La Cooperativa Oikos a Villa d'Almè Lavoro, solidarietà e territorio

Lavoro, solidarietà e valorizzazione del territorio. Questi sono i tre pilastri su cui poggia la Cooperativa Oikos, nata nel 2000 come parte di un ampio progetto sociale sviluppatosi all’inizio degli anni Novanta. Prima della fondazione della Cooperativa, infatti, era stato istituito nel 1995 il Consorzio La Cascina, finalizzato ad offrire accoglienza e alloggio ai disabili. Sorsero diverse strutture, a Villa d’Almé, località in cui si trova il nucleo “storico” del Consorzio, ad Almé, a Caravaggio e a Torre Boldone: le case sono tutt’ora aperte e portano avanti con devozione la loro vocazione.
Mentre, dunque, si stava rafforzando questa prima rete solidale, il Consorzio cominciò a intrecciare una seconda struttura, attraverso collaborazioni con le ACLI di Bergamo, la Fondazione Enaip Lombardia, la Cooperativa Lavorare Insieme, la Cooperativa Koinè, la Cooperativa La Flora e la Cooperativa Serena. Col passare del tempo, si sono unite poi la Cooperativa Oikos, ACLI Servizi Bariano e la KCS Caregiver. Oikos è dunque una realtà germogliata da un terreno già fertile di iniziative. In altri termini, fa parte di un sistema diramato di assistenza sociale ed è strettamente legata ad altre organizzazioni no-profit presenti nella bergamasca. Questa è la genesi di Oikos, nome di certo scelto con oculatezza, dato che oikos significa appunto casa, in greco antico. Ma gettiamo anche uno sguardo al lavoro svolto dalla Cooperativa.




Il fare di Oikos. Il fare è fortemente interrelato ad un fine etico. Benché Oikos si occupi prevalentemente di attività che afferiscono al comparto agricolo, lo scopo primario resta quello di inserire persone con difficoltà di vario genere all’interno del mondo del lavoro. E farlo attraverso una struttura che insegni il mestiere lento e preciso del curare la terra sembra essere (ancora) uno dei modi migliori. Attualmente, ci informa Enrico Gotti, lavorano nella Cooperativa quaranta operatori, di cui almeno il 30 percento è stato assunto proprio da Oikos. Dal momento del suo battesimo fino ad oggi, il gruppo ha saputo gestire bene tempi, risorse e contatti e l’attività ha ottenuto i frutti sperati.
Nel 2005 la crescita della Cooperativa ha poi permesso di allungare un po’ il passo ed esplorare nuovi spazi. Da allora si è investito infatti nel settore del verde, con la cura dei giardini, con le pulizie e le gestioni ecologiche: i ragazzi e gli uomini di Oikos fanno manutenzione nei giardini e nei parchi, realizzano potature con il tree climbing e riqualificano i sentieri. Ma, nonostante l’ampliamento dei settori coperti da Oikos, l’ambito più importante resta quello agricolo, per la precisione vinicolo. Anche se, dicono, la Cooperativa produce pure dell’ottima grappa.
Le vigne e i vini. La Cooperativa inizia fin da subito ad occuparsi di agricoltura attraverso la gestione di un vigneto di proprietà dell’associazione stessa. Oggi Oikos gestisce quattro vigne, che complessivamente ricoprono dodici ettari. Di questi, due ettari e mezzo si trovano ad Astino, a ridosso del monastero, che si è recentemente trovato al centro di una stupenda operazione di recupero; sei ettari sono a Mozzo e i restanti a Villa d’Almé. Il più noto dei vini prodotti è sicuramente il Valcalepio DOC bio, anche se da tre anni il prodotto di punta è diventato una variante del Valcalepio originario, il Valcalepio Cuore. La preziosità della bottiglia è dovuta alle selezioni in vigna e in cantina, che garantiscono l’assoluta qualità del rosso nettare. Il Valcalepio Cuore, inoltre, è conservato per tre anni in cantina e un anno lo trascorre in botti di rovere.




Il cenno alla cantina merita una postilla importante: oltre a quella che già possiede, Oikos sta preparando una seconda cantina, resasi necessaria dopo l’implementazione del vigneto. Entro un anno e mezzo, probabilmente, si potranno ospitare vini bianchi, sia mossi che fermi (del tipo Chardonnay). Accanto al Valcalepio, Oikos produce anche dell’ottimo Merlot IGT bergamasco, acquistabile sia in bottiglia che sfuso. La Cooperativa, che oltre ai vini rossi vende anche dei bianchi, offre la possibilità al cliente di procurarsi vini da tavola di alta qualità e a prezzi convenienti, in cartoni da cinque litri. I prodotti sono inoltre interamente biologici o in corso di trasformazione verso il biologico, una caratteristica che certo aiuta le vendite. La distribuzione dei vini avviene di preferenza proprio attraverso il circuito del biologico, anche se esiste una commercializzazione diretta, particolarmente preziosa per la Cooperativa. Oikos rifornisce anche alcuni ristoranti selezionati, di qualità e particolarmente attenti alla valorizzazione della ricchezza locale.
L’importanza di fare rete. La Cooperativa interagisce con altre associazioni e realtà agroalimentari con cui condivide valori, intenti e metodi di lavoro. Fa parte, infatti, dei progetti di valorizzazione del Parco dei Colli, di Astino e anche del progetto Porta del Parco, a Mozzo, in collaborazione con la cooperativa Alchimia. Porta del Parco è un complesso agricolo composto da un vigneto, da un’area verde che ospita circa 25 orti sociali e collettivi e da una struttura adibita a punto ristoro e punto vendita di prodotti locali e biologici. Oikos partecipa al mantenimento dell’area verde e, inoltre, sostiene attività didattiche rivolte alle scuole.
Oltre ai progetti citati, la cooperativa è inclusa anche in un’altra rilevante rete agricola, Agrimagna, nata da un comune e condiviso interesse al tema del lavoro da parte di realtà produttive della Val Imagna. La struttura coordina aziende piccole e familiari, che si sono unite per aumentare il livello di produzione agricola e per darsi man forte in periodi di particolare difficoltà. Al momento ne fanno parte nove soggetti: L’Orso Biodinamico (frutta e confetture), il Tesoro della Bruna, altra cooperativa che produce formaggi, Sant’Anna (di cui abbiamo già parlato, qui), Fustinoni Annibale (salami), Selva del Fungù (uova, castagne, polli, conigli), Le Trubine (piccoli frutti), Ca’ Verde (vino e fattoria didattica), Pizzagalli (latticini e formaggi) e Il Giardino della Frutta (frutta e verdura). Tutti e nove i produttori si sono impegnati a recuperare e proteggere «i beni, il legno, l’agricoltura, la natura e il turismo nella Valle Imagna», afferma Gotti. Un obiettivo importante, che si può raggiungere solo lavorando insieme.