I monumenti più amati di Bergamo
Ce li abbiamo davanti agli occhi e spesso non ce ne facciamo caso. Eppure i monumenti sono presenze importanti nella vita di una città. A volte non conosciamo neppure bene i personaggi a cui sono dedicati. Eppure ognuno ha il suo preferito, per le ragioni più disparate. Ecco la classifica dei monumenti più amati di Bergamo.
Monumento al Partigiano, Porta Nuova
È il più famoso perché firmato dal grande Giacomo Manzù. «Non occorrono parole per descrivere questo monumento. Appena l'ho visto mi è venuto un colpo al cuore, è rappresentativo. Per chi passa a Bergamo non può non andare a vederlo», scrive Simone G. su Tripadvisor. Venne regalato dallo scultore alla città nel 1977. Commovente la dedica incisa sul retro: «Partigiano io ti ho vist appeso immobile. Solo i capelli
Monumento a Gaetano Donizetti
È sistemato a fianco del teatro. Molto magniloquente, rappresenta il grande compositore che ascolta rapito, seduto su un grande divano di marmo, una musa suonare con una cetra una sua musica. Venne realizzato nel 1897 in occasione del centenario di Donizetti da Francesco Jerace.
Monumento all’Alpino
Situato nei pressi della stazione è stato eretto nel 1959. Poteva Bergamo, terra di alpini, restare senza un monumento che ne celebrasse la storia? Così il Comune lanciò un concorso che venne vinto dal progetto presentato dallo scultore bolognese Peppino Marzot. Si vede un alpino che incastonato tra rocce a forma di guglie risale un “camino“. Ma ha lo sguardo simbolicamente puntato in alto, quasi in impeto di preghiera.
Monumento a Vittorio Emanuele II
Tipico monumento dell’Italia risorgimentale. Si trova in Piazza Matteotti dal 22 ottobre 1884. Fu realizzato a quattro mani da Luigi Pagani e Francesco Barzaghi. Per quanto oggi sembri strano, fu realizzato grazie ai fondi raccolti con una petizione popolare promossa dal “Casino degli operai e degli artisti”. La raccolta fu un successo e si poté quindi pensare in grande.
Monumento ai Fratelli Calvi
In pieno centro cittadino, davanti alla sede del Comune di Bergamo questo monumento in marmo bianco ricorda i quattro fratelli nativi della Valle Brembana eroi della Prima Guerra Mondiale. Sistemato a ridosso del palazzo del Comune fu inaugurato nel 1933 e progettato dall’architetto Attilio Pizzigoni. Uno dei quattro altorilievi che ricordano gli eroici fratelli è frimato da Manzù. È divertente ricordare come, in preda ad un singulto di perbenismo e pruderie da piccola città di provincia, negli anni Trenta, a quattro giorni dalla inaugurazione del monumento, le autorità cittadine corsero a coprire le pudenda maschili con foglie di fico. Le statue maschili erano infatti completamente nude e ciò venne considerato «indecente e offensivo della morale».
Monumento a Cavour
Anche questo sistemato in centro città, ma assolutamente defilato e quasi invisibile, posto nei giardini di piazza Matteotti. Lo realizzò Leonardo Bistolfi nel 1913: alla retorica della politica aulica l'artista contrappone l'avvenenza di una donna simile ad una ninfa che leggera si veste di un velo, allegoria dell’Italia che si sveglia dal sonno grazie all’azione politica di Cavour.
Monumento a Francesco Nullo
Sistemato nei giardini vicino al Sentierone è dedicato a Francesco Nullo, volontario nei Cacciatori delle Alpi che si dette da fare a raccogliere volontari per la spedizione in Sicilia. Con un certo successo, si suppone, dato che Bergamo è notoriamente la Città dei Mille. Colonnello sul campo, coraggioso al limite dato che fu il primo a piantare la bandiera italiana a Palermo e durante la spedizione dei Legionari in Polonia passò il confine russo lanciandosi a cavallo oltre le trincee come si vede sulla base del monumento e fu colpito. Il monumento, opera di Bazzarri, è dei primi anni del Novecento.
Monumento ai Decorati al Valor civile
Un altro tra i tanti monumenti che ornano i giardini in piazza Matteotti. È dedicato a quanti, a proprio rischio, hanno salvato chi era in pericolo. Non a caso la scultura in bronzo raffigura un uomo che trattiene un cavallo che sta per travolgere una bambina e sul porfido che sostiene il monumento è riportata questa iscrizione: «A chi più che la propria ebbe sacra l’altrui vita». È opera dello scultore bergamasco Siccardi.
Monumento a Garibaldi
Oggi è al centro della Rotonda dei Mille, ma in origine troneggiava in Piazza Vecchia. Fu oggetto di molte contese perché soprattutto i cattolici protestarono per la rimozione della grande fontana che oggi è giustamente tornata al centro di quella meravigliosa piazza. Nel 1922 venne spostato nella posizione attuale. Venne realizzato dai due fratelli Cesare e Alberto Marinoni.