di Vecchio Daino
L’alleggerimento del traffico sulle strade che portano a Bergamo è il chiaro segnale dell’inizio delle vacanze, ma la gioia degli automobilisti è subito rimpiazzata dall’angoscia che li attende a casa, quando i pargoli li accolgono con la richiesta di assisterli nei gravosi impegni scolastici. E così, tra un lamento e una minaccia, s’ingaggia un’estenuante battaglia che avrà fine solo a settembre.
1. I ó mai fàcc ai mé dé
È la frase con cui alcuni nonni accolgono la custodia estiva dei nipoti, accompagnati dai tomi da compilare in vacanza. Ai loro tempi, andavano per prati e boschi da giugno a settembre. Non si può biasimarli. Semmai invidiarli. [Trad.: Non li ho fatti ai miei tempi]
2. I à cargàcc cóme àsen
Lo sguardo benevolo di genitori e nonni scorre con una certa apprensione l’elenco delle attività da svolgere prima di riprendere la scuola. Da qui il paragone con gli umili portatori di basto. [Trad.: Li hanno caricati come asini]
3. Mé tocherà fài a mé
Esasperati dalla scarsa voglia dei figli, alcuni genitori scelgono la strada più corta e deplorevole, quella di risolvere problemi e scrivere pensierini al posto loro. Con esiti, a volte, imbarazzanti. [Trad.: Mi toccherà farli da me]
4. I sèrv a negót
È la drastica opinione di chi pensa che l’ultima campanella segni una pausa che deve comportare la completa astensione dai libri. Che parecchi del resto praticavano anche durante l’anno scolastico. [Trad.: Non servono a niente]
5. Merà stàga dré
Il pensiero che la prole sia in grado di svolgere autonomamente i compiti non sfiora nemmeno la mente dei genitori più apprensivi e protettivi. Che si ritrovano così a passare ferie dedicate all’assistenza didattica. [Trad.: Bisognerà stargli dietro]
6. Ghi fó fà söbet
Le madri più diligenti, e implacabili, stabiliscono rigide routine di studio, “così poi siete liberi di fare quello che volete”. Durante le severe sessioni quotidiane, però, qualcuno vede il ritorno a scuola come una liberazione. [Trad.: Glieli faccio fare subito]
7. Mèi, i se tè alenàcc
Paragonando il lavoro della mente a quello delle mani, alcuni genitori riconoscono il valore dell’allenamento intellettuale. Anche se in alcuni casi il ricordo dell’ultimo libro letto è ormai sbiadito. [Trad.: Meglio, si tengono allenati]
8. I se gód gnach i vacanse
Il cuore dei nonni si stringe nel vedere i propri tesori affranti per la preoccupazione di non riuscire a evadere la pratica dei doveri scolastici. Così rimandano volentieri il problema ai genitori, esercitando l’arte dell’indulgenza. [Trad.: Non si godono neanche le vacanze]
9. Quàter lìber in tèrsa elementàr
Chi aveva come unico testo il sussidiario non capisce la proliferazione di libri degli ultimi tempi, e sospetta un complotto dei poteri forti librari. Al danno si aggiunge la beffa quando uno dei titoli è “Finalmente in vacanza!”. [Trad.: Quattro libri in terza elementare]
10. Ghe capésse dét negót
Questa è la disarmante ammissione di genitori e parenti che si arrendono di fronte all’evoluzione della didattica. Anche perché se provano a risolvere problemi e quesiti a modo loro, nella maggior parte dei casi l’alunno verrà biasimato per aver applicato un procedimento sbagliato. [Trad.: Non ci capisco niente]