Alà, cór!

Nicola, il barbiere che ama correre (ma non si taglia i capelli)

Ha un negozio in via Previtali. Ma trova il tempo anche per sgambettare (e per allenare una squadra di volley femminile)

Nicola, il barbiere che ama correre (ma non si taglia i capelli)
Pubblicato:
di Marco Oldrati

 

Cór, Barber…Cór. Vi sembrerà un po’ buffa la citazione di un film come “Forrest Gump”, l’uomo che correva al grido di “Run, Forrest, run!”, ma se trovate il tempo di arrivare in fondo a questo “ritratto” capirete anche il perché. Nicola Schiavone, un uomo che è più che un uomo, è... un corridore o un barbiere? Nel gergo comune è identificato con l’insegna del suo negozio in Via Previtali, dove offre un campionario di riviste dedicate alla corsa ai suoi affezionati clienti e racconta di corse e altre amenità mentre somministra shampoo, lozioni o altre cure rigeneranti del cuoio capelluto. Non so bene se definirlo un artista delle forbici (i suoi tagli sulla mia canuta chioma sono stati apprezzati, anche se adesso faccio finta di ignorarlo e da un anno non mi offro alle sue lame) o delle scarpette da corsa, fatto sta che pochi ti danno la sensazione di essere così assuefatti alla corsa come lo è lui. Assuefatti richiama una forma di dipendenza e in un certo senso Ol Barber è affetto da una dipendenza talmente serena che fa venire un moto di profonda invidia. È capace di “godersi” un giro sulle Scalette di Bergamo (ne parleremo, una specie di maratona per i percorsi più ripidi e gradinati dei colli, oltre 25 chilometri di su e giù fra la Città Alta e San Vigilio) e poi prendersela con calma quando è “fuori allenamento” corricchiando come un uomo qualunque (la sola condizione in cui riesco faticosamente a stargli “a ruota”), ma correre è parte della sua giornata, della sua settimana, della sua vita.

Curriculum di livello. Ha fatto quattro volte il Passatore… che cos’è il Passatore? È la traversata dell’Appennino Tosco-emiliano da Firenze a Faenza, cento chilometri da fare correndo in perfetta e nirvanica ascesi, la maglietta celebrativa del suo record sta appesa davanti agli occhi di chi entra in negozio, si sveglia alle 5 e mezzo del mattino per allenarsi, ma poi al pomeriggio approfitta dei suoi orari da parrucchiere per farsi un pisolino, segue una dieta precisa e rigorosa quando serve, ma poi lo trovi al Savoy in Via San Bernardino a bere l’aperitivo nei periodi di scarico (e cerca un alibi dicendo che aveva sete e il Savoy è dietro casa). Ma è una persona che sorride quando parla di corsa, con un’ironia formidabile ti racconta delle defaillances che capitano a tutti quelli come noi che infilano le scarpette per passione, ha due figlie (e una moglie, non dimentichiamolo mai, dietro un uomo che corre c’è sempre una donna che lo guarda con un certo scetticismo). E c’è la sua seconda passione, quella che lo spinge ad allenare una squadra di volley giovanile... femminile. È la giusta compensazione, fra la corsa tutta resistenza e ritmo e la tecnica aggraziata ed esplosiva delle sue pallavoliste, ma forse è anche una delle caratteristiche più tipiche di chi corre, l’anomalia.

Tutti "matti". Ce ne fosse uno normale, ci diciamo qualche volta, guardandoci in faccia e sorridendo senza sarcasmo: in realtà Nicola, come molti altri, corre semplicemente perché quando corre è felice, per nessun altra ragione. La forma fisica, il primato personale, la salute... tutte balle! In realtà a guardarle bene le cose sono molto più semplici: passate voi ore e ore del giorno a girare intorno ad una poltrona con un tizio che vedete di sguincio perché siete concentrati sul suo cranio, anzi, nemmeno, sulla “lana” che lo riveste e poi ditemi se non vi viene la tentazione di scappare da tutto e passare un’ora soli con la vostra di testa, con i vostri di pensieri, con la vostra di vita, liberi da costrizioni e soprattutto liberi di guardare dove volete, senza correre il rischio di tagliare le orecchie a qualcuno. A parte gli scherzi, Nicola non corre per frustrazione, tutt’altro: corre per... nessun motivo preciso, solo perché ne ha il tempo e la voglia. E a chi gli chiede la “ricetta” risponde sempre e invariabilmente allo stesso modo: «Prova, al limite torni a casa stanco». Ah, volete la prova che correre è solo uno degli aspetti dell’anarchia del personaggio? Guardate la foto: l’avete mai visto un barbiere che non si taglia i capelli?

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