Il Monte Due Mani, "fratellino" del Resegone

Il Monte Due Mani, "fratellino" del Resegone
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Tutti conoscono il superbo Resegone, montagna dai tanti cocuzzoli posta a spartiacque tra Bergamo e Lecco, amata in tutta la provincia e menzionata da storici, scrittori e poeti già centinaia di anni fa. Dalla sua cima si gode uno dei panorami più belli del Nord Italia, una terrazza sui laghi di Lecco, Como e Pusiano, ma anche su tutte le Orobie. Poco lontano dalla “montagna manzoniana”, troviamo una vetta poco più bassa ma altrettanto interessante. È il monte Due Mani. Svariate vie di salita si presentano all’escursionista che ne vuole raggiungere la cima. Scopriamole insieme.

1 - Sul sentiero
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2 - Tra il sole e le nuvole
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4 - La larga cresta
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Dal Culmine di San Pietro. Il monte Due Mani è una montagna appartenente al gruppo delle Prealpi, che separa la Valsassina dalla vicina Val Taleggio. Siamo sullo spartiacque orobico, tra la conca di Morterone, il Monte Resegone e i Piani d’Erna. Questi ultimi possono rappresentare una via di salita alternativa, anche se più lunga e impegnativa. L'ascensione a questa vetta, perlomeno la via più diretta, si presenta comunque molto più breve e semplice di quelle che si compiono per le illustri e vicine montagne. Il percorso più rapido si svolge lungo i dolci pendii che caratterizzano il valico conosciuto come Culmine di San Pietro, raggiungibile dalla Valsassina lungo una stretta e tortuosa strada. Da qui si snodano anche i percorsi che portano ai Piani di Artavaggio e alla vicina Val Taleggio. Raggiunto il Culmine, possiamo partire per la nostra gita lungo il sentiero segnalato, che ci porterà in breve tempo alle caratteristiche Baite di Muschiada. In questo tratto possiamo notare dei piccoli ceppi in granito: queste caratteristiche rocce (conosciute anche con il nome di “Termenù”) hanno segnato per centinaia di anni il confine tra le provincie di Bergamo e Lecco. Dal valico della Muschiada è ben visibile la nostra destinazione e la cresta che ci porterà fino alla sua cima.

La panoramica vetta. Il sentiero perde leggermente di quota per portarsi dapprima su prati e poi di nuovo nel bosco, dove seguendo la traccia si raggiunge esattamente il filo di cresta. L'attacco alla vetta trova ora il suo punto più faticoso, caratterizzato da ripidi tornanti che, con gli ultimi sforzi, ci porteranno fino alla cima del Due Mani. A 1666 metri ci attende una croce metallica e un caratteristico bivacco a forma di igloo, conosciuto come “Locatelli-Scaioni-Milani”, costruito e dedicato alla memoria di tre giovani alpinisti periti a vent’anni sulla Cresta Segantini, in Grignetta. Riponiamo gli zaini e godiamoci questo fantastico skyline, che costa agli escursionisti poco più di un’ora di fatica e circa 400 metri di dislivello positivo. Ne vale la pena. Nelle giornate serene lo sguardo arriva fino agli Appennini e al lontano Monte Rosa. Oltre c’è solo l’immaginazione!

5 - Croce di vetta
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6 - Bivacco
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8 - Fioriture
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10 - Laghi e nuvole
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11 - Scorci in direzione di Bergamo
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12 - Quando si aprono le nuvole
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Dalla Forcella di Olino. Il secondo itinerario si snoda dalla strada che collega i paesi di Ballabio e Morterone, poco prima della Forcella di Olino. Posteggiata l’auto nel piccolo parcheggio posto sul bordo della strada, possiamo incamminarci in un suggestivo bosco di faggi, che con una piacevole passeggiata ci porterà alla vicina Bocchetta di Desio. Nei dintorni sorgono alcune malghe ormai in rovina e raggiunte dall’ingiustizia del tempo. Il panorama inizia ad aprirsi e la salita si fa più decisa. Con vari tornanti raggiungiamo la larga cresta della montagna, che in pochi minuti ci porterà alla vetta. Per questo percorso dobbiamo prevedere circa due ore e mezza di cammino (andata e ritorno) e 600 metri di dislivello positivo.

La ferrata Simone Contessi. Gli arrampicatori possono cimentarsi lungo la ferrata che conduce alla vetta della montagna, una via considerata difficile e quindi riservata agli esperti. Il sentiero per raggiungere questo percorso si trova sempre sulla strada che collega Ballabio a Morterone, citata anche nel precedente tracciato. Ne troviamo indicazione poco oltre una galleria, dove è presente un piccolo parcheggio. In pochi minuti di cammino si raggiunge l’attacco della ferrata, che riporta una targa con il nome di Simone Contessi, a cui è dedicata. La via parte subito con decisione, tra pareti, cencie e torrioni che permettono agli amanti di questa disciplina una divertente arrampicata attrezzata con funi, pioli e corde metalliche. Tuttavia alcuni tratti particolarmente ostici e impegnativi possono essere aggirati grazie a dei sentieri. All’uscita della ferrata ci troviamo presso la cresta della montagna, che percorriamo fino a raggiungere la vetta e il panorama che già conosciamo. Il ritorno avviene lungo la via normale descritta nell’itinerario precedente. Si ricorda che per percorrere la via ferrata sono necessari casco, imbrago e kit di sicurezza.

Conclusioni. Come succede per il suo fratello maggiore Resegone, anche il Monte Due Mani ha un nome che deriva dalla morfologia tipica delle sue cime. È infatti formato da dieci piccole vette, che nel loro insieme possono ricordare vagamente la forma di due mani aperte. Non facciamoci ingannare dalla sua modesta altezza. Nonostante la bassa quota regala un panorama mozzafiato, luogo perfetto per gli amanti della fotografia. I numerosi sentieri presenti lungo le sue pendici permettono ascese per tutti, dagli escursionisti che cercano pace e panorami con sforzi ridotti fino agli alpinisti desiderosi di avventure, dislivelli e pareti verticali.

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