foto 4 di 4

In questo locale, a cui l’Ascom riconosciuto l’abilità di contraddistinguersi come uno dei posti più particolari in tutta la Regione, la crisi non è arrivata. Dice Lorenzo: «L’unica cosa ad essere diminuita è stata la vendita nel  comparto dei regali; la gente tende a non portare più via le barrette di cioccolato, a tralasciare l’acquisto dei piccoli pensierini. Al contrario, devo dire che l’attività della consumazione, con il tempo, è andata sempre migliorando». Ma sono solo i peccati di gola ad aver attirato una clientela garantita trasformando questo posto in una rarità che corre controcorrente? «Chi vuole aprire un locale, oltre ad avere una grande forza di volontà e di sacrificio», continua Lorenzo, «deve specializzarsi in una particolarità. Di locali uguali per tutti ce ne sono tanti. Bisogna avere il coraggio di rischiare, e unire alla qualità, un po’ di originalità, per offrire qualcosa che non si possa trovare altrove».

[Fotografie per gentile concessione di Bergamo Party]

Seguici sui nostri canali