Il presepe vivente di Villongo in 80 bellissime fotografie
Volti incantati, stupiti, affascinati. I passi lenti sul sentiero della collina, perché tanto c'è da vedere e nulla si vuole perdere e un percorso durato tre ore, tanta era la gente accorsa a visitare quel luogo magico. Il presepe di Villongo, che parte da via Sella (verso Foresto Sparso) per salire dolcemente lungo il pendio, è un vero capolavoro di artigianalità e la dimostrazione di ciò che l'unione di un paese intero può fare. Sessantadue capanne, che raccontano la vita e i mestieri al tempo di Gesù, quando si cardava e si filava la lana, si scolpiva il legno, e un asino faceva girare la macina in pietra per trasformare il grano in farina.
Le casette si susseguono l'una dopo l'altra, illuminate dalla luce fioca delle candele, che le accende di intimità familiare quando scende la notte. Come in un presepe vero, uno di quelli che si andavano a vedere nelle chiese quando si era bambini e si stava lì ad attendere che il giorno lasciasse spazio alla notte per vedere accendersi le luci dietro le finestrelle e il cielo illuminarsi di stelle. Sono casette di legno, dove ogni oggetto ha un significato e tutto è stato realizzato nei minimi dettagli: dai gomitoli di lana per fare coperte alla bottega della cera, dove una donna intinge lunghe e sottili candele in una pentola e le appende su un piccolo stendino di legno per farle asciugare. Bellissimo l'angolo del mulino, dove molti ingranaggi di legno si muovono grazie alla forza dell'acqua, battendo così la canapa. Si resta incantati dalla bottega del legno, dove due uomini in abiti d'epoca incidono immagini sacre su tavolette, dalla bottega dell'argilla e da quella del pizzo. I bambini osservano con gli occhi sgranati il fienile con le pecore, la piccola capanna con il pappagallo e l'asino, e un fuoco su cui viene cotto un coniglio allo spiedo.
La bellezza è ovunque. E lo si capisce presto, già dall'inizio del percorso, quando ci si ritrova dinnanzi all'elegante tempio di Erode, all'Ufficio del Censimento, o alla prigione dei soldati romani, dove sono rinchiusi giovani rubagalline. Abiti cuciti a mano, volti sereni, e una grande scritta all'ingresso che spiega che tutte le offerte raccolte andranno in beneficenza. Offerte numerose e generose, secondo quanto raccolto negli scorsi anni, come fosse un po' un grazie da parte di coloro che hanno potuto godere di tanta bellezza. Del resto, i visitatori vengono da tutta Italia e dal resto d’Europa: nella lunga fila lenta e intenta a contemplare, se ne contano 1500 all'ora.
Al termine del percorso, dopo aver visitato la capanna del Bambin Gesù, dove riposa tra Giuseppe e Maria un bimbo vero, viene offerto vin brulé e una tazza di tè caldo, da sorseggiare davanti ad un falò. Poi il ritorno a casa, certi di aver assistito ad uno spettacolo davvero imperdibile.
Il prossimo appuntamento è fissato per il giorno dell’Epifania, quando alle 14.30, dalla parrocchia di Villongo (S. Filastro), un corteo accompagnerà i Re Magi alla capanna di Gesù Bambino. Alle 18 seguirà la sfilata delle circa trecento comparse e la celebrazione della Santa Messa. Per informazioni, contattare i numeri 348.8596582, 348.8913939 o lo 035.927141, oppure visitare il sito. La rappresentazione, giunta alla diciottesima edizione, inizierà alle 14.30 e l'ultimo bus navetta salirà in collina alle 17.30.