Monte Grem, a cavallo di due Valli
Durante la stagione estiva, visto dal Pizzo Arera o dal vicino molte Alben, la sagoma del monte Grem ricorda un’enorme panettone erboso, innocuo e bonario. Ancora una volta l’inverno, il freddo e il ghiaccio riescono a cambiare le condizioni di quella che è solitamente una montagna per tutti, rendendo il suo accesso riservato esclusivamente agli escursionisti esperti. Per raggiungere la vetta del monte Grem, infatti, servono le giuste condizioni, dettate sia dal meteo che dal manto nevoso, ma anche preparazione tecnica e attrezzatura adeguata.
La partenza. Possiamo partire per la nostra escursione dal Passo di Zambla, in Val Serina. Il teatro che fa da sfondo alla gita è dettato dalle sagome del monte Alben, del pizzo Arera, del monte Menna e, a chiudere il cerchio, la montagna su cui saliamo oggi: il monte Grem. Le quattro cime danno anche vita al Maga, celebre gara di corsa in montagna che prevede il concatenamento delle suddette montagne. Noi siamo ben consci dei nostri limiti e quindi, zaino in spalla, c’incamminiamo (non di corsa) sul sentiero CAI 223, proseguendo in falsopiano lungo la carrareccia e costeggiando un’antica santella. Il sentiero prosegue poi nel bosco, tra faggi secolari e bellissimi scorci sugli abitati di Oneta e Zambla. Il monte Alben fa capolino, mostrando i suoi cocuzzoli imbiancati dalla neve di inizio dicembre. Il sentiero ora prosegue in salita, sempre ben segnalato, lungo un tappeto di foglie, portandoci dopo un traverso a un ampio pratone e agli estesi pascoli che ospitano la Baita di Mezzo (m.1447). Il panorama si apre sugli abitati sottostanti, arrivando fino alla nostra pianura. In questa zona sono ancora visibili alcuni ruderi, resti delle vecchie miniere di calamina che anni fa interessavano la zona. Oggi sembrano solo un cumulo di sassi, ma sono in realtà il frutto dell’opera laboriosa della Val Serina e delle genti che per anni hanno lavorato lungo le pendici di queste montagne. Il sentiero piega a sinistra, costeggiando alcune pozze d’acqua ghiacciate che servono come abbeveratoi per gli animali durante la stagione estiva. Dopo poco più di un’ora di cammino raggiungiamo la Baita Alta (m.1631), dove un bellissimo panorama che spazia sulla Val Seriana invita a qualche minuto di riposo e ai primi scatti fotografici.
L'Arera vista dal sentiero
L'Alben
Il Monte Menna
La Baita di Mezzo
Uno sguardo verso Zambla
Il giro ad anello. Recuperate le forze, possiamo ripartire, e ancora una volta decidere in base alle nostre energie (e alle condizioni della neve) quale via seguire. Alla nostra destra si snoda ben segnalato il sentiero CAI 223, con direzione Baita Mistri e Cima di Grem, di solito via normale di salita. Alla nostra sinistra una traccia risale invece il pendio erboso, puntando alle vette che precedono la vera cima, ancora nascosta. Se la scelta ricade su quest’ultimo percorso (per escursionisti esperti), dobbiamo rassegnarci a percorrere una ripida salita che ci porterà, dopo un’altra mezz’ora di cammino, alla cresta della nostra montagna, dove troviamo la prima neve. Calzati i ramponi (attenzione ai tratti congelati!), non resta che seguirne il "filo" e, con attenzione, guadagnare la cima del monte Grem, dove ad attenderci troviamo la croce di vetta, posta a metri 2049. Fu posata nell’agosto del 1962 in memoria di don Severino Tiraboschi, parroco di Gorno. Ora il panorama spazia sulle montagne orobiche, tra cui spicca il vicinissimo pizzo Arera. Il monte Grem, proprio per la sua posizione a spartiacque tra le valli, permette una visuale stupenda su tutte le Orobie Bergamasche, arrivando fino al Pizzo del Diavolo di Tenda, Cervino bergamasco per eccellenza.
La discesa. Lo spettacolo dettato dalle cime innevate inviterebbe a soffermarsi il più a lungo possibile. Dovendo purtroppo scendere, possiamo optare per la via più remunerativa, che si snoda lungo il crinale opposto. Questo percorso, che a causa della neve congelata richiede comunque attenzione (sopratutto nel primo tratto) ci permetterà di concludere la giornata con un giro ad anello lungo le creste della montagna. Una ripida discesa ci porta alla sottostante Bocchetta di Grem (m.1976) e alla sottostante “Valle dell’Orso”, dove su neve smollata, in un’ambiente fiabesco in cui predomina il bianco, tocchiamo il Bivacco Mistri. La struttura, di proprietà del gruppo Camos di Gorno, conta dieci posti letto ed è aperta tutti i weekend da giugno a settembre. Dall’accogliente rifugio seguiamo il sentiero CAI 223 con indicazione Zambla, tornando alla Baita Alta, punto di partenza del nostro giro. Il percorso diventa ora comune all’andata e ci riporterà al punto di partenza in circa un’ora.
La cresta che porta al monte Grem
Vetta del Monte Grem, m.2049
La Valle dell'Orso
Bivacco Mistri
Conclusioni. Come già accennato, il monte Grem è, durante l’estate, un panettone erboso adatto a grandi e piccini. Durante l’inverno la salita alla cima e invece spesso meta di ciaspolatori e scialpinisti, che “tracciano” il sentiero creando ampi solchi nella neve. Tuttavia l’escursione è da effettuare con condizioni meteo perfette. Oltre alla giusta preparazione fisica è necessaria l’attrezzatura idonea, essenziale per le escursioni in un ambiente innevato. A seconda della neve presente e delle condizioni della stessa, possono essere necessari picca e ramponi per affrontare l’escursione in sicurezza. L’escursione descritta tocca complessivamente le cinque ore di cammino, i 12,5 km e i 990 metri di dislivello positivo. Un percorso che sarà ripagato da panorami mozzafiato e crinali di ghiaccio.