22 km, 1600 mt dislivello

Pizzo dei Tre Confini, un'escursione per una camminata come si deve

Pizzo dei Tre Confini, un'escursione per una camminata come si deve
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Il Pizzo dei Tre Confini è una bellissima montagna delle Alpi Orobie, che raggiunge al suo culmine un’altezza di 2824 sul livello del mare. È situato nell’Alta Val Seriana, sul lato sud della conca del Barbellino, nella zona famosa per ospitare i giganti orobici, le montagne più alte della nostra provincia. A dispetto del suo nome, il pizzo è situato interamente in provincia di Bergamo, lungo il crinale che collega il Pizzo Recastello al Monte Gleno. Il nome deriva dal fatto che originariamente questo segnava la linea di demarcazione tra i confini amministrativi di Vilminore di Scalve, Bondione e Lizzola, questi ultimi due raggruppati nel 1927 nell'entità amministrativa di Valbondione.

1 - Partenza
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2 - Piane di Lizzola
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6 - Dal Passo di Bondione
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7 - Verso la vetta
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8 - Vetta del Pizzo Tre Confini
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Gli accessi. Sono molte le vie che permettono di raggiungere questa bellissima montagna. Il percorso più appagante parte dall’abitato di Lizzola e permette di compiere un giro ad anello, con passaggio dal Rifugio Antonio Curò. Dal paese si sale in direzione delle piste da sci, dove possiamo posteggiare l’auto in piccolo parcheggio. Il sentiero è marchiato dal segnavia CAI 322 e sale lungo la ripida carrareccia che conduce alle Piane di Lizzola (m.1350). Oltrepassiamo alcune baite, durante la stagione estiva occupate da mandriani e pastori dediti alla produzione di formaggi, inoltrandoci sempre di più nella valle, tra verdi pascoli e ampi paesaggi. Proseguendo superiamo un breve tratto, attrezzato con catena per colpa della roccia umida, e costeggiando una bella cascata raggiungiamo la conca soprastante e la bella Baita di Sasna (m.1960), sottostante al suo monte omonimo.

L’ambiente inizia a cambiare, gli alberi si diradano sempre di più e il panorama inizia a farsi più severo e tipico dell’alta montagna. Non perdiamoci d’animo, la strada per la vetta è ancora lunga, seppur accessibile a tutti. Superati alcuni dossi prevalentemente erbosi, alternati a tratti un po più ripidi, raggiungiamo la sella che precede il Passo di Bondione (m.2680). Attraversiamo la conca verso destra, guadagnando un poco di respiro e procedendo in falsopiano, raggiungendo il Passo che ci regala una vista fantastica sull’arcigno Monte Gleno e sul roccioso Pizzo Recastello, montagne più difficili e lasciate in questa giornata a escursionisti esperti.

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10 - Creste e nuvole
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11 - Uno sguardo al Monte gleno
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12 - Il Laghetto di Tre Confini
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Noi ormai ci siamo. Dopo quattro ore di salita la vetta della nostra montagna si rivela agli occhi dell’escursionista che tanto ha faticato per raggiungerla. Dal passo seguiamo la cresta sud e le facili roccette, che in poco meno di mezz’ora ci condurranno alla cima del Pizzo Tre Confini e a un panorama mozzafiato, che spazia su tutta la Val Seriana. In vetta ci attende un piccolo trespolo con una campanella, che possiamo, anzi dobbiamo suonare a monito della  cima raggiunta! Ci meritiamo una pausa e un brindisi per festeggiare questa escursione, lunga ma appagante sotto ogni aspetto.

La variante per la discesa. Nessuno ci vieta di scendere seguendo il percorso comune all’andata. Se invece non siamo ancora stanchi possiamo seguire un bellissimo itinerario che ci permetterà di compiere un giro ad anello, allungando il percorso godendo però di panorami e ambienti tipici dell’alta montagna. La discesa ci permetterà di transitare lungo la Vedretta del Trobio (in primavera meglio portare i ramponi) e costeggiare il Pizzo Recastello e i Corni Neri, montagne dalla sagoma scura e poco rassicurante. Passo dopo passo raggiungiamo la Val Cerviera i suoi piccoli laghi di origine naturale, altro bellissimo scorcio della Val Seriana che induce a un momento di riposo. Ripreso il percorso ci congiungiamo al sentiero CAI 308, che ci porterà al Rifugio Antonio Curò (m.1915) e al lago artificiale del Barbellino. Abbandonato il rifugio scendiamo ancora, lungo il sentiero CAI 306 seguendo la carrareccia conosciuta come “panoramica”, incrociando dopo pochi minuti il bivio con chiare indicazioni per l’abitato di Lizzola. Costeggiando i fianchi del poco conosciuto monte Cimone ci addentriamo nel bosco, e tra vari saliscendi raggiungiamo il punto di partenza della nostra lunga ma bellissima escursione.

13 - Discesa in Val Cerviera
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15 - Ritorno in direzione di Lizzola
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Conclusioni. Sicuramente una lunga escursione, ma molto appagante sia per i panorami che per la bellezza dell’ambiente che andremo a visitare. Il percorso ad anello supera i 22 chilometri e vede un dislivello di ben 1600 metri, anche se non difficile è adatto ad escursionisti allenati. Può toccare le otto ore di cammino, transitando però tra valli bellissime ricche di acqua, flora e fauna, assaporando ambienti tipici di una grande montagna. E regalando di conseguenza grandi soddisfazioni. Il Pizzo Tre Confini è una vetta molto blasonata anche nella stagione primaverile. Con neve assestata è una meta ambita dagli scialpinisti, che possono raggiungere la sua vetta partendo con “sci ai piedi” già dall’abitato di Lizzola. Gli alpinisti più esperti possono invece, durante la stagione estiva, concatenare il vicino Monte Gleno e il Pizzo Recastello, rendendo l’escursione una vera avventura a fil di cielo. Un itinerario però riservato a pochi uomini, professionisti della montagna ed esperti.

 

 

Curiosità. Il trespolo con campana, presente sulla vetta del Pizzo Tre Confini, è stato portato a dorso di mulo nel settembre del 1957 da un gruppo di amici di Gazzaniga. Proprio in questi giorni festeggia il 60° anniversario della posa. Il gruppo Amici del Tre Confini ha ricordato questo giorno domenica 8 ottobre, con una messa in quota e decine di visite da parte di amici, simpatizzanti e amanti della montagna. Il gruppo si occupa da anni della manutenzione e della cura di questa insolita croce di vetta. Sotto il trespolo una targa ricorda tutti i caduti sulle nostre montagne, riportando la scritta «Ma ti preghiamo, su nel Paradiso. Lascialo andare per le Tue Montagne».

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