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Cime orobiche da (ri)scoprire Tre alternative in Val Brembana

Cime orobiche da (ri)scoprire Tre alternative in Val Brembana
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In attesa della stagione sciistica e della prima neve vi proponiamo queste tre modeste montagne, purtroppo dimenticate dai più, che con la loro bassa quota sono di facile raggiungimento per tutti. Magari meno difficili dal punto di vista “alpinistico”, ma non per questo meno importanti, sono luoghi ideali, posti a due passi da casa, che permettono di godere di pace e relax, e solo con un piccolo sforzo fisico.

 

Il Monte Zucco

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La prima di queste vette è il Monte Zucco, posto sopra Zogno. La via normale che sale a questa cima parte dalla frazione di Sant’Antonio Abbandonato (987 metri), in prossimità della Chiesa del paese. Il sentiero è sempre ben segnalato e in pochi minuti ci porta alla caratteristica frazione di Prisa Bassa. Risaliamo lungo un bellissimo bosco che ci porta in prossimità di un’altra cascina appena ristrutturata. Il sentiero si divide, sale più ripido a sinistra e più dolce a destra, ma si ricongiunge poco dopo. Continuiamo per circa mezzora fino a un segnavia che ci indica il percorso migliore per il Rifugio Monte Zucco, che raggiungiamo con altri comodi dieci minuti di cammino. Il Rifugio è gestito dal Gruppo Escursionistico di San Pellegrino e apre solo nei fine settimana.

L’escursione può anche fermarsi qua, ma chi vuole godere del fascino “della vetta” può proseguire sul sentiero e raggiungere in circa mezzora la vetta del Monte Zucco. Sulla sua cima, posta a 1232 metri, troviamo una grossa croce in ferro, un monumento alla guida Antonio Baroni, e un bivacco, ora chiuso. Il panorama spazia sulla media Val Brembana e le sue principali cime. L’itinerario descritto è percorribile sia d’estate che d’inverno in circa un’ora ed è adatto anche alle famiglie, prestando accortezza al ghiaccio durante il periodo invernale.

Per chi volesse invece raggiungere il Monte Zucco da una via più impegnativa consigliamo l’ascesa da San Pellegrino. Il sentiero è conosciuto come “direttissima” e non lascia un momento di respiro, sbucando proprio sotto la vetta della nostra montagna! Percorribile in circa un’ora e mezza è solo per “escursionisti esperti”. Dalla vetta è comunque possibile tornare a San Pellegrino seguendo un sentiero meno ripido, che permette anche di compiere un giro ad anello.

 

Il Monte Vaccareggio

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La seconda vetta dimenticata è il Monte Vaccareggio. Una caratteristica interessante di questa montagna sono le antiche miniere di calamina, che si possono osservare sul percorso che conduce alla vetta. La partenza avviene da Dossena, frazione di San Giovanni Bianco. Il sentiero non è ben segnalato, si intravedono alcuni bolli blu ormai sbiaditi! Seguendo la traccia raggiungiamo alcune baite, dopodiché il sentiero si addentra nel bosco e, risalendo con indicazione logica, raggiungiamo la cima del Monte Vaccareggio dopo circa un’ora di cammino. Il panorama domina sulla Val Serina e le sue montagne. Sulla sua vetta, alta 1450 metri e posta a strapiombo sulla Val Parina, non è presente nessuna croce. Ma il panorama ripaga di tutti gli sforzi (seppur brevi) che servono per guadagnare questa cima. Impossibile non notare il gruppo di montagne della Val Serina, proprio di fronte. Spiccano il Monte Menna, l’Arera, Il Grem e l’Alben. Dalla vetta del Vaccareggio, abbassandosi leggermente verso Est, è possibile proseguire fino al Monte Castello. Il percorso per il rientro a Dossena è comune a quello di andata. Anche questa gita è facile ed adatta a tutti, sia d’estate che d’inverno, in circa un’ora. L’unica difficoltà resta nei sentieri poco segnati.

 

Il Monte Molinasco

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La terza montagna è il monte Molinasco, conosciuto anche come Ronco. Il sentiero più comodo parte da Alino, frazione di San Pellegrino, al termine della strada carrozzabile. Si sale seguendo la strada agro-silvo-pastorale fino alla frazione di Cà Boffelli (971 metri), stupenda contrada con tipiche costruzioni in pietra. Poi un segnavia indica il percorso e, lasciandosi alla spalle il caratteristico borgo, si risale seguendo il sentiero ciottolato fino a un bivio. La direzione è quella per la Baita Alpini di San Giovanni Bianco, ormai poco distante. Anche in questo caso si può chiudere l’escursione. La bella baita posta a metri 1070 è attorniata da panchine che invoglierebbero anche il più audace degli escursionisti a qualche ora di riposo!

Chi vuole raggiungere la terza vetta (quasi) dimenticata deve sudare ancora per una decina di minuti, seguendo il sentiero a sinistra della Baita. Sulla cima del monte Molinasco, a metri 1170, troviamo una tripla croce e una cappelletta dedicata ai caduti in montagna. Come per il Monte Zucco, anche per il Monte Molinasco esistono varianti di salita. Tra queste, molto bella e panoramica (riservata però a escursionisti esperti) c’è la salita in cresta da Cornalita. L’escursione descritta in questo itinerario è invece facile e adatta a tutti.

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