Il “rüt” non solo è utile, è anche nobile. Parola di dialetto bergamasco
Quello che si sparge sui campi è essenziale. Meno, invece, la persona definita tale
Di Ezio Foresti*
Si avvicina l’inverno e, dopo aver sistemato anche il melgòt sóta la lòbia, cioè aver appeso le pannocchie di granturco sotto il porticato per farle essiccare, al contadino non restava molto altro da fare.
Mancava però un’operazione importantissima, seppur svolta con l’impiego di un materiale poco nobile: la preparazione dei campi con ol rüt, “tutto ciò che si adopera per concimare i terreni”, spiega il Tiraboschi, con elegante pudore. Anche la parola latina da cui deriva, rudus, trasmette un senso di distinzione, mentre nei suoi pressi il senso che viene più sollecitato è l’olfatto, non sempre in modo gradevole.
L’attività di cui si parlava prima è spand ol rüt, ed è oggi effettuata con l’ausilio di mezzi meccanici,mentre un tempo era una questione di carióla, anga e badél. La grassa più usata dalle nostre parti era senz’altro il rüt de stala, il letame o stallatico, di solito raccolto in mucchi chiamati méde o mide.
Curiosamente, nell’Ottocento in italiano si chiamavano sterquilini, altra parola nobilitante. Una volta sparso, il lavoro non era finito, perché occorreva oltà ol rüt, rivoltarlo periodicamente per farlo maturare in modo omogeneo. Sì, perché ol rüt frècc, cioè quello fresco, non ha la proprietà del rüt cóld, quello ormai giunto a maturazione.
Naturalmente, come succede spesso, la parola è sfuggita all’ambito agricolo e si è diffusa in altri settori, descrivendo anche “il sudiciume che sia sopra a qualsivoglia cosa”. Per esempio iga ol rüt vólt söl mostàss si dice dell’accumulo di sporco che “si genera sulla pelle del corpo quando non si lava”. Il che una volta non doveva essere un evento rarissimo.
Rüt è infine un epiteto che si rivolge a una persona che non si è comportata secondo il nostro codice morale, dimostrandosi spregevole e, al contrario della materia che si sparge sul terreno, di nessuna utilità.
*in memoria
Anche sternì ol rut, da stern (stella) . Irraggiare a stella ol rut, che si scaricava dal carretto inclinato (le stanghe in alto) con il raspù, ol rascc con i denti angolati per agevolare lo scarico. Molti detti bergamaschi, collegati con le attività agricole in disuso, sono stati abbandonati, purtroppo.