«È un’esperienza unica»

Quando l’aeroporto di Orio diventa il posto perfetto per scuola-lavoro

Quando l’aeroporto di Orio diventa il posto perfetto per scuola-lavoro
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L’aeroporto è come una frenetica città fatta di negozi, bar, servizi, gente indaffarata, passeggeri in ritardo, chi attende su una panchina leggendo, polizia in pattuglia, borse e valigie sui nastri trasportatori. Ognuno ha un ruolo preciso in questa macchina rodata che corre veloce. Poter far parte di un meccanismo tanto complesso ha affascinato decine di allievi delle scuole superiori della Bergamasca, che hanno scelto di svolgere l’alternanza scuola-lavoro allo scalo di Orio al Serio.

Idee chiare e piedi per terra. Gli studenti hanno colto al volo l’occasione di calarsi nella parte di hostess e steward di terra per alcune settimane, aiutando i passeggeri con il self check-in dei bagagli, fornendo informazioni ai viaggiatori disorientati, supportando gli utenti dell’aeroporto nelle operazioni d’imbarco o assistendo le persone con ridotta capacità motoria. Eppure lavorare in uno scalo internazionale non è un “gioco da ragazzi” e gli studenti hanno dovuto fare i conti con i turni, la sveglia all’alba, il lavoro nei giorni festivi e nel weekend, le difficoltà linguistiche: «Mi sono occupato principalmente del controllo dei biglietti al check-in e del supporto all’etichettatura dei bagagli – racconta Riccardo Baggi, 18enne dell’Istituto Tecnico Vittorio Emanuele, indirizzo Turistico –. All’inizio ero un po’ teso, sentivo la responsabilità, ma grazie allo staff dell’aeroporto sempre cordiale e collaborativo, l’atmosfera è subito diventata davvero positiva. Sono capitati anche episodi divertenti di passeggeri che scoprivano al check-in di essere all’aeroporto sbagliato. È successo spesso! Milano-Bergamo confuso per Milano-Linate e spiegarglielo non è stato semplice».

 

 

Riccardo è uno dei dieci vincitori della borsa di studio messa in palio da Sacbo per i più meritevoli: un mese a Cork, in Irlanda, ospite di una famiglia locale per perfezionare la lingua inglese e visitare il quartier generale di Ryanair. Monika Rani, 18 anni, studentessa di Ragioneria con indirizzo linguistico al Lorenzo Lotto di Trescore Balneario, è stata una delle studentesse che hanno lavorato per la prima volta a marzo del 2017 e hanno chiesto di tornare in aeroporto anche quest’estate, nei mesi di maggior affluenza: «Ci tornerei anche il prossimo – dice con entusiasmo –! Parlare tante lingue diverse è stata una sfida interessante. Finite le superiori continuerò a studiare, ma per mantenermi vorrei cercare un impiego con orari flessibili. Lavorare un giorno in aeroporto, in un contesto multietnico e stimolante, è il mio sogno. Alla fine della prima settimana al self check-in durante la pausa in mensa la responsabile mi ha fatto i complimenti davanti a tutti e mi sono sentita orgogliosa di me stessa e ancora più motivata, perché ho visto che il mio impegno era apprezzato».

L'alternanza fa bene. Tra le novità previste dalla legge denominata “Buona Scuola”, introdotta dallo scorso Governo, c’è l’obbligo di svolgere un monte ore di formazione in aziende ed enti pubblici e privati con l’obiettivo di sviluppare competenze lavorative direttamente sul campo. «Si tratta di un’esperienza importante, perché fa approcciare i ragazzi non solo con il mondo del lavoro e le sue regole, ma li mette in relazione anche con il pubblico e le diverse esigenze da soddisfare, con problematiche reali da risolvere», spiega Alfonso Surace professore di informatica all’Istituto Tecnico Commerciale e Turistico Vittorio Emanuele II di Bergamo, referente del progetto di alternanza scuola-lavoro. Un’opportunità così positiva che l’istituto è uno dei tanti ad aver ampliato il numero di partecipanti: da quattro ragazzi coinvolti nel 2017 si è passati ad un centinaio nel 2018.

 

 

«Il lavoro a contatto con il pubblico consente di sviluppare competenze trasversali, utili in tutti i contesti occupazionali: la gestione degli orari, la convivenza con i colleghi, le regole aziendali, ma soprattutto le tecniche di comunicazione e l’utilizzo delle diverse lingue, vista la provenienza multietnica dell’utenza», illustra Laura Monteleone, responsabile sviluppo organizzativo di Sacbo. «Oltre a giornate istruttive e pratiche in loco, è stata allestita anche una piattaforma e-learning a distanza, per mettere a disposizione degli studenti le informazioni su come muoversi nell’aerostazione, i piani di emergenza, i dettagli della logistica aeroportuale. Inoltre abbiamo creato una chat di gruppo per restare sempre in contatto con genitori e gli insegnanti e condividere pareri e riscontri sul progetto in corso», spiega Alessandra Natali dell’ufficio risorse umane di Sacbo.

«Ho avuto modo di andare in aeroporto per osservare i ragazzi all’opera – racconta Laura Ferretti, preside dell’Istituto Lorenzo Lotto di Trescore Balneario –. È stato bello vederli mettersi in gioco e dimostrare di poter essere autonomi e propositivi. In un contesto diverso da quello scolastico emergono caratteristiche caratteriali e capacità che sui banchi di scuola non rivelano».

 

 

Un esempio virtuoso. Il Lorenzo Lotto è stato anche chiamato a raccontare l’esperienza, in qualità di esempio virtuoso, al Job&Orienta tenutosi lo scorso autunno a Verona, la manifestazione nazionale dedicata alla formazione e all’orientamento lavorativo. Protagonisti del progetto sono gli studenti dell’Istituto Tecnico Vittorio Emanuele II, l’Istituto Tecnico Commerciale B. Belotti, il liceo Linguistico G. Falcone di Bergamo, l’Istituto Superiore L. Lotto e il liceo Scientifico L. Federici di Trescore Balneario, l’Ist ituto Superiore E. Majorana di Seriate, l’Isis Oscar Romero di Albino e gli Istituti Superiori Maironi da Ponte e Betty Ambiveri di Presezzo, ma anche da fuori Regione, con il coinvolgimento delle classi terze dell’Istituto Aeronautico Carlo Grassi di Torino nell’ambito del corso di Trasporti e Logistica, che per dieci giorni hanno lavorato all’assistenza passeggeri ai gate di imbarco e soggiornato in ostello. Una gita lavorativa, insomma.

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