Elena e Denise, voce e organo Un'armonia tutta bergamasca

Abbiamo sentito i loro concerti in teatro, in chiesa, in serate di gala organizzate in gallerie d'arte, per il lancio di collezioni moda e in qualche evento privato. Stiamo parlando del mezzosoprano Elena Bresciani e della pianista e organista Denise Lamera. Un percorso complesso, quello che le ha portate sotto i riflettori, fatto di studi, difficoltà, sfide personali e tanta - tantissima - passione. «Ci siamo conosciute quando eravamo alle medie – inizia a raccontare Denise – e da allora non ci siamo più separate: Elena a 13 anni aveva già una voce pazzesca. Io studiavo pianoforte da quando avevo 7 anni e così, quasi per gioco, ho iniziato ad accompagnarla nelle lezioni di canto con arie d'opera, come il Don Giovanni di Mozart. Non ricordo il nostro primo concerto. Ne abbiamo fatti talmente tanti. All'inizio si trattava di cammei all'interno di un evento».
Denise Lamera, all’organo. E oggi, che di anni e di acqua sotto i ponti ne sono passati, possono raccontare i sacrifici fatti per arrivare fin qui. «Dopo il diploma in pianoforte, ho iniziato a studiare organo e composizione organistica al conservatorio di Cremona – continua Denise –. Contrariamente a quel che si crede, l'organo è uno strumento molto diverso dal piano. Ero abituata a leggere due pentagrammi alla volta (uno per la mano destra e uno per la sinistra), mentre l'organo ne ha tre, perché ci sono anche i piedi. È uno strumento molto fisico perché richiede il coinvolgimento di tutto il corpo». Nota da non sottovalutare: fino al Concilio ecumenico Vaticano II, alle donne non era concesso suonare l'organo, né tantomeno suonare in chiesa: «È stato concepito come uno strumento prettamente maschile: l'organo ha tasti pesanti ed è logorante fisicamente».
Ma Lamera non si è certo lasciata scoraggiare: «Negli stessi anni mi sono laureata in Lingue e Letterature straniere all'università di Bergamo – ricorda- ho preso 110 e lode, ma per me è stata quasi una passeggiata rispetto allo studio dedicato alla musica. Dopo esser diventata mamma, ho dovuto preparare l'esame finale di organo: provavo con le cuffie nelle orecchie per non svegliare mia figlia». Si è pronti a fare certi salti mortali solo se sono presenti tre fattori: una fortissima motivazione, uno spiccato senso di dedizione e un incontrastabile talento che spinge verso le più alte vette, sacrificando anche tempo libero, rapporti interpersonali, sabati e domeniche, in nome di prove ed esibizioni.
Elena Bresciani, mezzosoprano. «Lavoro sulla mia voce da 26 anni», attacca Elena, entrando subito in medias res. Dopo il diploma in canto lirico al Conservatorio di Bergamo, si è laureata in Voice Performance alla Trinity-Guildhall di Londra, «per misurarsi anche in musica contemporanea, che era del tutto assente dai piani di studio del conservatorio fino all'ultima riforma». Fino a qualche tempo fa, infatti, l'opera più recente studiata in conservatorio era datata 1924, mentre «oggi la musica è cambiata. Si continua a comporre, ma le trame sono più intricate e i personaggi più complessi rispetto a quelli del passato. Tradizionalmente la voce del mezzosoprano era quella del deuteragonista, della cattiva di scena e della femme fatale, ora si gioca di più sulla psicologia dei personaggi, perché nulla è dato per scontato», spiega Elena.
Nella sua carriera, lunga 15 anni, ha ricoperto circa 12 ruoli operistici differenti firmati Verdi, Puccini, Mascagni, Ponchielli, Donizetti (solo per citare qualche nome); ha vinto diversi concorsi internazionali e si è esibita in Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Svizzera, Bulgaria, Albania, presso importanti sedi: Carnegie Hall di New York, Teatro Donizetti di Bergamo, Hertford Music Society di Oxford, Sala Alfredo Piatti di Bergamo, Varna Palace of Culture in Bulgaria, Festival Internazionale dei Cantanti Lirici Marie Kraja di Tirana (in diretta tv), Teatro Moriconi e Teatro Pergolesi di Jesi per la Fondazione Pergolesi Spontini, Teatro Goldoni di Livorno, Teatro Bibiena di Mantova, Teatro Comunale di Ferrara, Teatro dell'Aquila di Fermo, Teatro Verdi di Brindisi, Teatro Marrucino di Chieti, Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, Teatro Diego Fabbri di Forlì, Teatro della Fortuna di Fano, Teatro Bibiena di Mantova,Teatro Filarmonico di Verona.
Elena, proprio come la sua amica d'infanzia, ha preferito coltivare anche un eventuale piano B per il futuro, laureandosi in Lettere, che ora fa parte del suo bagaglio culturale (anche perché il piano A ha raggiunto in pieno gli obiettivi prefissati). Nel 1999 ha fondato l'Accademia di Alta Formazione Musicale Studio di Canto Elena Bresciani, dove insegna tuttora, e che nel novembre 2014 si è trasformata in un salotto artistico-culturale: un luogo di ritrovo di artisti e intellettuali italiani, alla stregua di baluardo post-illuminista.
Due persone, due grande artiste unite dal trait d'union della musica e dell'amicizia: «Siamo due affinità elettive - dicono insieme – siamo cresciute leggendo Goethe e Flaubert e siamo diventate adulte esibendoci insieme, almeno una volta all'anno». Entrambe sono anche testimonial dell'Atelier Moki di Bergamo, che le veste dal 2010 per le grandi occasioni pubbliche: «Monica ha studiato pianoforte e ha un grande amore per la musica. Potevamo chiedere una partnership migliore?»