Radiazioni verso la Terra

Il bergamasco Igor Andreoni ha scoperto un buco nero a 8,5 miliardi di anni luce da noi

Il raggio è stato catturato dal telescopio Ztf negli Stati Uniti e Andreoni ha spiegato il fenomeno in un articolo su Nature

Il bergamasco Igor Andreoni ha scoperto un buco nero a 8,5 miliardi di anni luce da noi
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Sta a più di 8,5 miliardi di anni luce, è stato sorpreso proprio mentre inghiottiva una stella e ha emesso un insolito raggio di radiazioni che ha raggiunto la Terra, che è stato prontamente catturato dal telescopio Zwicky Transient Facility (Ztf) negli Stati Uniti lo scorso febbraio. Il raggio è stato poi studiato fino a svelarne la sorgente grazie al Very Large Telescope (Vlt) dell'Osservatorio europeo meridionale (Eso) in Cile. Due articoli pubblicati sulle riviste Nature Astronomy e Nature, la cui prima firma riportata è quella di un bergamasco, l'astrofisico Igor Andreoni.

Solo sfide difficili

Igor Andreoni è post-doc all'Università del Maryland-Nasa's Goddard Space Flight Center. Si occupa di transienti, onde gravitazionali e va a caccia di sorgenti che compaiono per poi sparire. In particolare, allo studioso bergamasco piacciono le sfide difficili, perché lui stesso ha spiegato: «E tra queste sorgenti quelle che mi piacciono di più non sono quelle che ci mettono settimane e mesi, ma quelle brillanti che compaiono per qualche giorno o qualche ora al massimo».

Tra le scoperte alle quali ha partecipato, anche quella di una kilonova associata a un segnale di onde gravitazionali, esperienza che lo stesso Andreoni aveva raccontato in una lettera alla nostra testata e che aveva condiviso con un team di studiosi tra i quali anche un altro bergamasco, Mattia Bulla. Era il 2017 e Andreoni lavorava alla Swinburne University of Technology a Melbourn.

Un viaggio nel tempo

La scoperta spiegata da Andreoni su Nature ha inizio nel febbraio 2022, quando il telescopio Ztf rilevò una nuova sorgente di luce visibile, una di quelle che piacciono all'astrofisico bergamasco perché ha brillato solo per pochi giorni ed è stata quindi tanto veloce quanto misteriosa. L'evento, chiamato AT2022cmc, ne ricordava un altro caratterizzato da raggi gamma, la più potente fonte di luce nell'Universo.

Consapevoli dell'importanza e della rarità del fenomeno al quale stavano assistito, la comunità scientifica degli astronomi si è subito messa in allerta per attivare diversi telescopi in tutto il mondo allo scopo di osservare la sorgente sconosciuta in modo più dettagliato. Andreoni spiega: «Abbiamo sviluppato un sistema open source per l'analisi dei dati per archiviare ed estrarre informazioni importanti dalle osservazioni fatte con Ztf in modo da essere avvisati in tempo reale quando si presenta un evento atipico».

Questa collaborazione tempestiva ha funzionato, perché il Vlt dell'Eso, in Cile ha rapidamente osservato il nuovo evento con lo strumento X-shooter e i dati raccolti sono stati sorprendenti. Il raggio proveniva da una distanza di 8,5 miliardi di anni luce, un vero e proprio viaggio nel tempo. Quello che gli astronomi hanno osservato è infatti un raggio che ha iniziato il suo viaggio quando l'universo aveva circa un terzo della sua età attuale.

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