L’alfabeto orobico della corsa rosa
Pedalata dopo pedalata, questo Giro numero 100 arriverà a Bergamo. E lettera dopo lettera vi vogliamo raccontare l’alfabeto della nostra corsa rosa, che passa da qui, dalle nostre strade. Quello del ciclismo è un grande racconto. Suoni, colpi di scena, personaggi. E parole.
A come Alpi. Il tappone alpino da Rovetta a Bormio propone Mortirolo, Stelvio e Umbrail Pass. È la prima lettera dell’alfabeto e la prima grande fatica per i corridori.
B come Boccola: l’ultimo sforzo prima dell’arrivo. L’appuntamento è per domenica 21, quando il Giro arriverà a Bergamo. Un momento magico per l’edizione numero 100.
C come casa: sono tre (più Tiralongo) i corridori bergamaschi impegnati al Giro. Enrico Barbin, Lorenzo Rota e Davide Villella.
D come debutto: quello del bergamasco Lorenzo Rota, che compirà 22 anni proprio il giorno del tappone Rovetta-Bormio.
E come Etna: la prima vera salita del Giro numero 100. Ma soltanto sulle Alpi ci saranno i verdetti finali. E nella tappa di Bormio «magari non si deciderà chi ha vinto, ma si saprà chi ha perso». Parola di Vittorio Algeri.
F come Falco: Savoldelli fu soprannominato così per le sue qualità di discesista. Quest’anno al Giro si era pensato a una speciale classifica per discesisti, ma le polemiche seguite ai recenti tragici incidenti hanno consigliato di soprassedere.
G come Gimondi: il grande campione bergamasco, uno dei sei corridori ad aver vinto tutti e tre i grandi giri (tre volte il Giro d’Italia, e poi un Tour e una Vuelta).
H come hotel: tutto esaurito a Bergamo per l’arrivo della corsa rosa. Presi d’assalto gli alberghi, dai cinque stelle fino ai b&b. Il valore generato dal passaggio del Giro nelle città è di circa 110 milioni di euro: 76 milioni generati nel lungo periodo, 34 nel breve.
I come Ivan: dopo Gimondi e Savoldelli, Gotti è un altro bergamasco ad aver vinto il Giro d’Italia. Addirittura due volte, nel ’97 e nel ’99.
J come Jungels: il corridore del Lussemburgo è uno da tenere d’occhio. Anche se gli appassionati bergamaschi avrebbero preferito applaudire Fabio Aru.
K come Kanstantin Siutsou: bielorusso cresciuto nella Palazzago e ormai bergamasco a tutti gli effetti. Corre per il Team Sky.
L come lunedì: il 22 maggio la carovana rosa riposerà a Bergamo, prima della ripartenza da Rovetta, il giorno dopo. Per regolamento al Giro i giorni di riposo sono due. Quest’anno tre, causa isole.
M come Michele: i corridori stanno risalendo l’Italia scortati dal ricordo di Michele Scarponi. Il Giro numero 100 gli ha dedicato la salita del Mortirolo. Che si scala da Monno.
N come Norma: la figlia di Felice Gimondi sperava di assistere alle tappe bergamasche in veste di prima presidente donna della Federazione. Non ci sarà una prossima volta, non per Norma.
O come Orica Scott: la squadra australiana ha un team manager bergasco, Vittorio Algeri.
P come Presolana: una delle grandi montagne della tradizione bergamasca dimenticata dal Giro numero 100.
Q come quindicesima: è la tappa che domenica 21 porta il Giro a Bergamo. Negli ultimi 80 km i corridori dovranno scalare quattro salite in successione più la Boccola, in prossimità dell’ar - rivo in piazza Matteotti.
R come Rovetta: da qui partirà la seconda tappa bergamasca, martedì 23 maggio. 222 km, fino a Bormio.
S come Santini: il nome della maglia rosa. L’azienda bergamasca veste il leader della corsa e tutti gli altri leader delle classifiche al Giro. T come Tiralongo, siciliano di Avola trapiantato ad Almenno San Bartolomeo dal 1993. È il corridore più vecchio con i suoi 39 anni.
U come unici: gli studenti delle scuole primarie e secondarie dell’altopiano di Clusone che, in occasione del passaggio del Giro, indosseranno 600 magliette rosa con lo slogan: “Fai girare la pace”.
V come Villella: Davide, al Giro per cacciare tappe e magari entrare nella fuga giusta, è una delle speranze del ciclismo bergamasco.
W come woman: Mi re l la Pontiggia, comandante della sezione di Bergamo della Polizia Stradale e caposcorta della spedizione rosa.
X come raggi X: l’edizione numero 100 prevede due cronometro individuali, 6 frazioni per velocisti, 8 di media e 5 di alta montagna.
Y come Yates, uno dei due gemelli: in questo caso Adam, quarto all’ultimo Tour de France, uno dei contendenti di questo Giro. Ne abbiamo parlato per un motivo semplice: trovatela voi un’altra voce che cominci con Y.
Z come Zogno: qui nacque il 17 maggio 1908 Antonio Pesenti, corridori bergamasco che vinse il Giro d’Italia nel 1932 davanti al belga Jef Demuysere.