Un bel traguardo

"Pueblos del Maiz", Bergamo in vetrina con l'eccellenza del Mais Spinato di Gandino

Il network nato nell'ambito del Cluster Gastronomia delle città Creative Unesco aggiunge la città e il comune della Val Seriana a Puebla e Merida (Messico), San Antonio (Texas) e Tucson (Arizona). «Una grande opportunità di crescita»

"Pueblos del Maiz", Bergamo in vetrina con l'eccellenza del Mais Spinato di Gandino
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Poco più di dieci anni fa, nel 2013, all’ingresso dell’abitato di Gandino è stato inaugurato il “Giardino del Mais”, caratterizzato dalla grande riproduzione al vero di una scultura legata alla civiltà precolombiana degli Olmechi, conservata presso il Museo de la Venta a Villahermosa in Messico. La riproduzione fu realizzata grazie a un calco in vetroresina autorizzato dal governo messicano nel 1992, nel quinto centenario della scoperta dell’America.

Il giardino del Mais con la testa Olmeca a Gandino

Ora questo legame fra il continente rivelato da Cristoforo Colombo e la terra Bergamasca si arricchisce di un importante traguardo, confermato nelle ultime settimane ai soci della Comunità del Mais Spinato di Gandino da parte del presidente Antonio Rottigni.

«Il percorso dell'edizione 2023 de “I giorni del Melgotto e del Galà dello Spinato” - ha scritto Rottigni - s’è concluso domenica 22 ottobre con la presenza a Gandino delle delegazioni legate al circuito internazionale delle Città Creative Unesco per la Gastronomia. In tale occasione sono state condivise le rispettive esperienze e presentato il progetto internazionale “Pueblos del Maiz”. È stata un’occasione di confronto tra modelli di coltivazione, produzione e promozione territoriale che ci ha dato una nuova consapevolezza confermando che il lavoro da noi svolto in questi anni per il Mais Spinato di Gandino è replicabile in altri Paesi, ma anche modello di riferimento. Ci eravamo lasciati confidenti che il Mais Spinato potesse entrare a far parte di questo cluster internazionale: la candidatura è stata accettata e i comuni di Bergamo e Gandino sono entrati a pieno titolo come membri eccellenti di questa realtà».

L'incontro ad ottobre 2023 a Gandino

A ottobre Bergamo era sede dell'International Summit “Feeding Innovation through Creativity” e i due massimi esponenti del Cluster della Gastronomia della Rete Unesco, Eduardo Seijo Solis Focal (Mérida) e Colleen Swain (San Antonio), hanno visitato Gandino scoprendone lo storico progetto di valorizzazione. Nelle settimane successive è emersa l’importante novità che prevede la possibilità di nuovi ingressi nell’ambito della rete “Pueblos del Maìz”. Essa è nata di fatto nel 2022 grazie a quattro città: Puebla e Merida (Messico), San Antonio (Texas - Stati Uniti) e Tucson (Arizona - Stati Uniti).

Obiettivo principale l’organizzazione di una “Fiesta” che potesse celebrare il significato e l’importanza del mais nella cucina e nella cultura alimentare di ciascuna città aderente. Un ulteriore obiettivo è da allora quello di sviluppare una serie di eventi internazionali sul cibo e sulla cultura, che possano generare impatti economici positivi nelle città partecipanti e migliorino la coesione sociale attraverso il riconoscimento e la visibilità della diversità del patrimonio alimentare del mais e della creatività culinaria.

I colori delle diverse varietà di Mais

Per il 2024 le quattro città fondatrici hanno allargato la propria esperienza a realtà internazionali di rilievo, accogliendo ad inizio febbraio (come conferma il sito di riferimento) la candidatura proposta da Bergamo Città Creativa Unesco unitamente al Comune di Gandino. Il passaggio a un concetto di rete offre alle città partecipanti la flessibilità di programmare eventi targati “Pueblos del Maìz” in qualsiasi periodo dell’anno e di collegarli con eventi annuali stabiliti e rilevanti. Nel caso di Gandino si segnalano i “Giorni del Melgotto”, che hanno celebrato lo scorso anno la sedicesima edizione, in coincidenza con i giorni del raccolto.

Nel 2023 Gandino ha ospitato la “rigenerazione” nell’ambito di Slow Food, della rete italiana di Slow Mays, con la stipula e la sottoscrizione nel Salone della Valle del nuovo manifesto della rete, che riunisce i produttori italiani di mais locali ad impollinazione libera. Un percorso avviato a Gandino nel 2013 con il Network Internazionale dei Mais Antichi e concretizzatosi in occasione di Expo Milano 2015.

Il manifesto si fonda su alcuni principi non derogabili, come la tutela attiva della biodiversità, l’accesso quotidiano per tutti ad un cibo “buono, pulito e giusto”, la condivisione di buone pratiche, risorse e progetti per la salvaguardia dei mais ad impollinazione libera, come azione concreta di tutela della biodiversità e della valorizzazione dell'agricoltura su piccola scala. La rete Slow Mays coinvolge comunità, condotte, agricoltori, produttori, cuochi e tecnici con l’intento di definire strategie ed azioni comuni, scambio di competenze ed esperienze. Insomma, se tutte le strade portano a Roma, quelle del Mais (Spinato) portano in Val Gandino.

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