Migliaia di tonnellate all'anno, da tutto il mondo

La Mc.Garlet di Albano che ci porta la frutta esotica

La Mc.Garlet di Albano che ci porta la frutta esotica
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Nel 1927 Felice Gandolini fece arrivare per primo al mercato di Bergamo un frutto che allora nessuno conosceva, la banana. Oggi, dopo 85 anni, il nipote continua a portare sulle tavole dei bergamaschi frutti sconosciuti. Una tradizione di famiglia.

Luca Garletti è nato a Bergamo ed è cresciuto al mercato ortofrutticolo. Ha seguito le orme del nonno e del padre, continuando a trattare la compravendita di frutta, finché, nel 1987, ha deciso di ampliare l’offerta e portare in Italia un mercato allora quasi inesistente. Nel 2006, è nata la Mc.Garlet s.r.l.

 

Luca Garletti

 

Globalizzazione, immigrati e gusto. Sostenitore della globalizzazione, che lui chiama «progresso», la filosofia del chilometrozero, oggi tanto di moda, lo fa ridere. Non perché non creda nella tipicità del prodotto, ma perché trova restrittivo - addirittura punitivo -, confinare qualcosa di buono in un territorio limitato. Sulla base di questa convinzione ha costruito la sua azienda. La sua lungimiranza imprenditoriale – il suo intuito - è stata capire che esistono due tipi di mercati di frutta esotica e quindi due tipi di consumatori.

Da una parte quello italiano, che se una volta era perlopiù guidato dalla curiosità del mai visto o mai assaggiato, oggi vanta un palato più istruito in fatto di gusti che vengono da lontano (e quindi acquista con meno esitazione).

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Dall’altra, i nuovi gruppi etnici che negli ultimi decenni sono approdati in Italia. Se è vero, come è vero, che il cibo è cultura, mantenere la propria identità significa, anche, continuare a mangiare ciò che ci rappresenta. Luca Garletti lo sa e una parte di ciò che importa oggi è destinata quasi esclusivamente al mercato etnico degli immigrati, come ad esempio il platano e l’okra, elementi base della dieta di alcune popolazioni Sudamericane e Africane. I Domenicani lo chiamano cibo nostalgico: è il cibo della mamma, il sapore di casa. Per gli Italiani è il caffé espresso, che - esagerando un po' - si lamentano di non poter avere quando sono all'estero.

Fortemente attento e interessato al fenomeno dell’immigrazione verso l’Italia, sul quale ha fondato – appunto - parte del suo giro d’affari, spende qualche parola, poche, sul tema attualissimo degli sbarchi: «Chi parla di emergenza è uno sciocco». Lo spostamento dei popoli è un fatto storico che deve essere compreso, non combattuto.

 

Clicca sull'immagine per visualizzare la mappa interattiva e scoprire da dove nasce la frutta di McGarlet.

 

Mille tonnellate di frutta esotica all’anno, provenienti da tutto il mondo. L’azienda, oggi in crescita, fattura circa 20 milioni di euro all’anno. Il giro d’affari si suddivide equamente tra la grande distribuzione e i tradizionali mercati ortofrutticoli, prevalentemente su territorio nazionale. Ogni anno trasporta più di mille tonnellate di cocco, mille di lime e mille avocado, tra prodotti principali, subito dopo, mango, zenzero e papaya. A fianco a questi, più conosciuti, sono trattate decine di altre referenze minori come il kiwano, la guanabana o la cherimoya.

I luoghi di provenienza della merce sono talmente numerosi che difficilmente si possono elencare, la Mc.Garlet importa da tutti i cinque continenti e coinvolge quasi tutti i Paesi a vocazione ortofrutticola sulla fascia tropicale del globo.

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Chi lavora negli uffici e nel magazzino. Le merci vengono trasportate via mare e via aereo. Queste ultime si raccolgono ogni giorno nei principali scali europei. Da lì una parte è ridistribuita, un’altra, la più grossa, viene trasportata nella sede di Albano S. Alessandro che ha la capacità di gestire oltre un milione di chili, dato che dispone di una superficie di 3000 mq dedicati alla conservazione (e, quindi, di aree refrigerate). A questi si aggiungono altri 800 mq di uffici.

Nel 2011, la Mc.Garlet partecipa alla creazione della cooperativa Le Mura, che si occupa dell’inserimento nel mercato del lavoro di persone disabili. Racconta Garletti che, dopo un intenso periodo di trattative con i sindacati, la ristrutturazione dell’azienda ha portato ad un alleggerimento del numero dei dipendenti. Gli impiegati in ufficio oggi sono 14, la metà. La gestione del magazzino invece è stata affidata interamente alla cooperativa, 35 operai disabili a fronte dei 50 dipendenti di un tempo. Al di là del merito sociale, il vantaggio economico è stato notevole.

E con La Tropicana produce farina di mais spinato. Sempre a proposito di chilometrozero. A livello personale gestisce un’azienda agricola, La Tropicana, a Cenate Sotto che produce farina biologica di mais spinato, una varietà tipica della valli bergamasche. Oggi è in trattativa con la più importante catena di supermercati in Italia specializzata nella vendita di prodotti alimentari biologici e naturali perché tutti possano comprane una confezione. Il mais spinato è buono a Gandino come a Palermo. Lui dice.

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