La storia

Settant'anni di tv e quell'apparecchio che arrivò a Gandino grazie all'atalantino Rasmussen

Antonio Gelmi e il calciatore furono compagni di stanza al Matteo Rota. Il danese regalò all'amico uno dei primi apparecchi disponibili ai privati

Settant'anni di tv e quell'apparecchio che arrivò a Gandino grazie all'atalantino Rasmussen
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di Giambattista Gherardi
(in foto: Antonio Gelmi in barella con gli amici calciatori all’Oratorio di Gandino)

In queste settimane si ricordano i 70 anni della televisione in Italia, con la Rai che il 3 gennaio del 1954 avviò le proprie trasmissioni. I primi apparecchi arrivarono, anche in Val Gandino, nei locali pubblici, richiamando clienti e spettatori per assistere alle prime fortunate trasmissioni.

I televisori nelle case private, soprattutto nei paesi, erano una vera e propria rarità. Fra le prime a dotarsene a Gandino fu la famiglia di Antonio Gelmi, in viale Rimembranze, per circostanze del tutto particolari. Antonio, classe 1939, in quel 1954 manifestò i primi sintomi (forse per un infortunio di gioco) di una osteomelite che nel 1961 fu poi causa della sua morte. Durante una degenza all’Istituto Matteo Rota di Bergamo, il gandinese strinse amicizia con Poul Aage Rasmussen, calciatore danese dell’Atalanta (classe 1925 e morto nel 2000), che il giorno di San Silvestro del 1955 aveva subito a Roma una doppia frattura per fallo di Cardarelli.

Rasmussen con la maglia dell'Atalanta

Arrivato a Bergamo al posto del grande Jeppson, Rasmussen vide di fatto stroncata la propria carriera da quell’episodio. Il calciatore volle regalare all’amico Antonio Gelmi un televisore, affinché potesse seguire, con familiari e amici, i programmi dell’unico canale Rai. Ironia della sorte, si pensi che la partita in cui Rasmussen si infortunò fu il secondo incontro dell’Atalanta trasmesso in diretta tv dopo quello del 15 ottobre del 1955 contro la Triestina, al Comunale di Bergamo.

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