La festa di un popolo vincente

È stata una giornata leggendaria: prima la tensione, poi la paura per il gol di svantaggio e la rabbia per un manipolo di tifosi romanisti autore del lancio di fumogeni tra la gente. All’intervallo poi, la svolta: Gasperini ridisegna l’Atalanta e i gol di Caldara e Kessie mandano tutti gli innamorati della Dea in paradiso. La coda, temuta da molti, non ha nascosto nessun veleno: sotto la pioggia della serata di Bergamo, 500 romanisti sono stati identificati dopo aver cercato di sfondare i cancelli per combinare chissà cosa. Sono stati rimbalzati dalle forze dell'ordine e sono tornati a Roma con le orecchie basse e una sconfitta sul groppone. Tutto questo mentre l’Atalanta e Bergamo sognano.
Stadio pieno, clima rovente. Nonostante la giornata tipicamente autunnale, lo stadio di Bergamo, fin dall’immediato dopo pranzo, ribolliva di passione. Dati alla mano, il Comunale era vestito a festa: ai 10.824 abbonati si sono aggiunti ben 8.330 paganti per un totale di 19.154 spettatori presenti. In Curva Pisani è comparso lo striscione degli amici di Amantea (Cosenza), mentre in Curva Morosini si è visto il drappo rossoverde della Curva Est di Terni. Già durante il riscaldamento delle due squadre il pubblico si è fatto molto sentire e al momento dell’ingresso in campo il catino bergamasco ha dato spettacolo. In Curva Pisani c'è stata una bella "sciarpata" con un lungo drappo bianco a caricare l’ambiente: “Largo ai sogni senza paura cavalchiamo questa avventura”. In Curva Morosini bella coreografia nerazzurra e in Tribuna Creberg bandierone del Club Amici. Dettaglio importante: nonostante le provocazioni, il primo coro (di tutto lo stadio) per i romanisti è stato cantato alle 14.55, poco prima che iniziasse il match.
Primo tempo equilibrato, poi rigore e vergogna. Fin dalle prime battute la partita è stata molto interessante. Gasperini è partito con Gomez a destra e Kurtic su Bruno Peres; Spalletti ha faticato a studiare contromosse adeguate. La gara è rimasta bloccata fin dopo la mezz’ora e (fatta eccezione per qualche azione da ambo le parti) è la Roma a creare più pericoli. Lo 0-0 sembrava inchiodato ma appena prima del riposo ecco l’episodio che ha sbloccato il risultato. Mano di Toloi (tutti hanno temuto il rosso), rigore di Perotti e Berisha che sfiora solo. Lo 0-1 non ha però preoccupato più di tanto e anche se in televisione si è visto poco, è quello che è successo nel settore ospiti a far imbufalire i tifosi di casa: dallo spicchio riservato ai capitolini sono infatti partiti tre (forse quattro) torce che si vedono spesso (anche se non si potrebbero accendere) negli stadi italiani. Sono state lanciate in mezzo ai tifosi della Morosini. Fortunatamente, i tifosi nerazzurri assiepati nel settore non hanno reagito e dopo che il capitano romanista De Rossi ha chiesto ai sostenitori ospiti di calmarsi, le cose sono tornate nella normalità.
























Secondo tempo leggendario: la Dea sogna. Ad inizio ripresa, con la Roma in vantaggio, Gasperini ha tolto subito Masiello per inserire D’Alessandro. La stura alla squadra viene però data dall’ingresso di Freuler per Kurtic, proprio quando Spalletti ha tolto Salah per inserire El Shaarawy. Da quel preciso istante in poi l’Atalanta, demolisce, azione dopo azione, la Roma. Nei cinque minuti successivi al pareggio di Caldara, i nerazzurri sembrano assatanati: Kessie, sulla destra, dopo un tiro di Freuler messo in angolo da Fazio, ha chiesto alla Curva di spingere ancora di più. Richiesta subito accolta: la squadra sta trascinando un popolo. Nel finale qualcuno iniziava a pensare che un punto fosse oro, ma quegli undici indiavolati con addosso i colori della "Regina delle Provinciali" non si sono fermati. Hanno spinto ancora sull'acceleratore e alla fine Gomez s'è conquistato un calcio di rigore: ogni angolo nerazzurro dello stadio ha trattenuto il fiato e quando Kessie ha spiazzato il portiere della Roma è stata festa grande. Sentita, commovente e sincera. La festa di un popolo che adesso ci crede davvero, la gioia della gente dell’Atalanta che adesso non la ferma più nessuno.
Il post-partita: sono affari romani. Dopo il fischio finale e la festa sul campo, i tifosi dell’Atalanta si sono incolonnati verso casa e fortunatamente, la tanto invocata prova di maturità da parte dei bergamaschi c'è stata. Quello che è successo nel dopo gara è, infatti, solo e soltanto un affare dei tifosi romanisti. Dopo la prima partenza di alcuni bus dalla zona del prefiltraggio, circa 500 giallorossi hanno cercato di sfondare il cordone di polizia e ci sono stati momenti di alta tensione, con cinque feriti. I bergamaschi sono rimasti a distanza nella zona del Baretto, la polizia ha identificato tutti i romanisti rimasti nella zona del prefiltraggio e alla fine il deflusso è stato regolare. Possiamo dirlo: l’Atalanta e la sua gente hanno battuto la Roma su tutti i fronti.