Morigerati, attenti ai valori della famiglia, parsimoniosi. Tutto vero, siamo così, però sotto la superficie molti di noi indulgono ai vizi capitali, nessuno escluso. Ovviamente il più riprovevole è l’accidia, mentre verso la lussuria e la gola siamo più indulgenti. L’avarizia fa in qualche modo parte della nostra natura, l’ira la consideriamo inevitabile, l’invidia fastidiosa ma sopportabile. E la superbia? Quella è una virtù.
1. L’è sèmper istàcc ü bèch
C’è una sfumatura di ammirazione, nel valutare le imprese amatorie di un uomo dotato di notevole virilità e ignaro del concetto di fedeltà. La benevolenza nel giudizio ovviamente non si estende alla moglie. [Trad: È sempre stato un becco]
2. L’è stàcia ‘nsèma a töt ol paìs
Il nostro senso del pudore e l’elogio della continenza si applicano spesso a senso unico, nel nostro mondo un po’ misogino per tradizione. Fortunatamente le cose stanno cambiando. [Trad: È stata insieme a tutto il paese]
3. A l’fà fò la paga ai machinète
Abbiamo sempre giocato mettendo in palio denaro, ma se una volta competizioni come la morra esaltavano la socialità e il dialogo, seppure a volte con toni accesi, i metodi attuali per impoverirsi hanno la freddezza meccanica di una macchina. [Trad: Ha dilapidato lo stipendio alle macchinette]
4. A l’s’è rüinàt coi carte
In ogni paese si favoleggia di patrimoni passati di mano, di case perse e di intere famiglie gettate sul lastrico dall’abitudine di sfidare giocatori spesso più esperti nei fumosi locali di un bar, con partite che duravano fino all’alba. [Trad: Si è rovinato con le carte]
5. A l’biv de la matina a la sira
Il nostro rapporto privilegiato con il vino si nota, purtroppo, a partire dalle prime ore del mattino, quando qualcuno preferisce al cappuccino il bianchino. [Trad: Beve dalla mattina alla sera]
6. Se ‘l comènsa a l’ghe èd ol fónd
La nostra parsimonia e la naturale tendenza alla sobrietà a volte svaniscono davanti al richiamo di una buona bottiglia di rosso. E l’assaggio finisce solo quando non ne rimane una goccia. [Trad: Se la assaggia (la bottiglia) gli vede il fondo]
7. Gh’è piö i dróghe de öna ólta
La preoccupante diffusione di nuove sostanze psicotrope di cui ignoriamo persino il nome ci fa rimpiangere i bei tempi, dove almeno eravamo in grado di riconoscere e circoscrivere il campo degli effetti. [Trad: Non ci sono più le droghe di una volta]
8. A n’n’a föma öna vià dré l’ótra
Anche se “riduce l’uomo in cenere”, il tabacco è sempre stato tra le nostre passioni. Una volta veniva anche masticato e, se i danni al fisico sono gli stessi, almeno sono sparite le sputacchiere. [Trad: Ne fuma una dietro l’altra]
9. L’è lé che l’isciòpa e l’màia amò
Forse memori dell’atavica fame dei nostri contadini, a volte tendiamo a non saperci frenare davanti a una tavola imbandita, D’altronde, come rinunciare al salame, alla polenta con il coniglio e all’immancabile formaggio? [Trad: Sta scoppiando e mangia ancora]
10. L’è ü lendenù fàcc e finìt
Finiamo con quello che per noi è davvero il padre dei vizi, quell’ozio che sentiamo come profondamente contrario alla nostra natura operosa e attiva. Chi ne è affetto, viene emarginato. [Trad: È un lazzarone fatto e finito]