Il Busker Festival, con le foto

Gli artisti di strada a Sarnico Non sapete cosa vi siete persi!

Gli artisti di strada a Sarnico Non sapete cosa vi siete persi!
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[Foto di Antonio Milesi]
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Domenica 2 agosto siamo stati al Sarnico Busker Festival. Arriviamo sul lungolago ed è subito emozione: è solo la prova dei Blucinque, per lo spettacolo della sera, ma un artista si arrampica in cima ad una fune sospesa a diversi metri di altezza ed è subito forte la sensazione di vertigine.

Siamo arrivati in anticipo e possiamo fare un giro preliminare per osservare le bancarelle e ambientarci nella cittadina. Sarnico è davvero un posto incantevole, grazie alla presenza del lago che rinfranca dal caldo con la sua brezza, ma anche per le sue vie curate, ricche di aiuole e panchine, e per le viuzze appartate e romantiche del centro storico.

In piazza Umberto I c'è uno spettacolo: dei fantastici equilibristi si alternano nel camminare sul filo, con sotto di loro alcuni spettatori che ridono, in realtà un po' intimoriti. È il duo Cia Autoportante: intorno a loro un pubblico assai folto che riempie quasi tutta la piazza e applaude continuamente. Sono dei fenomeni, non si limitano a camminare sul filo teso, ma ballano addirittura e fingono spesso di stare per cadere, per emozionare ancor di più la gente. Prima di concludere raccontano chi sono: l'uomo è argentino, la donna pugliese. Il finale è incredibile: la donna cammina coi tacchi a spillo e chiude baciando il marito. Molte persone lasciano un'offerta.

Superiamo lo stand di un artista che dipinge con le bombolette e arriviamo all'info point. I pieghevoli con la mappa degli eventi sono addirittura terminati. Questo fa capire la quantità delle presenze. Per noi non è un problema, dato che abbiamo scaricato la comodissima app.

Ci tuffiamo in via Lantieri, affollatissima, seguendo il flusso delle persone. Bar e negozi sono aperti, qua e là troviamo i tavoli di chiromanti, la donna che legge gli sguardi e la grafologa: sentiamo qualche frase spezzata su questioni esistenziali tutte ipotizzate. In una nicchia due lettori di pietre antiche attendono avventori. Altri più semplicemente vendono in strada: bomboloni, granite, ma anche magliette con grafiche pop. Le viuzze del centro sono molto accoglienti, tranquille e fresche. Si passeggia volentieri e senza affanni.

In via Buelli Antonio ci sono gli stand degli antichi mestieri. Chi ricama, chi fila la lana: le persone osservano incuriosite, fanno domande alle splendide signore impegnate in queste attività. Moltissimi si fermano ad osservare un bellissimo telaio antico, altrettanti fanno la coda per avere pane e salame più bicchiere di vino a soli 2.50 euro. Prezzi di una volta quasi. Un artigiano scolpisce un bassorilievo ligneo e spiega il suo lavoro. Si intrattiene in commenti sull'economia attuale, confrontandola con quella di decenni fa. Un secondo scultore porta avanti la sua opera, facendosi aiutare da una bimba volontaria. Generazioni lontanissime si incontrano.

Poco oltre troviamo un piccolo mulino; i bambini si alternano allo strumento meccanico che permette di togliere i chicchi delle pannocchie girando una leva. Le mamme scattano foto a ripetizione. La zona delle arti e dei mestieri si conclude col banco di lavoro di un falegname, che sta lavorando le gambe di un futuro tavolo.

Seguendo questo percorso siamo tornati indietro a Piazza XX Settembre. Ne approfittiamo per un gelato sul lungolago. Alla Gelateria Mej i prezzi sono anacronistici: coni due gusti a 1,50 euro. Ci sediamo a gustare gelato con vista lago, ma ci tocca subito provare invidia perché passano due motoscafi e si fermano a fare gli splendidi davanti  a tutti. Beati loro.
Due fratellini giocano col palloncino a forma di bimbo appena acquistato. Il maggiore tine d’occhio la sorellina.

