fino al 2023

Offerta turistica di qualità: Almenno San Bartolomeo conferma la Bandiera Arancione

È uno dei 262 comuni italiani a cui il Touring Club Italiano ha assegnato il riconoscimento, che premia la vocazione turistica dei paesi dell'entroterra sotto i 15 mila abitanti.

Offerta turistica di qualità: Almenno San Bartolomeo conferma la Bandiera Arancione
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Bellezza paesaggistica, importanza del capitale storico-culturale, spiccata vocazione turistica. Sono le qualità che hanno permesso ad Almenno San Bartolomeo di ottenere nuovamente, per altri tre anni, la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, ricevuta per la prima volta a dicembre del 2016.

«Un risultato importantissimo per il nostro territorio – commenta il sindaco Alessandro Frigeni -, merito non solo della costante azione di marketing e valorizzazione promossa dal Comune, ma anche delle tante iniziative messe in atto da albergatori, ristoratori, esercenti, commercianti, produttori e artigiani locali. L'auspicio è di continuare a “fare sistema” per rendere il nostro paese sempre più bello, attrattivo e accogliente».

Almenno San Bartolomeo è uno dei 262 Comuni italiani a cui il Touring Club Italiano ha assegnato il riconoscimento, che premia la vocazione turistica dei paesi dell'entroterra sotto i 15 mila abitanti. Il rinnovo della Bandiera Arancione fino al 2023 era anche uno degli obiettivi contenuti nel mandato della maggioranza.

«Abbiamo dato continuità al lavoro svolto dalla precedente Amministrazione guidata da Gianbattista Brioschi – spiega Vittorio Oberti, consigliere delegato a Turismo e Marketing territoriale -. Per un comune dalla forte vocazione turistica come il nostro era essenziale mantenere questo importante marchio di qualità ambientale, anche per sviluppare una strategia che sostenga il tessuto economico locale».

Almenno San Bartolomeo è il quarto paese in provincia di Bergamo, insieme a Gromo, Clusone e Sarnico, ad avere ottenuto la Bandiera Arancione. «Siamo passati dalle 2 mila presenze turistiche annue di circa 10 anni fa – conclude Oberti – alle circa 35 mila attuali, solo considerando gli accessi ai beni culturali-architettonici».

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