L'uomo che premia tutta Bergamo

[Il negozio Europremi in via Nadi Nedo 1]
È il complice di ogni traguardo raggiunto, delle vittorie più ambite e dei podi più alti: è Franco Bettoni. Se di primo acchito il suo nome non vi ricorda nulla, dicendo Europremi forse la situazione cambia. Chi non è mai passato di fronte alla sua vetrina, proprio accanto allo stadio, sulla strada che conduce dritto dritto al Lazzaretto? «Non siamo sempre stati qui: il mio primo negozio di trofei l'ho aperto in Borgo Palazzo. Si chiamava “Centro Bergamasco Coppe”. Era il 1970 e io avevo 26 anni - ci inizia a raccontare Franco -. Sono stato uno dei primi in tutta la Lombardia. L'idea mi è venuta grazie a Franco Zambetti, titolare de La Casa dell'Orologio di Seriate. Fino a quel momento si era occupato lui di coppe e targhe nella sua oreficeria, ma aveva notato che la crescente richiesta meritava un punto vendita ad hoc». E così è stato.




Dopo i primi due anni in società, Zambetti ha preferito dedicarsi anima e corpo alla sua gioielleria e il Bettoni ha continuato per la sua strada, coadiuvato dal fratello Piero: «Visto che il negozio di Borgo Palazzo andava molto bene, nel 1986 ho aperto Europremi qui, in via Nadi Nedo 1. Per qualche tempo mi sono diviso tra le due attività, finché nel '94 non ho deciso di chiudere il Centro Bergamasco Coppe e di restare fisso qui». Una scelta vincente, che lo ha reso un punto di riferimento nel settore: «Se fino a 15 anni fa, oltre a servire tutta Bergamo e provincia, arrivavano addirittura da Milano, adesso le cose sono cambiate – spiega Franco –. Non solo dal punto di vista della distanza, ma anche della quantità e della qualità. 15 anni fa una società sportiva non aveva tutti gli obblighi e gli oneri economici di oggi: un tempo organizzare un torneo significava solo avere i permessi e comprare la coppa da regalare ai vincitori. Se prima la maggior parte del budget a disposizione andava alla scelta del trofeo, oggi le società devono assolvere prima mille altre spese. E se la crisi ha toccato loro, di riflesso non poteva non toccare anche noi».
Niente più coppe d'argento (salvo rari casi), ora sono quasi tutte realizzate in leghe di alluminio e ottone: «Non le produciamo direttamente noi, ma abbiamo una ventina di fornitori all'estero, a cui si aggiungono altrettante ditte italiane». Il prodotto industriale, per i suoi costi ridotti, batte quello dell'artigiano, così se il range di prezzi si apre a forbice dai 2 ai mille euro per una coppa, negli ultimi anni si tende decisamente al risparmio: «Oltre alle società sportive, si rivolgono a noi anche le associazioni che organizzano eventi che prevedono competizioni, così come le aziende che vogliono premiare con una targa i lavoratori più meritevoli, in vista di pensionamento. E se ho clienti affezionati che da oltre 20 anni si servono da me, allo stesso modo ci sono clienti nuovi, che arrivano magari dopo aver già fatto un giro di preventivi: è cambiato il modo di pensare e di fare lo shopping» prosegue il signor Bettoni, confermando un sentimento comune a quello di molti altri esercenti della città.








Se i clienti possono mettere piede solo nei 110 metri quadrati dedicati all'esposizione dei trofei («Perché non sono tutti qui» specifica il titolare), riservato al personale c'è anche un magazzino di 100 metri quadrati e il laboratorio in cui vengono realizzate le stampe e le incisioni: «Abbiamo un piccolo pantografo per superfici contenute, entro i 50 x 60 cm circa». Oltre a personalizzare targhe, statuette, coppe e trofei di vario tipo, il retrobottega è anche a disposizione di chiunque abbia bisogno di un'incisione su una superficie in cui il pantografo può operare, come un ciondolo, un paio di gemelli e altri oggetti del genere: «L'aspetto che preferisco del mio lavoro è proprio questo: avere sempre una novità in ballo. In questo lavoro serve immaginazione!». E Franco Bettoni ne ha in abbondanza (da oltre 40 anni).
Al suo fianco, a dargli manforte, c'è Andrea, il figlio 27enne, che dal 2009 si è avvicinato all'attività. Insieme gestiscono ordini di ogni tipo, provenienti dal web o telefonici, e tutte le richieste dei clienti di passaggio. Anche perché una cosa è certa: vincere non passerà mai di moda.