Eccellenze senza tempo

Note bergamasche in Cattedrale a Sanremo con il nuovo organo di Pietro Corna

Due anni di lavoro per ridare uno strumento alla principale chiesa della Riviera. Alcune parti arrivate dalla Germania, altre costruite dall'organaro di Leffe, già protagonista di importanti lavori in Vaticano e in Romania.

Note bergamasche in Cattedrale a Sanremo con il nuovo organo di Pietro Corna
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di Giambattista Gherardi

Un progetto di assoluto rilievo, portato a termine con la competenza e la maestria che fanno della Bergamasca la capitale dell’arte organaria in Europa e nel mondo. Sono echeggiate lo scorso 19 marzo, nella Basilica Concattedrale di San Siro a Sanremo (Imperia), le note del nuovo monumentale strumento realizzato dall’organaro Pietro Corna, titolare dell’omonima ditta con sede in via Donizetti a Leffe.

La Concattedrale di San Siro a Sanremo

«La basilica di S. Siro - spiega Corna - è l’edificio più antico di Sanremo, eretta nel XII secolo e fra i principali esempi di architettura romanica nel Ponente ligure. A partire dal 1619 furono avviate modifiche che interessarono le absidi romaniche, il presbitero e successivamente la facciata e il campanile, che assunsero un aspetto barocco. Fra il 1901 e il 1948 vennero intrapresi imponenti lavori di ripristino dell'aspetto romanico, con rimozione delle sovrapposizioni barocche sia all'interno che all'esterno, ivi compreso l’organo. Lo strumento era un “Marelli” del 1905, presentato all’Esposizione Internazionale di Milano. Quest’organo sopravvive tuttora, installato nella chiesa di Aurigo nell’entroterra di Imperia. A voler dotare la Concattedrale di un nuovo organo è stato il vescovo mons. Antonio Suetta, convinto dell’importanza che la musica riveste nell’elevazione dell’animo umano».

Il complesso progetto ha preso il via circa cinque anni fa, con l’acquisto da parte della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo di un organo a canne d’occasione Anton Feith proveniente dalla cattedrale tedesca di Paderborn, nella provincia di Elsen in Westfalia. Scartata l’ipotesi di collocarlo alla meglio nella Concattedrale, si è avviato un articolato progetto cui ha contribuito non poco il diacono Sueli Fornoni, originario di Ardesio, responsabile del locale Servizio per la Musica Sacra. Sono seguiti scavi archeologici per predisporre i plinti di fissaggio e studi progettuali di ambientazione dell’architetto Michele Palazzotto, responsabile dell’Ufficio Tecnico diocesano. A lui si deve la progettazione della monumentale cassa lignea, realizzata dalla Stand Green di Chiuduno e della poderosa struttura in ferro, creata da Officine dei Metalli di Frossasco (Torino).

Parti dell'organo di Sanremo nel laboratorio Corna di Leffe (1)
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Parti dell'organo di Sanremo nel laboratorio Corna di Leffe

Pietro Corna davanti al nuovo organo nella Concattedrale di S.Siro a Sanremo
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Pietro Corna (foto d'archivio)
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Parti dell'organo di Sanremo nel laboratorio Corna di Leffe (2)
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«Il novo organo - aggiunge Corna - si innalza per oltre 16 metri. Si inserisce nell’architettura romanica con un design contemporaneo dalle linee leggere ed eleganti, che richiamano in vari punti le forme romaniche dell’edificio. Lo strumento ingloba tutte le parti d’occasione acquistate, ma rispetto alla sua originale disposizione è stato notevolmente ampliato. Inizialmente l’organo era a due tastiere con 28 registri e circa 1600 canne, attualmente nel nuovo progetto, è disposto su tre manuali di cui uno espressivo e pedaliera con 52 registri e 2.653 canne. Il peso complessivo, esclusa la cantoria è di circa 95 quintali. È dotato di un’imponente facciata in altezza reale in 16’ piedi in zinco lucido. La trasmissione fra consolle e organo è elettronica, con gli ausili della moderna tecnologia. Una seconda consolle (quella originale ea due tastiere, restaurata e posta in presbiterio) servirà per uso liturgico e accompagnamento del coro. La nuova imponente struttura ha cambiato per sempre l’aspetto interno della Basilica. All’inizio non sono mancati malumori, ma ora sono già moltissime le manifestazioni di stima e ammirazione che si si sono susseguite, per la nuova presenza, da parte dei fedeli».

Pietro Corna dal 2017 è vicepresidente dell’Associazione Italiana Organari. È erede della tradizione bergamasca, che vanta i nomi di Bossi e Serassi sin dal '700. Nel recente passato, Corna ha restaurato l’organo Tamburini della cattedrale di San Lorenzo a Perugia ed elettrificato il monumentale organo della Cattedrale Cattolica di Timisoara (Romania). Diplomato in organo alla scuola Santa Cecilia di Bergamo, Corna deve la propria formazione alla bottega di Giorgio Persico a Nembro. Nel 2010, su progetto fonico di don Gilberto Sessantini, ha realizzato il nuovo organo della Cattedrale di Bergamo. Prestigiosi anche il restauro, nel 2011, dell’organo «dei Frisoni» in Vaticano ed i recenti interventi a S. Agostino in Cremona, Città della Pieve (Umbria), Semonte e Brignano Gera d’Adda.

«Sull’organo di Sanremo abbiamo lavorato per due anni - conclude Corna - poiché oltre a recuperare le parti storiche, abbiamo realizzato ex novo somieri, canne, mantici, condotti d’aria e parti elettriche. Non era semplice far convivere materiali diversi in un’opera stilisticamente coerente e accattivante anche dal punto di vista fonico. Una grata citazione va ai collaboratori Nicola Ruggeri, Stefano Ghezzi, Alessandro Consoli e a mia moglie Patrizia Bonardi, che oltre a collaborare in azienda supporta e sopporta qualsiasi difficoltà».

Nel giorno di San Giuseppe, come ricordato, a Sanremo sono echeggiate le prime note, ma per il concerto inaugurale si dovrà necessariamente attendere la fine della pandemia. Il 3 e 4 luglio sono in programma due concerti con il maestro Olivier Vernet, organista della Cattedrale del Principato di Monaco e la locale Orchestra Filarmonica.

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