su queste pietre nascerà bergamhaus

Storie e leggende delle nostre valli: Arnosto, dove l'orologio si è fermato

Difficile non restare innamorati di questa stupenda contrada, definita il «tetto della Valle Imagna». Qui tutto è rimasto com'era e si respira un'antica civiltà

Storie e leggende delle nostre valli: Arnosto, dove l'orologio si è fermato
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Difficile non restare innamorati di questa stupenda contrada, definita da tanti «tetto della Valle Imagna». Qua non servono calendario e orologio. Siamo in un paese dove il tempo si è fermato e che conserva, ancora oggi, edifici di grande valore artistico e storico. Bastano pochi passi per respirare un profumo che parla di secoli passati e di storia, ancora visibile nelle imponenti e suggestive murature in pietra, nei portali ad arco che spiccano nei caseggiati e dalle tracce di antichi affreschi. A pochi chilometri dal lusso e dalla modernità della città sembra che, in questo piccolo agglomerato di case, nulla sia mai cambiato. Scopriamolo con un tuffo nel passato.

 

 

Arnosto di Fuipiano. Un balcone panoramico sito nel Comune di Fuipiano, posto a 1.033 metri sul livello del mare e terrazza della Valle Imagna. Ecco la perfetta descrizione di Arnosto. Orgogliosamente è definita dai valdimagnini (e dagli abitanti del luogo) come contrada, un nome che deriva dal suo passato veneziano, quando «contrà» identificava un gruppo di case poste in un contesto rurale. La bellezza si vede fin da subito dall’architettura, nella composizione delle case e nella fattura dei portali. Caratteristici e tipici della zona sono i tetti a piöde, fatti in pietra, costruiti con lastre di roccia calcarea e unici in tutto l’arco alpino. Un paesaggio che con l’arrivo della prima neve e della stagione invernale diventa fiabesco.

 

 

La sua storia negli anni. La contrada nasce a metà del cinquecento, in seguito alla creazione di una postazione doganale della Repubblica veneta. Da questa zona le truppe della Serenissima potevano controllare merci e persone che provenivano dal vicino Ducato di Milano. Il confine era posto proprio nei pressi dell’abitato di Arnosto, fattore che negli anni ha portato la contrada a diventare avamposto contro la milanese Brumano e, in quanto luogo di frontiera, appezzamento particolarmente ambito dai proprietari terrieri. Da qui nacque l’immediata espansione del paese, e i tre agglomerati di case ancora oggi perfettamente visibili: quello meridionale, più spartano e composta da stalle e case, quello settentrionale, costruito in maniera più elegante e raffinato, e quello a nord ovest, dove sono presenti gli edifici cinquecenteschi e oggi sede del municipio e della biblioteca. Quest’ultimo rappresenta il nucleo di case più funzionale e semplice, dove un tempo vi risiedevano i contadini; al primo piano c’era la cucina e la cantina, al secondo le camere da letto, mentre l’ultimo piano era utilizzato come deposito.

 

 

Cosa vedere. Gli amanti della fotografia troveranno, in questo piccolo borgo, paesaggi e colori unici nel loro genere. Curiosi e appassionati di storia e arte possono invece assaporare le tante opere presenti, alcune di queste tipiche della Valle Imagna. Un particolare interessante è dato dai portoni a «T», una forma che permetteva il passaggio degli uomini con i fasci di fieno sulle spalle (nelle gerle nei cesti di vimini), ma non permetteva l’uscita degli animali. Molto caratteristica anche l’antica fontana in pietra, posta nel centro del paese. Durante la passeggiata nella contrada non sarà difficile notare una grossa pietra squadrata, con incisa la scritta «Stato di Milano». È un antico cippo di confine, utilizzato negli anni per delimitare la Repubblica Veneta dal Ducato di Milano. Tra gli edifici di maggior interesse storico troviamo la piccola chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Posta in posizione dominante risale al 1561, anche se presenta un sostanziale rifacimento avvenuto quasi due secoli più tardi. All'interno trovano posto numerose opere, che permettono a questo edificio sacro di fregiarsi del titolo di monumento di maggior richiamo dell'alta Valle Imagna: tra questi una Madonna delle Grazie di Giacomo Francia, e altre tele di Giuseppe Orelli, di Giovanni Chizzoletti e di Francesco Quarenghi, nonno dell’architetto Giacomo Quarenghi.

 

 

Tutto come una volta. «In questi mesi sono in corso i lavori per la realizzazione della Bergamhaus - spiega Antonio Carminati, direttore del centro studi Valle Imagna -. La struttura ospiterà uno spazio di ristorazione e delle camere per vivere l’esperienza di un soggiorno immersi nella tradizioni della nostra valle, oltre a sale per incontri e iniziative culturali. Il nome, che può sembrare insolito, deriva da due radici: “Bergamo” e “haus”, quest’ultimo inteso come casa, ma anche come famiglia e contrada. Storicamente questa era una zona di confine, e il nome trae spunto dall’antica storia di questo paese. Dobbiamo poi ricordare che Arnosto, un tempo, era la patria dei bergamini, allevatori e transumanti che su queste montagne conducevano le mandrie al pascolo. - Continua Carminati. - La struttura nasce come centro di accoglienza e animazione dello spazio rurale. Sarà allestita una zona di ristorazione, con una valorizzazione e una degustazione dei prodotti locali, soprattutto latticini e stracchini, come vuole la cultura dei bergamini. Al piano superiore saranno realizzate delle stanze, disponibili per chiunque voglia provare l’esperienza di un soggiorno tipico nella tradizione valdimagnina». Un progetto di ospitalità che si basa su quattro punti principali. La cultura della storia, la cultura del latte e dello stracchino, la cultura della pietra e quella dell’ambiente. «Questi quattro punti animeranno le varie attività della Bergamhaus, offrendo attrazioni per turisti, escursionisti e villeggianti. Lo scopo è far rivivere questo luogo stupendo e valorizzarlo, mostrando a tutti, non solo a chi ancora vi risiede, le sue bellezze. Pensiamo di finire la prima parte, quella legata alla ristorazione, entro la prossima estate».

 

 

Conclusioni. Vale la pena di fare un tuffo nel passato e visitare questa perla bergamasca che, tra muri e stalle, racconta della vita di un tempo. Per raggiungere il paese, situato in località via Prato del Sole, si prosegue sulla strada che conduce a Fuipiano Valle Imagna, seguendo una serie di tornanti che regalano scorci suggestivi sulla valle. Spesso vengono organizzate visite guidate, organizzate dalla pro loco .

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