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Quando in ferie si andava col “möl”: low cost, ma senza volare

Esclusi i ricchi, sessant’anni fa si andava in vacanza alla casa del nonno

Quando in ferie si andava col “möl”: low cost, ma senza volare
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Di Ezio Foresti*

Oggi anche i luoghi più lontani si possono raggiungere con una giornata d’aereo, e nessun luogo al mondo ci è precluso. Così i social si riempiono di foto con i paesaggi più esotici, e il mondo intero è diventato la possibile meta della villeggiatura.

Ma una sessantina d’anni fa, a ridosso del boom economico, le cose stavano molto diversamente. Esclusi i ricchi, chi pianificava un periodo di relax di solito prendeva in considerazione posti molto più vicini, magari dove c’era la cà del nóno a garantire un soggiorno gratuito, almeno dal punto di vista della locazione.

Anche se i chilometri da percorrere erano pochi, non si deve credere che fosse una passeggiata di salute. Innanzitutto di strade ce n’erano poche, e sui nostri monti spesso l’arteria principale era ol sentére, quando andava bene, la mulattiera. Strada che prende il nome dal mezzo di locomozione dell’epoca, che invece d’inquinare concimava e consumava solo erba, biada e fieno.

Il fiero e ostinato möl trasportava persone e bagagli, ma quando l’éra ‘nvèrs non c’era niente da fare: la sosta era obbligata, le litanie ai santi anche.

Per chi non disponeva di una dimora di famiglia, ore di scarpinata portavano poi a una location che a prima vista sembrava ön’ostaréa, e in effetti lo era, ma offriva anche giacigli per i viaggiatori. Il clima che si stabiliva da subito tra l’oste e gli ospiti era di tipo collaborativo, nel senso che non era raro che questi ultimi impugnassero ranza, ras-cce rastèl e contribuissero energicamente alle incombenze agricole del periodo.

Fà ‘l fè era un’attività fisica all’aperto che precorreva di decenni i moderni servizi alberghieri, come la palestra e gli esercizi con il coach. Le donne poi rigovernavano, e a volte davano anche una mano in cucina. Non stupisce di conseguenza l’esiguità del contributo richiesto, anche se per l’epoca era comunque un lusso. Chissà che ferie di questo tipo non siano la prossima riscoperta degli influencer.

* in memoria

Commenti
Giuseppe Boschini

Si stava meglio quando si stava peggio

Michele

Prendo anch'io un mulo, lo metto in garage del condominio, compro il fieno al paradiso del cucciolo, parto poi in vacanza con ferie sindacali, ma dormo nei parchi pubblici, così spendo poco.

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