Tre vie per raggiungerlo

Pizzo Arera, in tutta la sua bellezza

Pizzo Arera, in tutta la sua bellezza
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Foto di Angelo Corna.

 

Il Pizzo Arera, con i suoi 2512 metri, è una delle montagne simbolo bergamasche. Re indiscusso della Val Serina e posto a spartiacque della vicina Val Brembana, domina sugli abitati di Oltre il Colle e Zambla, spiccando per morfologia e dimensione sulle vette circostanti; il Monte Menna, il Monte Grem ed il Monte Alben. La sua posizione panoramica permette una visuale a 360 gradi su tutte le Orobie Bergamasche e oltre, spaziando fino alle cime della Valtellina. In molti solcano i suoi sentieri, dagli escursionisti, ai semplici camminatori che vogliono assaporare una bella passeggiata, fino alle scolaresche durante il periodo primaverile. Chi vuole invece cimentarsi sulle ripidi pareti del Pizzo, dove una svariata rete di sentieri permette escursioni di ogni genere, troverà sicuramente pane per i suoi denti.

La salita al Pizzo. Il classico punto di partenza per la salita è il Rifugio Capanna 2000, aperto tutto l’anno e facilmente raggiungibile dal parcheggio del Rifugio Saba. Durante la salita al rifugio non possiamo non notare il Pizzo Arera, il gigante di roccia posto proprio alle sue spalle. La via classica d’accesso si snoda proprio dietro il rifugio, in ripida salita, lungo la spalla sud della nostra montagna. Si risale il ripido crinale tra erba e rocce, in alcuni tratti aiutandosi con le mani, fino a raggiungere un intaglio attrezzato con dei pioli ed una corda metallica. Niente di difficile. Un pizzico di adrenalina renderà l’ascesa ancora più gratificante! Superato questo divertente ostacolo si risale il crinale della montagna, tra rocce e detriti, fino alla vetta del Pizzo Arera, posta a metri 2512. Un panorama difficile da commentare, ma che lascerà sicuramente a bocca aperta chiunque ne guadagnerà la cima.

Arera invernale 1
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Arera invernale 2
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Arera invernale 3
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Arera invernale 4
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La variante sulla cresta est. Una variante di salita, riservata a escursionisti esperti, è la bella cresta est. Dal rifugio si piega a destra lungo il segnavia CAI 244 (periplo dell’Arera), dove possiamo ammirare numerose fioriture che, come curiosi bouquet, spuntano tra le rocce, fino a una piccola croce. Qua si abbandona il segnavia e su tracce di sentiero si deve risalire la ripidissima cresta est, che, tra ghiaioni e saltelli di roccia, catapulterà lo scalatore, con non poca fatica, sulla parte sommitale del gigante orobico. Seguendo il filo di cresta, prestando la massima attenzione, si raggiunge l’antecima del Pizzo, dov'è presente una colonnina del telesoccorso, e in pochi minuti la vetta. Il rientro è consigliabile sulla via normale.

L'itinerario sulla parete nord. Un terzo itinerario, molto gratificante durante la stagione invernale, è la parete nord, anche questa riservata ad alpinisti. La partenza avviene da Valcanale con destinazione il Passo di Corna Piana (metri 2130). Qui pieghiamo a sinistra, inoltrandoci nel Vallone del Mandrone, in direzione della parete Nord dell’Arera. Dal Passo di Corna Piana ci si porta all’attacco del canale, posto dietro una bastionata rocciosa. Il canale nord, a seconda delle condizioni della neve, presenta una pendenza di 45 gradi e una lunghezza di circa 150 metri. All’uscita, con un traverso verso destra, si sbuca proprio sotto la croce di vetta.

Arera 2
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Arera estate 4
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Il Rifugio Capanna 2000. Nel sole, tra rocce e fiori, incastonato sotto la parete sud del Pizzo Arera, troviamo il Rifugio Capanna 2000. Adatto a famiglie e bambini, accessibile estate ed inverno, conta ben 40 posti letto e 80 posti per il pranzo. È raggiungibile da Zambla Alta in macchina fino alla località Plassa nei mesi invernali e, con la nuova strada, fino a quota 1600 nei mesi estivi, dove si può comodamente parcheggiare in un ampio piazzale sotto i vecchi impianti di risalita (strada a pagamento). Da qui si percorre il sentiero CAI 221 che in meno di un’ora porta al rifugio, oppure si segue la carrabile, che, con un tragitto più ampio, sale più dolcemente. Il rifugio può essere raggiunto, con un giro leggermente più lungo, anche dal Passo di Zambla. È una base ideale per escursioni di interesse alpinistico e naturalistico, offrendo in più, per gli appassionati di arrampicata, la possibilità di ripetere salite alpinistiche o vie di arrampicata sportiva situate a pochi minuti di cammino dal Rifugio Capanna 2000.

