È calato il sipario sul Piasentì, il mitico bar di Nembro con una storia lunga cent'anni
Il 31 luglio ha abbassato la serranda, era stato aperto nel 1925 da Antonio Savoldi. Poi era arrivata la Bocciofila Cantini

di Clara Scarpellini
A Nembro, il Piasentì è stato molto più di un semplice bar. Dopo quasi un secolo di attività, il 31 luglio è calato il sipario su questo pezzo di storia locale: Angelo Savoldi, classe 1937, ha deciso di fermarsi.
Una scelta che chiude un ciclo iniziato ben prima di lui: il bar-trattoria era stato aperto nel 1925 da suo padre Antonio, scomparso nel 1944. A mandare avanti l’attività ci pensarono poi la madre e i figli, Angelo in primis, insieme alla sorella Margherita, storica cuoca della trattoria.
Negli ultimi decenni era rimasto solo il bar, ma chi conosce il Piasentì, anche solo per sentito dire, sa che quel luogo è stato anche casa della storica “Bocciofila Cantini”, società tra le più prestigiose della provincia di Bergamo.

«Era un campo solo, esterno, ma un punto di riferimento. Dagli anni Settanta, per la Cantini sono passati grandi nomi del boccismo – racconta Roberto Nespoli, per dodici anni presidente del comitato provinciale di Bergamo della Federazione italiana bocce e oggi consigliere regionale -. Si organizzavano gare di tutti i livelli, anche nazionali, persino per i ragazzi under 12. È stata tra le prime società a credere nei giovani».
Una storia popolare
La bocciofila oggi non esiste più, almeno ufficialmente. Il campo c’è ancora, ma è inattivo da un paio d’anni. «Era l’immagine di una storia che non c’è più, di un modo di passare il tempo genuino, in compagnia», aggiunge Nespoli.
E di Angelo, cosa sarà ora che chiude il bar? «Angelo ha 86 anni, ma (...)