Di Ezio Foresti
L’8 settembre del 1943 un diciannovenne di Alzano Lombardo appena chiamato alle armi si sveglia in una caserma dell’Alto Adige con la poco rassicurante immagine di un fucile puntato, e col suono rauco e inquietante di ordini sbraitati in tedesco di cui non capisce il significato.
Non riesce a comprendere nemmeno il motivo per cui un commilitone, seppur straniero, si comporti così con lui. Prima che la verità cominci a farsi strada nella sua mente, si trova su un treno che lo porterà in Germania, in un lager.
Il viaggio è un incubo per lo spazio ridotto, la fame e la sete, ma è solo l’inizio di un’odissea durata quasi due anni. Il giovane Omobono, ma lui si fa chiamare Riccardo, impara presto a conoscere le condizioni di vita nel campo di prigionia. Riesce a sopravvivere perché mantiene la dignità e il rispetto di sé, anche attraverso piccoli gesti.
Fàe la barba töcc i dé, dichiarerà. Un modo per affrontare a testa alta le avversità, che mettono a dura prova anche uomini più maturi ed esperti. La ricerca del cibo a volte è spasmodica. A m’fàa bói i patate che m’töìa fò de la röméta ’nsèma ai pagn, racconterà ai suoi figli. Fino al punto in cui il problema dell’alimentazione si risolve, almeno per un momento, grazie a un gesto audace e incosciente.
Quel mattino i tedeschi radunano i prigionieri nel piazzale. Si teme un inasprimento del già ferreo regime, qualcuno ipotizza che sia avvenuta una fuga. Ma non è nulla di tutto questo. Il cuoco del campo è venuto a mancare, e si cerca qualcuno che lo possa sostituire. Chi ha esperienze in cucina deve alzare la mano.
Lo fa il ragazzo di Bergamo, completamente a digiuno di qualsiasi nozione in materia. Accanto a lui compie la stessa azione qualcun altro: l’éra ü de Paladina. I due s’improvvisano cuochi, percorrono le città devastate dai bombardamenti con un carretto, cercando viveri. Così sopravvivono, grazie a un gesto audace e incosciente. In questo breve racconto c’è molto del nostro carattere, e anche del mio, perché quel ragazzo era mio padre.
*in memoria