Sua maestà lo stambecco orobico e un'iniziativa del CAI per celebrarlo

Chi vive o frequenta le nostre montagne è ormai abituato a vederlo. Fiero, la maggior parte delle volte per nulla intimorito dall'incontro umano ma bensì incuriosito dalla nostra presenza, ci osserva da quello che è, ormai di fatto, il suo regno. Eppure questo splendido animale ha rischiato anni fa l'estinzione.
L'intervento del re. La sua storia è alquanto controversa è avrebbe potuto finire tragicamente già agli inizi del Ottocento, quando la caccia l'aveva portato quasi all'estinzione, relegandolo a poco più di cento capi presenti in tutto l'arco alpino europeo. Quest'ultima popolazione era presente solo in Italia, tra il Piemonte e la Valla d'Aosta, in quello che poi, con gli anni, sarebbe diventato il Parco del Gran Paradiso. La curiosità sta nel fatto che proprio un cacciatore, il re Vittorio Emanuele II, innamorato delle montagne e del loro habitat, si accorse della situazione e chiese la protezione di questo animale con l'istituzione della Riserva Reale di Caccia. La specie fu così sorvegliata, controllata, studiata e cacciata in maniera coscienziosa e controllata. Il re creò addirittura un gruppo di guardie specializzate e fece costruire una rete viaria a protezione della fauna durante le escursioni, garantendo così negli anni la continuità della specie e la sua evoluzione. Oggi il Parco Nazionale del Gran Paradiso conta quasi 4mila esemplari.
Lo stambecco sulle Orobie. Anche le Orobie hanno visto per questo bellissimo ungulato momenti bui. Nonostante il perfetto habitat presente sulle nostre montagne, lo stambecco era completamene sparito, fino al 17 giugno 1987, quando furono reintrodotti 88 esemplari, presi proprio dalla Riserva del Gran Paradiso. In questi trent'anni il numero è cresciuto in modo esponenziale, arrivando a toccare i 1200 esemplari di oggi. Ormai possiamo scorgerlo in Val Seriana, nei pressi del rifugio Curò, a picco sulla diga del Barbellino mentre pasteggia con erbette e sale, oppure all'osservatorio di Maslana, famoso proprio per i suoi avvistamenti, o ancora meglio al Rifugio Brunone, baluardo della montagna, dove molto spesso possiamo incontrarlo anche in branchi numerosi. È presente anche in Val Brembana, partendo dai monti Cancervo e Venturosa fino ad arrivare ai rifugi e alle montagne più alte. Molto spesso durante l'inverno raggiunge quote molto basse, spingendosi a causa delle neve anche a ridosso dei centri abitati.
Foto dal backstage del video
L'iniziativa del CAI. Per festeggiare questi trent'anni dalla reintroduzione delle specie sulle nostre montagne il CAI, in collaborazione con la Provincia di Bergamo e la rivista Orobie, ha organizzato una serie di iniziative da proporre a tutti i frequentatori e amanti della montagna. Paolo Valoti, presidente del Club Alpino di Bergamo, ci racconta qualcosa di più su questi eventi che vedono il famoso ungulato al centro dell'attenzione. «Per questo speciale anniversario il Club Alpino bergamasco, con la consulenza scientifica di Luca Pellicioli (vice presidente del comitato scientifico CAI), ha pensato di avviare il progetto di osservazione partecipata per monitorare la presenza dello stambecco sulle Orobie bergamasche. Questo progetto, che vuole coinvolgere chi frequenta la montagna sotto ogni aspetto, prevede un piccolo opuscolo, su cui è presente un'informativa sulla Capra Ibex, e un veloce questionario rivolto ai frequentatori delle Terre Alte. Il pieghevole sarà presente in tutti i rifugi orobici del territorio bergamasco e nei negozi Sport Specialist. Gli escursionisti che frequentano le nostre montagne possono compilarlo riportando il numero di capi avvistati ed il luogo, contribuendo alla raccolta di dati che permetteranno di conoscere meglio le abitudini dello stambecco. Ogni appassionato può trasformarsi così anche in attento osservatore ed essere partecipe di un censimento molto importante dal punto di vista scientifico e naturalistico».
Foto dal backstage del video
Un concorso fotografico. Proprio per questo particolare anniversario è stato creato un sito web, dove è presente un'informativa con habitat, abitudini ed etologia dello stambecco, la storia della sua reintroduzione nelle Orobie e tutte le eventuali curiosità. È anche possibile scaricare la cartolina per contribuire all'osservazione partecipata. Sulla pagina Facebook è invece possibile partecipare e caricare le foto per il concorso fotografico indetto per l'occasione. A partire dal 15 giugno i partecipanti al Contest potranno pubblicare fino a un massimo di cinque fotografie che abbiano come soggetto lo stambecco all'interno del nostro territorio. Il termine ultimo di pubblicazione è il 31 ottobre 2017 e la partecipazione al concorso è gratuita. Le dieci fotografie più belle saranno premiate presso il Palamonti di Bergamo a dicembre di quest'anno.