Lab 80, quelli che sanno di cinema (Oggi riparte la programmazione)
Quando si parla di Lab 80, si parla di tante cose. Sono infatti molte le attività che questa associazione porta avanti sin dal lontano 1956. Il presidente Angelo Signorelli ricorda gli inizi: «Siamo nati come Cineforum di Bergamo, un’associazione culturale che aveva a cuore il cinema e quindi proiettava, faceva da punto di riferimento per i cinefili di Bergamo. Circa due decenni dopo, nel 1976 l’associazione cambiò pelle: mirava a trattare anche di altre arti e da quel momento si fa chiamare Laboratorio 80, cioè con una prospettiva sul futuro per il decennio che doveva venire. Dal tronco principale è germogliato, sempre negli anni ‘70, un ramo tutto nuovo: è Lab 80 film, una società cooperativa che mira anche alla distribuzione di quei film che altrimenti in Italia non sarebbero arrivati: da Wenders a Fassbinder, a Herzog».
Alla fine degli anni ’90 viene fatto un altro importante passo in avanti: Lab 80 inizia anche a produrre film. Si tratta di pellicole indipendenti, principalmente di taglio documentaristico: cinema impegnato, poco considerato in altri ambienti e quindi bisognoso di una mano. La linea guida prevede di portare al pubblico temi, visioni e prospettive inusuali sul presente, sull'identità, sulla memoria, dando voce a giovani autori. Per quanto riguarda la distribuzione, che ha visto un momento di difficoltà nel passaggio al digitale, c’è stata una buona ripartenza in questi ultimi anni. Anche qui Lab 80 punta alla qualità, mettendo molta attenzione nella ricerca di film durante i festival internazionali, al fine di individuare quelli che difficilmente arriverebbero nel circuito italiano e fare quindi in modo di dare loro una distribuzione anche numericamente dignitosa.
Una storia fertile e al passo coi tempi. La storia di questa associazione è lunga e fertile: lo stesso Bergamo Film Meeting è nato in seno a Lab 80, per poi diventare autonomo nel 1984. Gli archivi di Lab 80, di BFM e della FIC (Federazione Italiana Cineforum) sono gestiti dalla Fondazione Alasca, che garantisce la catalogazione e la conservazione del vasto materiale prodotto nei decenni: libri, foto, nastri, dvd e blu-ray. Sono proprio le ultime tecnologie al centro del discorso di Signorelli: «La nostra proposta culturale ha tenuto conto delle trasformazioni nel mondo del cinema. Il passaggio dalla pellicola al digitale ha consentito di attingere ad un’ampia gamma di prodotti, dandoci l’opportunità di fare proposte più articolate e diversificate. Oggi ci muoviamo su tre versanti: la proiezione di prime visioni, in passato più rara, la ricerca di nuove forme e il recupero dei classici, restaurati in alta qualità digitale. Questi supporti di recente diffusione garantiscono una migliore conservazione e non rischiano di essere rovinati, graffiati eccetera. La tecnologia ha aiutato la cultura cinematografica; le proposte sono più articolate, la qualità col 4k è eccezionale, i colori tornano a brillare, i neri sono neri, la profondità di campo è sempre meglio. E inoltre questo progresso è molto rapido».
Dall’8 settembre si torna all’Auditorium. La programmazione classica di Lab 80 avviene all’Auditorium di Piazza Libertà, da settembre a giugno, e vede proiezioni cinematografiche quasi ogni giorno. Esse si dividono tra film in prima visione, appena usciti in Italia, sempre selezionati secondo criteri di qualità (che non significa pesantezza, si proiettano anche gustose commedie che fanno però riflettere, come il magnifico Pride dell’anno scorso), e proiezioni di grandi classici. Questi fanno parte di una rassegna promossa dalla Cineteca di Bologna: “Il cinema ritrovato. Al cinema” prevede la restaurazione di film ormai di diversi decenni fa, che vengono in seguito riproposti nelle sale, il luogo in cui vivono la loro espressione più completa.
La programmazione riprende oggi, martedì 8 settembre, e vede già delle proposte interessanti. Nella sezione prime visioni verrà proiettato Il grande quaderno di Janos Szasz, tratto da La trilogia della città di K della scrittrice Ágota Kristóf. Invece per la sezione grandi classici potremo goderci Il terzo uomo di Carol Reed, del 1949, nella sua versione appena restaurata. Per sapere con precisione in quali giorni vengono proiettati i film, fate un salto sul sito di Lab 80.
La rassegna estiva. L’attività di proiezione non si limita certo a questo. Durante ogni annata si susseguono tante rassegne interessanti, organizzate per criteri selettivi oppure per le tematiche che si vogliono affrontare. In estate, da giugno a settembre, Lab 80 ci fa un riepilogo della stagione, selezionando per noi i film più belli dei precedenti mesi: si tratta di Esterno Notte (un simpatico gioco di parole con il film di Truffaut), cinema all’aperto nel cortile della biblioteca Caversazzi. Oltre al meglio della stagione, vengono proposte grandi pellicole del passato nei Mercoledì da leoni, in collaborazione col Bergamo Film Meeting. Insomma, per quest’anno è andata, ma la prossima estate sapete dove placare la vostra sete di cinema, quando le programmazioni estive lasciano a desiderare. Per dirne uno solo: il 4 settembre è stato riproposto Leviathan, uno dei film più belli dell’anno che in Italia non ha visto quasi nessuno.
Un ventaglio di temi. Altre rassegne, circoscritte a periodi specifici, seguono invece criteri tematici. C’è Il grande sentiero, che vuole raccontare sfide sportive, viaggi, avventure e camminate ai limiti dell’umano, attraverso pellicole ma anche incontri coi protagonisti. C’è il Laboratorio Tascabile, che nel periodo di gennaio propone quei film che solitamente nelle sale italiane non girano affatto. Molto interessante poi la rassegna Al cuore dei conflitti: attraverso film molte volte in anteprima italiana, si affrontano questioni importanti, tutte riconducibili al concetto di conflitto. Esso può essere geopolitico, razziale, urbano, di classe, di genere: l’obbiettivo è raccontare contrasti spesso poco noti, oppure dare una chiave di lettura nuova a questioni già conosciute. Non meno valida è la rassegna Orlando, che prende il titolo dallo splendido romanzo di Virginia Woolf: nel mese di maggio ci si interroga intorno alle questioni di genere, agli orientamenti sessuali e alla rappresentazioni di questi, in un percorso tra cinema, danza, arte, performance e incontri «per costruire una società in cui possa coesistere una pluralità di identità, relazioni e possibilità».
Ultimo ma non in ordine di importanza è Notte Tascabile, che si sta svolgendo proprio in questo periodo, fino al 12 settembre, al Chiostro del Carmine, sede del Teatro Tascabile. Il cinema incontra la musica, il teatro e l’arte attraverso film che di solito non si trovano nelle sale. Tra quelli ancora in programmazione Il gesto delle mani di Francesco Clerici e Vinylmania di Paolo Campana.
Se vi sembra che la programmazione di Lab 80 sia valida, non esitate a partecipare. Se inoltre pensate che le attività dell’associazione e della cooperativa siano virtuose, beh allora potete tesserarvi. Ci sono varie opzioni per diventare socio, ma in ogni caso il tesseramento garantisce ingressi scontatissimi: 4 € o addirittura carnet da 5 ingressi a soli 16 €.