Lingua madre

Non fatevi mandare “a móls ol lüf” (cioè a mungere il lupo)

Siamo nel periodo più caldo e ci difendiamo anche coi modi di dire in bergamasco

Non fatevi mandare “a móls ol lüf” (cioè a mungere il lupo)
Pubblicato:

Di Ezio Foresti*

Da un po’ di tempo si segnala il ritorno del lüf nelle nostre contrade, ma un tempo la sua presenza era molto più invadente, come segnalano anche le numerose tracce lasciate nel vocabolario.

Innanzitutto il termine viene usato per definire un “ghiottone, divoratore”, come segnala Antonio Tiraboschi. Del resto tutti sanno che iga öna fam de lüf significa proprio essere in preda a un desiderio vorace di cibo. L’animale è anche simbolo del male stesso o del nemico, perché indà o borlà ’n bóca al lüf vuol dire mettersi nelle mani di chi ci vuole male, o andare incontro a un temibile pericolo. Molto particolare è ì ést ol lüf, che letteralmente descrive chi ha guardato un lupo o ne è stato osservato. In realtà la locuzione si applica a chi “è affiocato”, cioè sembra venir meno.

Un tempo infatti si credeva che lo sguardo del lupo, o posato su di esso, fosse nocivo. Ne parlava addirittura Plinio il Vecchio, che così scrive nella sua Naturalis Historia: «Anche in Italia si crede che lo sguardo del lupo sia dannoso,e che questi animali tolgano l’uso della voce a un uomo, se lo fissano per primi». Anche lo scrittore e naturalista romano credeva però si trattasse di dicerie senza fondamento. Un curioso detto unisce la belva all’attività che pratichiamo in alpeggi e allevamenti: và a móls ol lüf, vai a mungere il lupo, è l’irriverente invito che si rivolge a colui che per qualche motivo ci ha irritato.

Passando dai bovini agli ovini, troviamo la saggia sentenza la mórt del lüf l’è la sanità di pégore, a indicare che non tutti i mali vengono per nuocere, e che la sfortuna dell’uno spesso rappresenta la fortuna dell’altro. Non manca un proverbio diffuso anche in italiano, ol lüf al’lassa ’l pél ma mia i vésse. A giudicare dal comportamento negativo e reiterato di parecchi personaggi, si direbbe che il detto abbia mantenuto intatta tutta la propria efficacia.

*in memoria