Locanda del monaco felice a Suisio Per chi ama la birra, quella vera

A volte capita di avere posti bellissimi dietro casa e ignorarli per anni, magari per distrazione oppure per poca pubblicità. La locanda del monaco felice di Claudio e Carla a Suisio è uno di questi. In apparenza può sembrare un pub qualunque di un paese dell’Isola Bergamasca: non si fa notare ad uno sguardo esteriore e superficiale. Ma, una volta varcata la porta d’ingresso - che quasi si mimetizza tra le case del centro paese - ci si trova immersi in un piccolo regno della buona birra.
I riconoscimenti. La locanda di Claudio è stata eletta sesto miglior pub agli Italian Beer Awards del 2013, organizzati dal sito Cronache di Birra: le graduatorie finali sono state stilate grazie al voto di tremila utenti appassionati di birra. Fermento Birra Magazine ha parlato del locale qualche anno fa (nr. 2 del 2012): nell’articolo venivano espresse parole di elogio anche per la capacità di Claudio Capelli di far sentire i propri clienti a casa. La locanda è un luogo ospitale e il “locandiere” si pone con un atteggiamento simpatico, ma non esita a punzecchiare gli avventori se gli si chiede un’acqua o una bibita. Tutto gira intorno alla birra, non ha senso andare alla locanda e non cogliere l’occasione. Infine, il Mobi (Movimento Birrario Italiano) ha inserito il pub nella sua guida al locali birrari in Italia, all’interno della categoria “Top!” del 2014/15.
Alla ricerca delle birre migliori. Claudio racconta come funziona il suo locale con birre difficilmente trovabili altrove. «Si tratta di birre esclusivamente artigianali, selezionate secondo parametri molto rigidi: giro io in prima persona per l'Italia e l'Olanda alla ricerca delle migliori. Per quelle olandesi faccio in parte anche da distributore, vendendo ad altri locali una quota della birra acquisita. Per le birre di altri Paesi come Belgio, Svezia e America mi affido invece a distributori convenzionali, che fanno per questi Paesi un lavoro di ricerca simile al mio in Olanda. Il bello di questo lavoro è che non ci sono concorrenti né colleghi, ci si aiuta a vicenda e ci si muove tantissimo per andare a festival, fiere oppure a visitare altri locali di qualità». Insomma, non si può mai stare fermi, bisogna continuamente esplorare per tenere alto il livello dell’offerta.
Solo birre non pastorizzate. Ma parliamo del prodotto con maggior approfondimento: Claudio seleziona con cura le sue birre, scegliendo solo ed esclusivamente quelle artigianali. «Il fatto discriminante è la qualità e l'artigianalità del prodotto: le birre che tengo non sono assolutamente pastorizzate, né microfiltrate. È una scelta di metodo: una birra pastorizzata è una birra morta. Si tratta di un prodotto vivo e come tale ha un suo arco di nascita ed evoluzione. Pastorizzando la birra si arriva a bere un prodotto senza vita; il gusto dovrebbe essere il risultato dell'azione dei lieviti e degli enzimi. Ma questi nella pastorizzazione vengono eliminati».
Bilanciamento e ricambio frequente. «Sono io che valuto la qualità dei prodotti e decido quali proporre: assaggio centinaia di birre e seleziono severamente quelle che ritengo migliori. I miei parametri principali sono il bilanciamento e la bevibilità. Una birra, di qualsiasi stile, deve essere sempre bilanciata e beverina. Se è pesante diventa difficile da accettare; pur complessa che sia deve mantenersi sempre gradevole alla bevuta. Ogni settimana cambio due volte la lista delle birre alla spina: si tratta di una mia selezione di dieci prodotti tra quelli che ho provato e valutato». In questo modo Claudio permette ai suoi clienti di assaggiare moltissime birre che non troverebbero altrimenti con facilità. Il suo lavoro di ricerca è davvero ammirevole e moltissimi appassionati della provincia, ma non solo, hanno nella sua Locanda un punto di riferimento. Il pub è aperto dal 2006 e negli anni si è guadagnato una clientela di appassionati, non solo bergamaschi, ma anche da altre province e regioni. «Gli amanti veri della birra tendenzialmente girano molto per trovare i prodotti più particolari».
Una passione nata in Olanda. Claudio è da tempo appassionato di birre, ha iniziato con una caffetteria ma ha sempre portato avanti la passione. «Da ragazzo studiavo in Itala e d'estate andavo in vacanza in Olanda dai parenti, mia madre è olandese. Nei mesi estivi lavoravo nei locali, dove ho conosciuto le birre artigianali. Proprio grazie a questa passione il mio primo caffè a Ponte San Pietro si è negli anni lentamente trasformato in una birreria. In seguito, per problemi di spazio e per realizzare l'abbinamento birra – cibo, ho deciso di trovare un ambiente più grande. Suisio mi è sembrato l'ideale, per le dimensioni del locale che permettevano di avere un rapporto diretto coi clienti, per lo spazio cucina e per la posizione all’interno di un cascinale. Anche la cucina è pensata in modo specifico: i piatti sono quelli della tradizione popolare europea, con pucce salentine, goulash ungherese, stoofvlees belga, ma anche polenta e brasato».