Giorno 2 di #BUMaCannes

Diario di due ragazzi a Cannes Tra corse, code e... felicità!

Diario di due ragazzi a Cannes Tra corse, code e... felicità!
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Continua il racconto del viaggio al Festival di Cannes di Alessandra Salvoldi e Alessio Osio, ovvero del collettivo bergamasco/bresciano BUM – Bringing Up Movies. Ale&Ale vivranno tre giorni alla kermesse da protagonisti, essendo stato selezionato per la rassegna Short Film Corner il loro corto Rosso Cremisi. Sul nostro sito ospiteremo il loro diario di viaggio, dove racconteranno giorno per giorno incontri, emozioni e sorrisi dalla Croisette, tra parole e foto. Per restare aggiornati sul loro viaggio, quindi, leggeteci. L’hashtag di questa avventura è #BUMaCannes.

 

Diario: giorno 2

La sveglia e le corse mattutine. Il Festival di Cannes è sole, mare, divertimento e relax… Sì, forse se sei Charlize Theron e Sean Penn, mentre noi siamo Alessandra e Alessio e gli inviti per le proiezioni ce li abbiamo alle 8.30. No, non 20.30, proprio 8.30 con apertura porte alle ore 7 e arrivo entro le ore 7.45. Ci saremmo davvero tanto voluti svegliare alle ore 6, ma la sveglia non l’abbiamo sentita. Avremmo davvero tanto desiderato alzarci dal letto alle ore 6,15 ma niente, nulla. Siamo risorti solo alle 6.30, abbiamo corso a perdifiato per truccarci, pettinarci, abbinare la camicia ai pantaloni, alle scarpe, alla borsa. O almeno uno dei due, indovinate voi chi! Insomma la nostra visagista non è arrivata, la stylist nemmeno e la macchina che avrebbe dovuto portarci sino al Grand Theatre Lumiere non si è palesata quindi abbiamo dovuto. No, scherziamo, nulla di tutto questo. Abbiamo percorso la strada che ci divide dal Palais du Cinema come dei pazzi, corse su corse, su corse, trangugiando barrette gluten free perché la cosa che veramente ci accomuna è la celiachia. Siamo arrivati in loco all’ultimo, abbiamo sbagliato ingresso ma Alessandra ha fatto gli occhi dolci all’addetto alla sorveglianza e siamo comunque riusciti ad entrare.

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La proiezione: La fille inconnue. Ci sediamo in sala e ok, lo ammettiamo, non abbiamo la più pallida idea di quello che sia successo tra le 7.45 e le 8.30 perché abbiamo chiuso gli occhi per… ehm, riflettere e ci siamo risvegliati con un applauso perché qui si fa l’applauso anche all’inizio, sulla fiducia, sappiatelo! Il film, La fille inconnue dei fratelli Dardenne, inizia. Che dire? È una di quelle pellicole che non avremmo mai scelto di andare a vedere ma sarebbe stato un gran peccato. La storia è piccola ma non piccola in senso spregiativo, è proprio minimale, ridotta all’osso, e segue le vicende della giovane dottoressa Davin che vive le sue giornate serene ma piene dei suoi impegni lavorativi come medico. È una donna forte e comune, servizievole e generosa. È un personaggio al quale subito ti affezioni perché è così vero e quotidiano. In realtà tutto il film è molto vero, molto ordinario. La chiave di volta dell’intera struttura narrativa è proprio l’empatia con una storia che potrebbe capitare davvero, raccontata con tempi distesi, lunghi sospiri e pause. Il ritmo de La fille inconnue sembra davvero quello di una composizione musicale che non sfocia però mai in tempi brillanti perché non servono. Non ci sono le grandi sceneggiate, le rivelazioni, il vociare, le forzature e il finale, magistrale e commovente, ne è la prova.

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Alessandra Salvoldi
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Alessio un po' demoralizzato per l'attesa di sapere se vedremo o no il film di Dolan
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Cose e felicità! Terminato il film abbiamo recuperato il prezioso adattatore che ci permette questo perenne e proficuo contatto con voi e poi ci siamo immersi nuovamente, sotto un sole cocente, nella bolgia del festival e abbiamo passato in rassegna l’area destinata ai produttori e distributori provenienti da tutto il mondo e pronti ad accogliere nuove proposte dagli addetti ai lavori presenti a Cannes. Orientarsi è davvero difficile, per fare una cosa ci mettiamo ore, perché prima ci perdiamo, poi troviamo la strada, ma prima di arrivare ci perdiamo di nuovo, alla fine arriviamo ma c’è coda o il posto è già chiuso, oppure facciamo la coda e poi scopriamo che il posto in realtà non era quello. Ok, detto così sembra triste e drammatico ma in realtà è stupendo anche solo pensare di fare la coda al Festival di Cannes. È bello esplorare il Palais du Cinema, prendere i dépliant, guardare i corti, informarsi e prenotare i biglietti.

News e felicità! Ah, super news del giorno: siamo riusciti ad ottenere un terzo invito alle proiezioni e venerdì riusciremo a vedere The last face di Sean Penn. Inutile dire che non stiamo nella pelle. Su Xavier Dolan invece ci stiamo lavorando a vi teniamo aggiornati! Chiudiamo la giornata con la solita passeggiata sulla Cote d’Azur e il pensiero che siamo fortunati ad essere qui perché una volta nella vita, anche tra corse, incertezze, inviti ad orari che dovrebbero essere proibiti per legge e vip che ci sfuggono, al Festival bisogna partecipare.

Alessandra&Alessio

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