Il maestro liutaio di via Pignolo Pezzi unici di un'arte antica
La musica come talento di famiglia. Matteo Pontiggia è legato alle note musicali fin da quando è bambino: sua madre era pianista, e il nonno materno, il Maestro Amleto Mazzoleni, era direttore d'orchestra.
Ma il ragazzo sceglie di intraprendere un'altra strada. Dopo il liceo scientifico si iscrive all'Università di Ingegneria, anche se per abbandonare gli studi dopo soli due anni. «Dentro di me percepivo di dover cambiare rotta – racconta Matteo, nel suo piccolo laboratorio in via Pignolo, al numero 41 -. Per il servizio civile sono stato mandato a Cremona, presso un'associazione per la Sclerosi Multipla e qui trovai l'indirizzo di studi adatto a me».
In breve, terminato il servizio civile, Matteo si iscrive alla Scuola di Liuteria di Cremona (Ipiall) e per tre anni si specializza nella costruzione degli strumenti ad arco. Ogni giorno studia per realizzare preziosi violini, viole e violoncelli. Si esercita nella costruzione di tavole e di fasce, che lavora con pialle e scalpelli, sgorbie e coltelli. I riccioli di legno riempiono il suo piano di lavoro, mentre intaglia le forme femminili e delicate di una viola. «Molti dei miei attrezzi sono simili a quelli di un falegname – sottolinea il Maestro Liutaio – altri invece sono più specifici, come, ad esempio, lo spessimetro».
È tutta un'arte, una conoscenza antica che viene applicata perché il suono sia perfetto. Anche la scelta del legno avviene secondo precisi criteri: per la tavola – la parte superiore del violino – viene utilizzato legno di abete, mentre per le fasce, il fondo e la testa si sceglie legno d'acero. Regole ferree anche per quanto riguarda l'acquisto del legno, che va preso in determinate foreste, e solo accompagnati dal guardaboschi. Così accade che Matteo parta una mattina da Bergamo per recarsi in provincia di Trento, nel Parco Naturale Panaveggio, dove trova il pregiato legno dei suoi strumenti e da cui proviene, secondo la leggenda, anche il legno dei violini Stradivari.
Quando torna nel suo piccolo studio, immerso nel silenzio, Matteo lavora il legno alla luce di una lampada perché ne nascano viole, violoncelli e contrabbassi. Appesi alla parete stanno le sgorbie, puntelli con il manico di legno, un paio di forbici rosse, qualche attrezzo di ferro e alcune piccole fotografie di famiglia. Tutto il suo mondo, racchiuso in qualche metro quadro, dove l'aria è intrisa dell'odore antico di colla, di legno e di vernice.
Oggi il Maestro Liutaio bergamasco è riconosciuto in molte parti del mondo. Tra i suoi clienti ci sono infatti allievi di corsi privati e allievi dei conservatori di Bergamo e provincia, ma anche commercianti giapponesi che acquistano i suoi violini per rivenderli poi in Estremo Oriente. «Ogni pezzo viene segnato e marchiato – conclude Matteo – a conferma della sua costruzione artigianale rigorosamente Made in Italy!».