È ora di attraversare il ponte e fare un giro a Paratico. Il viavai è incessante.
Sull'altro lato del lungolago si apre una fila di bancarelle: frittelle, bigiotteria, vinili, abiti, mobili, quadri si alternano ai bar che godono della posizione di pregio. Alla nostra sinistra ci sono diversi moli con altri numerosi motoscafi. Poco oltre gli appassionati di musica spulciano tra i vinili sperando di trovare un disco da loro amato. Tre amici commentano la copertina di Live After Death degli Iron Maiden. E poi Spandau Ballet, Yoko Ono, Jethro Tull.

Dopo le bancarelle si apre il bel parco Le Chiatte. Qui sta andando in scena uno spettacolo di clown a dir poco suggestivo. La scenografia è in stile steam punk, con un'infinità di orologi diversi e un ticchettio costante. La gente guarda incantata seduta nel prato. È una riflessione sullo scorrere del tempo e le sue contraddizioni, con protagonisti il cappellaio matto e il coniglio di Alice in Wonderland. Lo spettacolo è di alto livello oltre che per la bravura dei Serious Clowns, anche per il comparto sonoro che vanta musiche ed effetti molto efficaci. Sono previste altre due repliche in serata e capiamo perché.

Torniamo dalla parte di Sarnico: in piazza Umberto I c'è Mario Levis che fa giocoleria con le grucce. Intorno all'artista si è formato come un teatro spontaneo, con i bambini in platea e gli adulti sulle "balconate". Lo show è simpatico e prevede la collaborazione del pubblico: alcuni vengono scelti per recitare alcune parti della storia. I bambini ridono a crepapelle quando Mario prende in giro i malcapitati del pubblico. L'idea è quella di inscenare grandi momenti classici del cinema ma usando solo le grucce. Mezzogiorno di fuoco sparandosi con le grucce, eccetera. Uno spettatore viene scelto per fare i suoni delle pistole col megafono. L'artista chiude con una frase molto vera: «Se lo spettacolo vi è piaciuto potete contribuire, se vi è piaciuto pochino potete contribuire lo stesso, se non vi è piaciuto perché siete rimasti?».

Percorriamo ora il lungolago Garibaldi in direzione del mercatino etnico. Anche qui le bancarelle non si contano, ma la parte più bella arriva dopo, con il laboratorio Erewhon, dove i bambini possono giocare in modo salutare con oggetti comuni e materiali semplici quali il legno e la latta. È la riscoperta del gioco com'era una volta: all'aperto, reinventando quel poco che c'era e usando molta fantasia.

Sono ormai le 20: l'acquolina è molta e ci spostiamo quindi allo Street Food Corner, dalla parte opposta del paese. In Piazza XX Settembre c'è l'Alegro
Andante Circo e non possiamo non fermarci insieme al pubblico foltissimo. Ma è niente rispetto alla quantità di persone presenti nella zona dedicata alla ristorazione. Tanti come noi hanno sentito un certo languorino dopo i molti passi del pomeriggio. È una domenica trionfale in quanto a presenze. Eppure non si vede una cartaccia per terra. Un pubblico molto educato, in effetti.

A ridosso dei tavoli ci sono i Brassato Drum, che propongono uno show comico musicale con soli strumenti a fiato e batteria. I motivetti allegri accompagnano la cena, che svaria tra pizza, kebab, hot dog, hamburger e una spettacolare porchetta con maialini arrostiti in bella vista. Spopola il fritto misto di pesce, servito in coni di carta.

Col calare della sera la folla aumenta ulteriormente. Gli Hakuna Ma Samba danno un fortissimo accento ritmico alla Piazza XX Settembre; poco oltre in Piazza Umberto I tocca invece all'elegante Sebastian Godoy, che suona sinfonie spruzzando acqua. In Piazza Besenzoni si prepara il cabaret dei Battello in  strada.

Tra gli show più originali e divertenti c'è il clown Karkocha che fa il simpatico in mezzo al traffico fitto di via Roma. Come reinventarsi la clownerie in modo geniale. Addirittura si sdraia sui cofani di alcune automobili e manda baci ai guidatori attraverso il vetro. Oppure insegue goffamente i ciclisti.

Ora anche le viette del centro storico risuonano di vivacità. C'è chi si ferma e chi gironzola senza sosta. Tutti comunque mostrano allegria nei gesti e negli sguardi. La serata prosegue ancora per lunghe ore di spettacolo, ma non possiamo raccontarvi tutto. Dovrebbe essere ormai evidente la bellezza dell’evento. Quindi se non siete venuti quest'anno, sappiate che l'anno prossimo vi tocca!

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