Il Periplo del Pizzo Arera. Di enorme interesse e di recente realizzazione è il periplo della montagna, che consente con un giro ad anello di vedere le ripide pareti del Pizzo, senza però mai toccarne la cima. Dal rifugio Capanna 2000 si sale in direzione nord verso la vetta per pochi minuti. Si piega a sinistra attraversando la Val d'Arera e abbandonando il sentiero che sale alla vetta. Questo ambiente è ricco di macerati e di interessanti fioriture. Si sale di quota continuando a contornare le pendici del Pizzo Arera in un ambiente dolomitico. Dopo un breve tratto di discesa si raggiunge il Mandrone, vallone posto tra la Corna Piana e il Pizzo. Si costeggia la base della parete nord dell’Arera e si entra nel valle che scende dalla Forcella di Valmora, riprendendo poi la salita per ghiaioni fino alla fascia rocciosa terminale che richiede attenzione in un tratto esposto (Escursionisti Esperti). Dalla Forcella di Valmora si scende sul versante opposto, contornando a mezza costa il versante sud del Pizzo Arera, fino al ritorno alla Capanna 2000.

 

 

La corsa del cielo. Quest’anno giunge alle decima edizione la Skyrace Menna-Arera-Grem-Alben. Il MAGA è una “corsa del cielo” e teatro della manifestazione sono le creste delle montagne sopra citate. Con 250 iscritti nella precedente edizione, viene proposta quest’anno con due varianti: la skymarathon, tecnica e aerea vede sua partenza da Zorzone, il superamento delle 4 cime che fanno da cornice alla conca di Oltre il Colle e l’arrivo in picchiata a Serina, dopo aver coperto una distanza di 39 chilometri e un dislivello positivo di 3000 metri, e la Maga Skyrace con start a quota 1600 metri sulle pendici del Pizzo Arera, sviluppo totale di 24 km per un dislivello positivo di 1450 metri, con discesa nel centro di Serina dopo le salite di Grem e Alben.

Sentiero dei fiori 1 - Capanna 2000
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Il Sentiero dei Fiori.

Sentiero dei fiori 2
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Il Sentiero dei Fiori.

Sentiero dei fiori 3 - Lago Branchino
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Il Sentiero dei Fiori.

Sentiero dei fiori 4
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Il Sentiero dei Fiori.

Il Sentiero dei Fiori. Il Pizzo Arera è interessante non solo dal punto di vista alpinistico, ma anche da quello botanico. Il tratto compreso tra la Capanna 2000 e il Passo del Branchino è una zona con un’alta concentrazione di rarità botaniche, i cosiddetti endemiti. Questo tratto di sentiero, proprio per la sua straordinaria ricchezza di specie, venne denominato “Il Sentiero dei Fiori” e permette di incontrare una vasta varietà di specie floreali, alcune presenti solo sotto le pendici del Pizzo Arera. Il sentiero può essere percorso da tutti e vede la sua partenza dalla Capanna 2000, su un facile sentiero ad anello che ricondurrà l’escursionista al Rifugio. Consigliamo di percorrerlo seguendo all’andata il Sentiero Alto, che condurrà l’escursionista alla Bocchetta di Corna Piana ed al Passo Branchino, posto sopra l’omonimo lago. Il ritorno avviene dal Sentiero Basso, che dal Passo scende lungo la Val Vedra fino al Capanna 2000, dove il sentiero si conclude. La sua lunghezza complessiva è di circa 7 km ed il periodo consigliato per assistere alle fioriture va da Giugno ad Agosto. Le varietà di fiori che si possono osservare lungo il cammino sono la Valeriana, la Campanula, il Rododendro, la Stella Alpina, la Sassifraga, la Parnassia, la Genziana e tanti altri…

 

 

La Cattedrale Vegetale. A 1350 metri di quota, sulla strada a pagamento che porta al Rifugio Saba, possiamo fermarci ad ammirare la Cattedrale vegetale di Oltre il Colle, che con la sua conformazione rappresenta un interessante esempio di arte naturale. Sono quarantadue le colonne di legno protese verso il cielo, che al loro interno sostengono la crescita di altrettanti faggi. Per vedere la Cattedrale completamente conclusa dobbiamo però attendere ancora una decina d’anni: il tempo necessario per lasciare che la natura faccia il suo corso.

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