«St'an a 'ndó mia»

10 frasi bergamasche sulle elezioni

10 frasi bergamasche sulle elezioni
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Il 4 marzo si avvicina, ma la campagna elettorale è già ampiamente in atto. Anche noi, come tutti, siamo abbastanza disorientati, perché le certezze di una volta non ci sono più. Ma quasi non esistono nemmeno i dubbi. Nel senso che chi incontri spesso dichiara di avere una posizione, quella di non votare. Il partito degli astenuti e degli indecisi, insomma, sembra essere il netto favorito. E la propaganda fa ben poco per farci cambiare idea, anzi.

 

1) St'an a 'ndó mia

Dichiarazione d'intenti che non sempre, per fortuna, verrà rispettata, ma che indica sia l'attuale rassegnazione sia la passata convinzione. Sarà rispettata? Alle urne l'ardua sentenza. [Trad. Quest'anno non vado]

 

 

2) I è töcc istèss

C'è chi non fa differenza tra candidati e partiti diversi, ma si limita a riscontrare la fondamentale uguaglianza non delle persone, ma del comportamento dei politici quando salgono al potere. [Trad. Sono tutti uguali]

 

 

3) I promèt töt e i mantègn negót

Si scatenano le fallaci promosse elettorali, e non passano il severo vaglio del nostro scetticismo. C'è da dire che alcune sono veramente difficili da digerire. [Trad. Promettono tutto e mantengono niente]

 

 

4) I gh'à a cör dóma la scagna

Simpatico detto popolare per definire il legame morboso che si stabilisce tra un politico e la preziosa suppellettile. La storia, solitamente, ci dà ragione. [Trad. Hanno a cuore solo la poltrona]

 

 

5) A l'só mia 'ndó sbàt ol có

Confessione disarmata di chi ha cercato di approfondire, d'informarsi, di capire. E ha finito per avere un quadro così desolante da indurlo all'astensione. Salvo ripensamenti dell'ultima ora. [Trad. Non so dove sbattere la testa]

 

 

6) I gh'è piö i partìcc de öna ólta

Dimentichi delle feroci critiche riservati agli imponenti apparati di un tempo, eleviamo lodi nostalgiche a un mondo che non c'è più. Per poi passare subito a lamentarci di quello attuale. [Trad. Non ci sono più i partiti di una volta]

 

 

7) Öna ólta l'era assé mèt la crus sö la crus

Qualcuno ricorda ancora la semplicità di un gesto che, per la nostra innata religiosità, veniva considerato naturale. Purtroppo, i simboli di oggi poco si prestano a questa popolare semplificazione. [Trad. Una volta bastava mettere la croce sulla croce]

 

 

8) Mè vóte perchè chi óter i vóta töcc

Una teoria in voga tra gli elettori più schierarti sostiene che chi milita nelle file opposte andrà sicuramente  a votare in massa. Così, si incrociano ai seggi, guardandosi in affettuoso cagnesco come Don Camillo e Peppone. [Trad. Io voto perché gli altri votano tutti]

 

 

9) Te l'dighe mia chèl che vóte

L'abituale riservatezza si tramuta in vera e propria omertà, quando si parla dell'istituto del voto. Non siamo gente da exit poll, quello che pensiamo preferiamo tenerlo per noi. [Trad. Non ti dico quello che voto]

 

 

10) Ghe capésse dét piö negót

Chi ha perso il filo dell'evoluzione politica può trovarsi a scambiare la destra con la sinistra, e viceversa. E a vedere un candidato di un partito sempre osteggiato capeggiare la lista del proprio. [Trad. Non ci capisco più niente]

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