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Rock spaccaossa: i Bonebreakers cresciuti a pane e Springsteen

Rock spaccaossa: i Bonebreakers cresciuti a pane e Springsteen
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Scosse elettriche e riff di chitarra assassini. The Bonebreakers da Brescia uniscono rock and roll, swamp blues, country, americana. Il trio d’assalto composto da Alle B. Goode (voce e chitarra), Andrea Braga (batteria), Mattia «Cat Er Pillar» Bertolassi (basso) è pronto per mordere al collo l’estate esibendosi stasera, martedì (non mercoledì come al solito) al Goisis. Abbiamo intervistato Alle B. Goode.

 

 

Nelle vostre produzioni musicali il viaggio ha un ruolo fondamentale.

«La dimensione del viaggio è molto presente nell’immaginario R&R. Grandi artisti l’hanno esplorata in lungo e in largo: sono innumerevoli le canzoni rock, soprattutto di stampo americano che parlano di correre, terra promessa, in generale di gomme che corrono sull’asfalto in fuga da qualcosa o alla ricerca di qualcosa. Ovviamente questa dimensione ci affascina ma è impossibile mettersi in competizioni con i grandi della musica americana per quanto riguarda la scrittura di testi che parlano del “viaggio”. Nel nostro piccolo però il nostro ultimo album “A Night with Rodriguez” è stato partorito dopo un viaggio negli Stati Uniti: io e il batterista Mattia “Cat er Pillar” siamo andati a fare i compiti nella terra madre della musica che amiamo, Texas, Louisiana, Mississippi. Per me non era la prima volta e probabilmente presto replicheremo l’esperienza. In particolare il pezzo “Ridin’ round the Usa” tratta dell’esperienza, in chiave un po’ ironica. Certo è che il viaggio porta ispirazione, specialmente se ci si ritrova nelle terre in cui la musica che ami si respira a colazione, pranzo, cena e dopocena».

C’è un messaggio che vi sta a cuore indicare come alla base dei temi più ricorrenti nella vostra espressione musicale?

«Siamo una Rock&Roll band, non ci riteniamo cantautori, anche se cerchiamo di fare della musica inedita. La mission della band non credo sia da ricercarsi nei testi quanto piuttosto nell’attitudine. Fare festa, alzare il volume dell’amplificatore, cercare di fare ballare la gente, suonare del R&R sudando... pensiamo che questo sia il modo migliore di affrontare la vita e dare un po’ di colore ad una società che spesso tende alla scala dei grigi».

Alcuni di voi sono grandi Springsteeniani. In che cosa il suono del Boss vi ha influenzato?

«Sono davvero cresciuto a pane e Springsteen, il primo concerto l’ho visto a nove anni. Negli anni ne sono seguiti altri otto e spero ne seguiranno altri (si parla di un tour europeo 2019). Con Springsteen mi sono avvicinato al rock, quindi per un certo senso gli devo davvero molto. Nel mio percorso mi è capitato poi di andare a ritroso e di affezionarmi alla musica più “rootsy”: R&R, country, R&B. Credo comunque che il Boss sia tuttora sia il più grande. Nella sua musica trovi le tracce del R&R, del soul, di Bob Dylan e Woody Guthrie, della country music. Secondo me è riuscito a fondere tutta la grande musica americana come nessun altro, senza parlare del fatto che è e rimane uno dei frontman più incredibili e coinvolgenti di sempre».

Rock n roll: revival e riscoperta del passato, o musica e cultura ancora contemporanea?

«Il Rock&Roll è vivo. Forse il pubblico per certi versi è un po’ assopito e trattandosi di una musica non da classifica purtroppo si è poco attenti alle nuove uscite e agli artisti minori. Tuttavia mi sembra palese che quei tre vecchi accordi sono ancora in grado di divertire e fare ballare la gente. Funziona ancora nelle birrerie di tutto il pianeta come negli stadi, si veda il successo del tour “No Filters” di quei vecchi pirati degli Stones».

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