La bottega Dolfi Home in Città Alta Il calore del legno e dell'artigianalità

«Cosa manca in Città Alta?» questa domanda è ronzata nella testa di Paolo Carnazzi per mesi, finché non gli si è accesa una lampadina. Fino al 1 novembre 2013, giorno dell'inaugurazione, a Corsarola e dintorni mancava un negozio che celebrasse il calore del legno e il valore dell'artigianalità.
«Ad essere sincero, lo spunto è arrivato dalla madre della mia compagna, già appassionata dell'argomento, che mi ha mostrato la bellezza di alcune sculture intagliate nel legno provenienti dalla Val Gardena – confida il titolare – e io me ne sono innamorato. Così ho contattato l'azienda e ho aperto quest'attività in franchising, in via Salvecchio 1, all’angolo con via Colleoni. Abbiamo seguito l'istinto e abbiamo scelto di far conoscere anche qui le creazioni tradizionali e innovative dell’Alto Adige». 125 metri quadrati disposti su tre piani e siti nel cuore del passeggio cittadino sono il sogno divenuto realtà di Stefano e di Federica Licini, sua compagna nella vita e sul lavoro.
Protagonisti in negozio tutti i decori più nobili per la casa, dalle statuine alle croci, dalle figure in pasta di vetro o fibra di legno alle immagini di animali, dai centrotavola agli scacchi, ma anche complementi d'arredo in stile, mobili di design, utensili per la cucina, articoli da regalo, bomboniere, portachiavi, collane, bracciali, anelli, orologi e occhiali. Tutti accomunati dal fatto di essere realizzati in legno.








«Quello che mi piace di Dolfi, oltre alle proposte in catalogo che io presento a mia volta al pubblico – confida Paolo, con un passato nella moda (di cui non sente la mancanza) – è la storia che c'è alle spalle. Una ditta a conduzione familiare, forte dei suoi 124 anni di esperienza. Ovviamente la mia clientela è molto diversa da quella di Ortisei, dove c'è la sede che occupa uno spazio di oltre 45mila metri quadrati: se lì i presepi vanno per la maggiore, in qualsiasi momento dell'anno, qui sono richiestissimi gli accessori, come occhiali, bijoux e orologi di legno. Inserire una materia molto calda come il legno in un contesto storico come Città Alta è senza dubbio di grande effetto».




In questi due anni di attività 7 giorni su 7, infatti, la risposta di bergamaschi e turisti è stata decisamente positiva: «Mentre Federica è una restauratrice, ha studiato Conservazione dei Beni Culturali e conosce bene tutte le sfumature e le potenzialità espressive, io non ho mai avuto una spiccata sensibilità artistica, quindi mi definisco quasi un profano dell'argomento, eppure sono affascinato dall'abilità di chi riesce a plasmare un'emozione a partire da un tronco di legno – confessa molto candidamente il 39enne dietro il bancone – ecco perché due volte all'anno invito qui uno scultore di Ortisei, affinché realizzi una scultura davanti agli occhi di chi ha perso il contatto con la manualità e la matericità degli elementi. I migliori spettatori in assoluto sono i bambini, che restano a bocca aperta quando scoprono che un cilindro può diventare una volpe, uno scoiattolo o un orso».




Dedicata ai più piccoli c'è una sezione di giochi di legno, che comprende il classico cavallo a dondolo, i trenini, le macchine e altri mezzi di trasporto trainabili, le figure a molla, i puzzle 3D, gli intrattenimenti per il passeggino, mattoncini, abachi, xilofoni, torri e matite colorate. «Al piano superiore sono esposti anche corredi per la casa, con una ricca mostra di ciotole e vassoi di legno, stoviglie e posate della Dolomite Collection caratterizzate da un gusto alpino che rimanda ai tempi di Luis Trenker (regista, autore e attore altoatesino delle pellicole in bianco e nero, ndr), profumatori d'ambiente, saponi, tovaglie, cuscini e coperte, mentre scendendo le scale si arriva all'outlet con le occasioni del momento».
Forme moderne e sapori tradizionali si mischiano in un pot-pourri di sensazioni a misura di casa: «Mi piacciono lo scambio, il confronto, le ibridazioni – conclude Paolo – come accade con il legno e il design e come accade ogni volta che entra qualcuno in negozio: in quel momento, più mondi si fondono, ognuno con il proprio bagaglio di vissuto e la propria sensibilità. La diversità genera sempre ricchezza di spirito».