Dieci gioielli delle valli bergamasche
Ecco dieci tesori di montagna da scoprire sulle montagne orobiche. Tutti sopra i 500 metri. Idee per chi sta in vacanza tra le nostre valli e vuole scoprire quanta bellezza c'è nella loro storia.
1) L'Orologio Planetario Fanzago di Clusone
È una straordinaria opera realizzata nel 1583 da Pietro Fanzago, tuttora funzionante. Si trova sulla facciata sud della torre del municipio. L'orologio segna i movimenti del sole e della luna, le ore del giorno e la durata della notte, gli equinozi ed i solstizi, le costellazioni dello zodiaco, le lunazioni, i mesi, le ore, i minuti. L'antico meccanismo viene caricato a mano ininterrottamente tutti i giorni da circa quattrocento anni. Con una unica lancetta indica (in quanto anche i tre dischi concentrici ruotano): le ore, i giorni, i mesi, i segni dello zodiaco, la posizione del sole e della luna e la durata delle ore di sole e di buio. L'unico disco fisso è quello più esterno delle ore (del diametro di 3 metri e mezzo). È uno dei pochi orologi della sua epoca che funziona ancora con i pezzi originali. Attenzione, gira in senso antiorario!
2) Gli arazzi nel Museo della Basilica di Gandino
Sono il gioiello del nel Museo. Si tratta di quattro arazzi con scene di caccia, realizzati da Frans Guebel a Bruxelles, nel 1560, provenienti dal Palazzo nobiliare della famiglia Giovanelli. A questi si aggiunge la serie di sei arazzi con storie della vita di Maria Vergine, realizzati da Cornelio ed Enrico Mattens a Bruxelles, nel 1580. Provengono dal presbiterio della Basilica, e sono stati donati alla chiesa dalla famiglia Castello.
3) Il Gigante di Luzzana
Si tratta di una curiosa scultura nella roccia, realizzata nel 1840 da un artista locale, Giosuè Melli. Ha le fattezze di un gigante che sembra reggere la montagna, ma alcuni hanno pensato anche a un Cristo deposto. Lo scultore era nato in questo paese della Val Cavallina e poi si era spostato e aveva lavorato per tutta la vita a Roma. Il gigante è circa cinque metri di base è rispecchia il clima romantico dell'epoca in cui è stato realizzato.
4) Olera, il Polittico di Cima da Conegliano
Autentico gioiello che sorprende perché è inaspettato trovarselo di fronte in una chiesa di montagna, lontano dalle grandi rotte. È formato da nove pannelli disposti in tre ordini intorno ad una nicchia contenente una statua lignea raffigurante San Bartolomeo, patrono della parrocchia. Il pannello centrale rappresenta la Madonna col Bambino. È una delle tipiche Madonne del Cima, da cui traspaiono umana tenerezza e serenità classica, nei tratti tristi e dolci insieme. I due pannelli laterali a sinistra raffigurano San Girolamo e Santa Caterina, mentre a destra ci sono Santa Lucia e San Francesco. I pannelli inferiori, a figura intera, rappresentano San Sebastiano e San Pietro a sinistra, San Giovanni Battista e San Rocco a destra. Il polittico è ancora nella cornice originale.
5) Il Museo Fantoni di Rovetta
È situato nella casa che vide nascere e lavorare questa straordinaria dinastia di scultori che hanno disseminato dei loro lavori, in particolare in legno, le chiese delle valli bergamasche. La Casa Museo è stata organizzata dagli eredi della dinastia e presenta disegni, bozzetti e documenti, in particolare di Andrea che è stato il maggior rappresentante. Un'opera famosa dei Fantoni è custodita nella chiesa dei Disciplini, sempre a Rovetta. Un Compianto su Cristo morto con sette figure.
6) Il Trionfo della Morte di Clusone
Uno dei maggiori gioielli delle valli bergamasche. L'oratorio dei Disciplini di Clusone è un edificio di origine medievale, che si trova di fronte alla basilica di Santa Maria Assunta. L'edificio, dalla struttura semplice, è famoso per un ciclo di affreschi di grande valore, realizzato tra 1484 e 1485, come riportato dai registri della congregazione. Furono dipinti dal pittore clusonese Giacomo Borlone de Buschis. Raffigurano il Trionfo della morte e la Danza Macabra nella sua parte esterna e la vita di Gesù con la Crocifissione nella sua parte interna dell'Oratorio.
7) La pala di Giambattista Moroni a Parre
Questo grande artista di Albino, famoso ritrattista, ha lavorato molto nelle valli realizzando quadri sacri che la critica hanno sempre giudicato opere minori. In realtà non è così e lo dimostra questa grande pala con la Madonna che dialoga con i tre santi, Paolo, Pietro e Giovanni Evangelisti. La scena sembra ambientata proprio nella chiesa per la quale Moroni ha dipinto il quadro. E i tre santi sembrano a loro volta dei ritratti. Un'opera che coinvolge e che avvicina i personaggi sacri alla quotidianità di tutti i fedeli.
8) Il borgo di Arnosto
Nel comune di Fuipiano Valle Imagna si trova questa che è la più importante e meglio conservata tra le strutture rimaste sul territorio e rappresenta forse l’aspetto più significativo del patrimonio edilizio della valle. Anticamente e fino al 1797, fu sede della Dogana Veneta. Qui si delimitava il confine tra fra il ducato di Milano e la Serenissima. L’antico borgo risale al Trecento e sembra essersi fermato a quell'epoca con gli edifici tutti in pietra e i tetti costruiti con lastre di roccia calcarea della Valle Imagna dette piode, tagliate molto spesse.
9) Palazzo Milesi a Gromo
Venne edificato nel 1465 in occasione delle nozze di un figlio dei Ginami. Nel 1924 divenne sede comunale. È una costruzione civile che negli anni non ha mai subito alterazioni artistiche. Si caratterizza per sua bellissima architettura. Sul fianco sinistro presenta due piani con eleganti logge sovrapposte e un portico al piano terra. L'interno conserva alcuni locali caratterizzati da soffitti a cassettoni dipinti. Le pareti al secondo piano sono ornate da un importante ciclo di affreschi, recentemente restaurati, che hanno come tema il mercato delle armi bianche: personaggi in ricche vesti che si scambiano alabarde e spade.
10) La chiesa di San Siro a Rota Imagna
Cos'ha di particolare questa chiesa che sembra sin troppo imponente per questo piccolo centro? L'eccezionalità sta in chi l'avrebbe progettata: Giacomo Quarenghi, cioè uno dei più importanti architetto del Settecento in Europa, che a Rota era nato e che poi avrebbe lasciato il suo segno nella maggiori costruzioni di San Pietroburgo in Russia, dove aveva lavorato chiamato dallo zar. Se guardate bene troverete dei tocchi di classe, come gli archi pensili del bellissimo portico antistante la chiesa.