nella frazione della val brembana

Storie e leggende delle nostre valli Stabello tra orchi, lupi e taragna

Storie e leggende delle nostre valli Stabello tra orchi, lupi e taragna
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Chi non conosce Stabello, piccola frazione di Zogno, rinomata per la sua fantastica polenta taragna? Il piccolo borgo della Val Brembana, proprio in questi giorni, si è visto al centro dell’attenzione grazie alla famosa sagra che, ormai da 27 anni, attira amanti della buona forchetta da tutta la provincia bergamasca. Eppure, tra i profumi di questa squisitezza, si nascondono storie e misteri che vengono ancora raccontati da nonno a nipote. Leggende popolari che legano un paese da generazioni. Scopriamole.

 

 

Il Lupo di Stabello. La storia racconta di un inverno freddo e nevoso, che aveva ricoperto il paese con i suoi soffici fiocchi bianchi. Mancavano pochi giorni a Natale e due fratellini, con il loro cagnolino, si stavano recando presso una stalla del paese per prendere del latte, necessario a tutta la famiglia. Complice la neve e l’arrivo delle festività si erano attardati a giocare, e la luce della luna li guidava verso l’ormai vicino rifugio. Entrati nella stalla, freddi e intirizziti, vennero accolti dal pastore che offri loro una tazza di latte appena munto e il fuoco del camino, dove poter asciugare gli abiti ormai fradici. Ultimate le faccende quest’ultimo riempì il pentolino e lo consegnò ai due fratelli che, vista la tarda ora, si avviarono velocemente lungo la via di casa. Ma, fatti pochi metri, nel bosco riecheggiò un tremendo ululato. I due fratellini sobbalzarono per lo spavento, stringendosi uno con l’altro. Il cagnolino abbaiava, cercando anch’esso rifugio tra le gambe dei due piccoli padroni. Rincuorandosi continuarono lungo il percorso fino in prossimità di un ponte di legno. Li, ad attenderli, c’era un grosso lupo dagli occhi fiammeggianti, pronto a divorare i tre in un solo boccone. Il povero cagnolino, spinto forse dal desiderio di salvare i padroncini, attaccò il grosso lupo e venne così divorato in un solo boccone. Fu in quel momento che successe l’incredibile. Il pastore, che aveva sentito gli ululati, sopraggiunse affrontando il lupo senza paura. La storia racconta che infilò un braccio nella gola dell’animale, fino a prendergli la coda e rivoltare la bestia come un calzino… Con stupore dei bambini riapparve il cagnolino, vivo e vegeto! I due fratelli ringraziarono il pastore tra le lacrime e fecero ritorno a casa, promettendo ai proprio di genitori di non fare mai più tardi alla sera. (Il racconto è tratto dal Libro: Storie e Leggende della Bergamasca, di Wanda Taufer e Tarcisio Bottani).

 

 

L’orco burlone. Una seconda leggenda lega il piccolo paesino della Val Brembana ai racconti dei cantastorie. Spesso la figura dell’orco viene associata a una creatura poco affascinate e molto scanzonata. Anche Stabello ha avuto il suo mostro. La leggenda narra che un orco discendesse dalla poco distante Valle Passogn, posta sotto il Canto Alto, per soffermarsi sul ponte di Stabello alle prime luci del mattino, oppure all’imbrunire. Penitenza per chiunque transitava dal ponte era il passaggio sotto le gambe divaricate dell’enorme creatura. Si racconta che un portatore di latte urtò una gamba dello spirito, e che quest’ultimo, furioso, gli rifilò un tale calcio da farlo rotolare per una cinquantina di metri. La storia dice che, sempre lo stesso spirito, giocò uno scherzo anche a una fanciulla di Gandino, che passava sotto le sue gambe tutte le mattine per recarsi a Messa. L’orco aveva donato alla ragazza un gomitolo di lana, con il quale si era fatta uno splendido vestito. Indossato lo splendido abito entrò in chiesa, ma venne colta da un grande spavento. In pochi secondi si ritrovò in sottana, perché il vestito era sparito sotto gli sguardi ammutoliti di tutti i presenti…

 

 

Conclusioni. Questo piccolo borgo, che attualmente conta poco più di 500 abitanti, prende il suo nome dal latino «Stabulum», che significa piccola stalla. Le costruzioni, in parte ancora esistenti, ricordano nei muri di pietra squadrata castelli e fortilizi. Un documento attesta che i monaci di Astino avevano numerosi possedimenti a Stabello, e ancora oggi ne è testimone l'omonima contrada. La frazione domina tutto il paese di Zogno ed è collocata a 373 metri di altitudine. Per le sue leggende abbiamo solo un ultimo consiglio. Accompagnate sempre la polenta taragna di Stabello con un buon digestivo. Vi eviterà, durante la notte, strani incontri con orchi e lupi.

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