Operazione Mato Grosso

Il Sud America chiama, Bergamo risponde: 250 quintali di viveri viaggiano verso il Perù

Nei giorni del lockdown l'idea di avviare comunque una raccolta viveri per i poveri dell'America Latina. Pasta, riso, zucchero, tonno, scatolame e olio hanno riempito un enorme container in viaggio verso Lima. "Siamo commossi dal grande cuore di Bergamo".

Il Sud America chiama, Bergamo risponde: 250 quintali di viveri viaggiano verso il Perù
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di Giambattista Gherardi

Un segno di solidarietà importante, quasi inaspettato, che rafforza il profondo legame che unisce la terra Bergamasca ed il Sud America, entrambi travolti dall’emergenza Covid. Ha superato i 25.000 kg. di generi alimentari raccolti la colletta alimentare organizzata sin dallo scorso marzo dai giovani dell’Operazione Mato Grosso, che hanno coinvolto l’intera Bergamasca in un progetto semplice e per questo efficace.“Nei giorni più duri della pandemia - spiega la volontaria Elena Bugada - abbiamo ricevuto dal Perù alcuni appelli disperati, come quelli di Padre Armando, parroco di Chimbote (missione in cui vive il volontario Silvio Tonelli di Gandino) e di Silvia Savoldelli, infermiera volontaria di Solto Collina, fra le Ande da oltre sette anni. Eravamo ben consapevoli che anche Bergamo e i Bergamaschi stavano vivendo un vero e proprio dramma, ma le richieste di aiuto non potevano essere messe in disparte.Così una volontaria italiana, Emanuela Melato di Bianzano che ha vissuto in Perù 35 anni, ha proposto di raccogliere un container di viveri da mandare in Perù a luglio”.

Semplici le parole utilizzate per l’appello, circolate poi come un tam tam fra le centinaia di volontari sparsi un poco ovunque, in provincia e non solo: “Ognuno coinvolga amici e parenti, raccogliamo pasta, riso, zucchero, tonno, scatolame, olio. Tutto andrà meglio, perché avremo la preoccupazione anche per i più poveri e la Provvidenza ci aiuterà”.

Tutto è partito in sordina, con una quindicina di volontari coinvolti. Poi sono arrivate le prime telefonate, con gente che offriva denaro essendo bloccata in casa per il lockdown, oppure che voleva condividere generi alimentari acquistati dopo lunghe code al supermercato.

“Siamo subito rimasti a bocca aperta – aggiunge Elena – nel constatare la generosità della gente e lo slancio di persone che non conoscevamo, ma che sapendo della nostra iniziativa si sono fatte a loro volta portavoce con amici e parenti. Una cosa davvero bellissima!”.

Ma dove nasce l’Operazione Mato Grosso? “Parlarvi dell’Operazione Mato Grosso - spiegano i volontari - è dare voce a tanti bambini e a tanta gente povera dell’America Latina, che ancora oggi muore di fame o di malattie banali come la diarrea, la polmonite, le infezioni. Per usare poche parole l’Operazione Mato Grosso è proprio commuoversi ogni giorno di fronte a chi ha fame. Così nacque nel 1967 questo movimento, grazie a don Ugo De Censi, salesiano valtellinese, commosso per i bisogni di un suo confratello, missionario in Brasile, e grazie a tanti giovani che decisero di fare qualcosa di concreto per i poveri. In seguito i bisogni di questa gente portarono ad aprire altre missioni non solo in Brasile, ma anche in Ecuador, Bolivia e Perù.

Attualmente le missioni dell’Operazione Mato Grosso sono 90 con circa 350 volontari italiani permanenti (coppie con figli, ragazzi/e, sacerdoti) che vivono-lavorano gratuitamente tra i più poveri. In tutti questi anni sono diversi i lavori portati a termine nelle varie missioni: si sono costruite scuole professionali (taller) per insegnare un lavoro ai ragazzi/e orfani e più poveri (sono scuole di intaglio del legno, ricamo tessitura, muratura, meccanica...), istituti superiori per formare maestri (ISPEC), cooperative di falegnameria, costruzione di mobili. Tutto questo per permettere loro di non abbandonare la propria terra, perché a loro volta siano di aiuto a chi è meno fortunato di loro”.

Tutti questi interventi sono sostenuti dai gruppi qui in Italia che si assumono precisi impegni di lavoro ogni giorno, impegnando il tempo libero, e svolgendo un ruolo educativo e di testimonianza verso altri giovani. La raccolta viveri è stata quasi una “necessità”, poiché era impossibile dedicarsi ai lavori che di norma consentivano di reperire risorse da inviare in Sud America.

“Attraverso Prima Bergamo – aggiungono - vogliamo dire tutto il nostro grazie: avete accolto il nostro piccolo sogno trasformandolo in un enorme container pieno di viveri. E’ partito il 24 luglio via mare, con destinazione Perù. Tra 40 giorni arriverà a Lima, dove i viveri verranno subito smistati nelle nostre missioni per essere distribuiti agli ultimi fra gli ultimi”.

La raccolta viveri dell’Operazione Mato Grosso (attraverso la presa a domicilio) sta comunque continuando, per riempire un altro container che partirà in autunno. I referenti da contattare sono Giovanni (3381398363) e Paolo (3404704372).

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